Passeggiando per Ortigia, la bellissima isola di Siracusa, è obbligatorio fermarsi alla fonte Aretusa, una sorgente di acqua dolce vicino al mare che forma un piccolo laghetto in cui cresce la pianta del papiro. Il paesaggio è romantico, suggestivo, soprattutto al tramonto, senza dubbio luogo per coppie innamorate.
A rendere tutto ancora più magico è la statua dei due amanti della mitologia Alfeo e Aretusa. Molte volte ho camminato per quelle strade e tutte le volte ne ho subito il fascino.
Durante una passeggiata, il mio amico Luca, siracusano doc, spiega ai non autoctoni il mito che si cela dietro queste due figure e parla di un amore bellissimo: lei, Aretusa, trasformata ingiustamente in fonte e lui Alfeo che, pur di stare con la sua amata ed “unire” le loro acque, si tramuta in un fiume! Che storia romantica! Due amanti che restano insieme per sempre! Restai basita nell’ascoltare le sue parole e notai che molti conoscevano questa falsa versione.
La storia è ben diversa e così spiegai alla comitiva la vera tragedia che si nasconde dietro questo mito:
Aretusa è una ninfa,seguace della dea Diana, quindi dedita alla caccia e avversa agli uomini, Alfeo è il possente dio del fiume, figlio del dio Oceano. Un giorno Aretusa, stanca della caccia decide di fare un bagno e lasciando cadere i suoi abiti si immerge nelle fresche acque di un ruscello. Ovviamente il dio guardone assiste a tutta la scena e se ne innamora subito! La insegue cercando di violarla ma lei fugge con tutte le sue forze fin quando stremata, implora la dea Diana di aiutarla.
Viene quindi trasformata in una fontana,lontano dalla Grecia, in Sicilia esattamente nella fonte Aretusa. Finalmente è salva, si è liberata dall’ insistente Alfeo? No, il dio non si arrende, non accetta questo rifiuto e si trasforma in fiume che dalla terra ellenica riesce a raggiungere la fonte sul lido siracusano di Ortigia.
Se osserviamo attentamente la statua noteremo infatti il tentativo di fuga della ninfa e il suo viso triste, e anche in altre raffigurazioni la povera Aretusa non sembra per niente felice di stare col proprio uomo/dio!
Morale della storia: Anche un dio può essere affetto dalla sindrome del molestatore assillante incarnando tutte le caratteristiche di un uomo che non si rassegna ad un “no”!
Monia Cannistraci
2 commenti
Curioso come abbia attecchito la versione romantica.
Dio guardone… ^_^… In tutte le culture le divinità hanno comportamenti simili a quelli umani. Ciò sorprende e fa pensare alla “scandalosa” ipotesi secondo la quale non è Dio ad aver creato l’uomo ma bensì il contrario.
Una curiosa considerazione è che la donna non è felice neanche con il suo uomo/Dio… cosa vorrà mai per poterlo essere?
Caro Pepe,
forse è vero che noi donne non siamo mai contente…. 🙂 ma in termini di amore se è forzato e non corrisposto poco importa che si tratti di un dio o un mezzo uomo,non pensi?