Sophie Kinsella firma una nuova commedia romantica, Fermate gli sposi!, pubblicata nel 2013, in questo libro non mancano le sue proverbiali trovate condite da un insuperabile senso dell’umorismo.
“Gli ho comprato un anello di fidanzamento. Ho fatto male?
Cioè, non è un anello da donna. È una semplice fascia con un diamante minuscolo, che il tizio del negozio mi ha convinto a comprare. Se non gli piace il diamante, può sempre girarlo verso il basso.”
Lottie non vede l’ora di sposarsi. Con l’uomo giusto, naturalmente: non ne può più di lunghe relazioni con fidanzati che sul più bello non se la sentono di impegnarsi davvero. E così quando anche Richard, che lei è convinta stia per farle la tanto attesa proposta, la delude, decide su due piedi che è ora di passare all’azione e accetta di convolare a nozze con Ben, un flirt estivo conosciuto per caso su un’isola greca molti anni prima e che lei non ha mai più rivisto. Ben si è appena rifatto vivo, e basta una cena per far scoccare nuovamente la scintilla tra i due: perché perdere tempo in inutili preparativi? Presto! Ci si sposa in quattro e quattr’otto e via per un’indimenticabile luna di miele nel luogo che ha visto nascere il loro amore. Ma non tutti la pensano così: Fliss, la sorella di Lottie, e Lorcan, il socio in affari di Ben, sono contrarissimi e preoccupatissimi. Bisogna intervenire subito. I due sabotatori partono all’inseguimento dei neosposi che devono essere fermati a tutti i costi, prima che avvenga l’irreparabile… Le conseguenze saranno disastrosamente comiche per tutti.
“Mentre mi sistemo i capelli, ripenso ad altri appuntamenti romantici. Ad altri inizi. Mi sono chiusa in così tanti bagni nel corso degli anni a pensare mentre mi riapplicavo il rossetto: “Sarà lui quello giusto?”. Ogni volta ho provato la stessa speranza, la stessa trepidazione. Allora dov’è che ho sbagliato? Che cosa posso cambiare? Che cosa posso non fare che di solito invece faccio?”
In Fermate gli Sposi! la Kinsella si sperimenta con romanzo dalla narrazione “Corale”, dando voce non solo ad un protagonista, ma a due, le sorelle Graveney, ed alternando capitolo dopo capitolo la voce di Fliss a quella di Lottie, ed aggiunge alle sue pagine anche una dose maggiore di sesso.
Non amo moltissimo questa scrittrice perchè la trovo sempre molto eccessiva, rasentando più il demenziale che il comico, e le recensioni al riguardo sono molto contrastanti, per molti è il libro più brutto che abbiano mai letto, per altri è passabile, io sinceramente non ho il coraggio di leggerlo, l’ultimo suo libro è ancora lì, fermo a metà, che mi aspetta.
Prologo
ARTHUR
Ah, i giovani! Con quel loro correre, preoccuparsi e volere subito tutte le risposte… Povere creature tormentate, mi sfiniscono.
Non tornate indietro, dico sempre. Non tornate indietro.
La giovinezza è ancora là dove l’avete lasciata, e là deve rimanere. Non tornate indietro.
Tutto quello che valeva la pena di portare con sé nel viaggio della vita, ve lo siete già preso.
Sono vent’anni che lo ripeto, ma mi danno retta? Col cavolo. Ecco che ne arriva un altro. È lì che ansima e sbuffa mentre sale in cima allo scoglio. Avrà poco meno di quarant’anni, immagino. Sembra abbastanza un bell’uomo, stagliato contro il cielo azzurro. Assomiglia vagamente a un politico. O no? Forse a una star del cinema.
Non mi ricordo la sua faccia, anche se non vuol dire niente. Negli ultimi tempi, quando do una sbirciata allo specchio, fatico persino a ricordare la mia, di faccia. Lo vedo scrutare il paesaggio e individuare me, seduto sotto il mio olivo preferito.
«Lei è Arthur?» mi domanda all’improvviso.
«Mi hai beccato.»
Lo studio con occhio esperto. Sembra ricco. Ha addosso una di quelle polo di marca. Probabilmente è il tipo da scotch doppio.
«Avrai voglia di bere qualcosa» propongo con garbo. È sempre utile deviare sin da subito la conversazione verso il bar.
«Non voglio bere» dice. «Voglio sapere che cosa è successo.»
Soffoco uno sbadiglio, è più forte di me. È così prevedibile. Vuole sapere che cosa è successo. Un altro promotore finanziario in preda a una crisi di mezza età che ritorna sulla scena della sua giovinezza. La scena del crimine. Lasciala lì dov’era, vorrei rispondere. Girati. Torna alla tua problematica vita da adulto, perché qui non troverai nessuna soluzione.
Lui però non mi crederebbe. Non mi credono mai.
«Caro ragazzo» ribatto con gentilezza. «Sei cresciuto, ecco che cosa è successo.»
«No» insiste lui impaziente, sfregandosi la fronte sudata. «Lei non ha capito. Sono qui per un motivo. Mi ascolti.» Avanza di qualche passo, una sagoma alta e imponente contro il sole, il bel volto deciso a ottenere quello che vuole. «Sono qui per un motivo» ripete. «Non avrei voluto immischiarmi, ma è più forte di me, devo farlo. Voglio sapere che cosa è successo esattamente…»