Masterpiece con sorpresa mi è piaciuto, sicuramente non sono la più qualificata per dare giudizi in merito, ma posso esprimere comunque le mie sensazioni.
Ieri sera si è aperta la prima puntata con uno sguardo sui provini dei cinquecento aspiranti scrittori che hanno superato la selezione su quasi 5.000 dattiloscritti inviati.
Il programma sembra un equilibrista su un filo, basta pochissimo per cadere nel brutto, avvolte oscilla, ma resta in piedi cercando di camminare perfettamente dritto. Ho seguito il programma leggendo anche i commenti dei vari social network, e davvero non capisco, si parla tanto di produzioni televisive dove manca cultura, dove non si parla di libri, e poi quando qualcuno cerca di fare qualcosa di diverso, magari cercando di avvicinandosi ai giovani attraverso la formula talent al momento di moda, ci sono le critiche, non riesco a capire la ricerca frenata di perfezione, o si crea qualcosa di perfetto, di alto o meglio niente?
Il programma non è perfetto, ma lo vedo come un piccolo spiraglio ai tanti talent stupidi che si vedono in TV, per chi ha sky può capire meglio ciò di cui parlo.
Si può essere d’accordo o no ai talent in genere, poi il pensiero di creare scrittori a tavolino fa rabbrividire, ma credo che succeda già da tempo (occhio non vede cuore non duole). Ben venga qualsiasi idea che faccia venir voglia di leggere, l’unica pecca è l’orario, troppo tardi ed è un peccato.
Si dice che un buon libro è quello che vuoi che non finisca, credo che questa regola valga per molte cose compresi i programmi TV e ieri sera avrei voluto che continuasse.
Questa settimana la classifica è caratterizzata da ben quattro novità, che promettono di insidiare le posizioni che appaiono consolidati.
1.
Sempre al vertice Fabio Volo, con La strada verso casa, incentrato sul rapporto tra due fratelli tanto diversi tra loro.
Marco non ha mai scelto, perché ha paura che una scelta escluda tutte le altre. Non ha mai dato retta a nessuno, solo a se stesso. Sembra dire a tutti: amatemi pure, ma tenetevi lontani. Andrea, suo fratello maggiore, ha deciso da subito come doveva essere la sua vita, ha sempre fatto le cose come andavano fatte. È sposato con Daniela, una donna sobria ed elegante. Insieme avrebbero potuto essere perfetti. Marco invece ha molte donne, e Isabella. Lei è stata la sua prima fidanzata. Con lei ha passato quelle notti di magia in cui la bellezza dilata il tempo e la felicità strappa le promesse. Ma neanche con lei è mai riuscito a decidersi, a capire che la libertà non è per forza mancanza di responsabilità. E così continua a vivere in folle, senza mai mettere una marcia, fare una scelta. Se non che a volte la vita che hai sempre tenuto sotto controllo inizia a cadere a pezzi. Il nuovo romanzo di Fabio Volo racconta la storia di due fratelli che gli eventi costringono ad avvicinarsi, a capirsi di nuovo. E di un inconfessabile segreto di famiglia che li segue come un fantasma. Racconta una grande e tormentata storia d’amore che attraversa gli anni, e come tutte le grandi storie d’amore ha a che fare con le cose splendide e con quelle terribili della vita. Racconta il dolore che piega in due e la felicità che fa cantare inventandosi le parole. Ci fa ridere, commuovere, emozionare.
2.
Si conferma in seconda posizione Il bordo vertiginoso delle cose, storia di amicizie e segreti, di Gianrico Carofiglio.
Un caffè al bar, una notizia di cronaca nera sul giornale, un nome che riaffiora dal passato e toglie il respiro. Enrico Vallesi è un uomo tradito dal successo del suo primo romanzo, intrappolato in un destino paradossale, che ha il sapore amaro delle occasioni mancate. Arriva però il giorno in cui sottrarsi al confronto con la memoria non è più possibile. Enrico decide allora di salire su un treno e tornare nella città dove è cresciuto, e dalla quale è scappato molti anni prima. Comincia in questo modo un avvincente viaggio di riscoperta attraverso i ricordi di un’adolescenza inquieta, in bilico fra rabbia e tenerezza. Un tempo fragile, struggente e violento segnato dall’amore per Celeste, giovane e luminosa supplente di filosofia, e dalla pericolosa attrazione per Salvatore, compagno di classe già adulto ed esperto della vita, anche nei suoi aspetti più feroci. Con una scrittura lieve e tagliente, con un ritmo che non lascia tregua, Gianrico Carofiglio ci guida fra le storie e nella psicologia dei personaggi, indaga le crepe dell’esistenza, evoca, nella banalità del quotidiano, “quel senso di straniamento che ci prende quando viaggiamo per terre sconosciute e lontane”. Romanzo di formazione alla vita e alla violenza, racconto sulla passione per le idee e per le parole, storia d’amore, implacabile riflessione sulla natura sfuggente del successo e del fallimento, “Il bordo vertiginoso delle cose” può essere letto in molti modi…
3.
La prima novità si aggiudica il terzo posto. Francesco Piccolo è un uomo di sinistra, e lo è da molti anni. La sua profonda convinzione politica si esprime in questo romanzo fortemente autobiografico, Il desiderio di essere come tutti, nel quale racconta le difficoltà e le delusioni di chi ha profondamente creduto in certi ideali e ancora vorrebbe portarli avanti, partendo dalla fine degli anni ’70 fino ad oggi. Un racconto nel quale anche chi non condivide le sue idee politiche, potrà comunque rispecchiarsi.
4.
E’ politicamente schierato anche Michele Serra, che con Gli sdraiati, che entra oggi in quarta posizione, prende spunto dalle sue difficoltà di padre che vorrebbe un aperto dialogo col figlio adolescente, ma scopre quanto possa essere difficile, se non a tratti impossibile, anche solo catturare la sua attenzione, mettendo così allo scoperto il lato umoristico dei risultati di quell’educazione di stampo amichevole, che spesso non dà i risultati desiderati.
5.
Di tutt’altro genere il libro al quinto posto. Già dal titolo Banchieri. Storie dal nuovo banditismo globale, si capisce che Federico Rampini non ha una gran considerazione delle persone che gravitano intorno all’economia mondiale. L’autore spiega da cosa, a suo parere, è derivata la crisi che, dal 2008, pare aver trascinato tutto il mondo in una specie di gorgo dal quale non si riesce ad uscire e non esita ad imputare le colpe al sistema bancario, l’unico a non uscirne sconfitto, ma anzi, perfino rafforzato.
6.
Scende ed è sesto La banda Sacco, storia vera, accaduta nella Sicilia dei primi anni del secolo scorso e mirabilmente narrata da Andrea Camilleri.
“All’inizio, nel secondo Ottocento, c’è il patriarca Luigi Sacco, bracciante d’ingegno e passione. Vengono poi i discendenti, grandi lavoratori tutti, e socialisti, tra emigrazione transoceanica e chiamata alle armi nella Grande Guerra, malversazioni e canaglierie di rozzi capimafia con alle spalle pupari altolocati, che prosperano nella latitanza dello Stato e sanno come avvantaggiarsi nella tragica notte del fascismo, nonostante il pugno di ferro del prefetto Mori (e grazie ad esso, anzi) che seppe abbattersi anche sui comuni oppositori politici. I cinque fratelli Sacco conoscono la disperazione a vivere in un regime di mafia. Si danno alla latitanza. Si sentono investiti di un ruolo di supplenza nella lotta (armata) contro i persecutori mafiosi. Diventano giustizieri solitari, nel silenzio ottuso dell’omertà: cittadini eslègi di uno Stato che non ha saputo garantirli. Vengono arrestati, processati, e inventati come “banditi” e predoni d’assalto. In carcere conoscono l’antifascismo. Incontrano Umberto Terracini e incrociano Gramsci. Il succo della storia, di questo western nostrano di onest’uomini indotti e costretti a farsi vendicatori, è di declinazione manzoniana: ‘I provocatori, i soverchiatori, tutti coloro che, in qualunque modo, fanno torto altrui, sono rei, non solo del male che commettono, ma del pervertimento ancora a cui portano gli animi degli offesi’.” (Salvatore Silvano Nigro)
7.
Guadagna una posizione Milan Kundera, con La festa dell’insignificanza, considerato da molti critici un vero compendio del suo modo di scrivere.
Gettare una luce sui problemi più seri e al tempo stesso non pronunciare una sola frase seria, subire il fascino della realtà del mondo contemporaneo e al tempo stesso evitare ogni realismo – ecco “La festa dell’insignificanza”. Chi conosce i libri di Kundera sa che il desiderio di incorporare in un romanzo una goccia di “non serietà” non è cosa nuova per lui. Nell’Immortalità Goethe e Hemingway se ne vanno a spasso per diversi capitoli, chiacchierano, si divertono. Nella Lentezza, Vera, la moglie dell’autore, lo mette in guardia: “Mi hai detto tante volte che un giorno avresti scritto un romanzo in cui non ci sarebbe stata una sola parola seria … Ti avverto però: sta’ attento”. Ora, anziché fare attenzione, Kundera ha finalmente realizzato il suo vecchio sogno estetico – e “La festa dell’insignificanza” può essere considerato una sintesi di tutta la sua opera. Una strana sintesi. Uno strano epilogo. Uno strano riso, ispirato dalla nostra epoca che è comica perché ha perduto ogni senso dell’umorismo.
8.
Scende E l’eco rispose, romanzo dedicato ai rapporti tra fratelli, di Kaled Hosseini.
Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c’è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all’isola greca di Tinos, Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l’una per l’altra.
9.
Scivola al nono posto L’amore, la sfida, il destino, il volume con il quale Eugenio Scalfari conclude il viaggio dentro se stesso che aveva iniziato anni fa.
Al tavolo dove si gioca la nostra sorte, siedono Eros, signore dei desideri; Narciso, simbolo dell’amore che ciascuno ha per se stesso; il Destino, la fatalità contro cui niente possiamo; Edipo, la trasgressione. E infine la Morte, al nostro fianco da sempre, anche se non sappiamo quando e come verrà. Concludendo un percorso cominciato nel 1994 con “Incontro con Io” e proseguito fino a “L’uomo che non credeva in Dio”, “Per l’alto mare aperto” e “Scuote l’anima mia Eros”, Eugenio Scalfari mette ora al centro della sua riflessione la partita della vita, e le regole complesse con cui si alternano al gioco gli istinti, i sentimenti, la coscienza ragionante, la nostra identità. I momenti autobiografici, le narrazioni, gli incontri, i ricordi, sono sempre sorretti da un’inesauribile tensione intellettuale e filosofica ma capaci di aprirsi, ora piú che mai, anche alle passioni e agli slanci, persino alla malinconia.
10.
L’ultima nuova entrata di oggi chiude il gruppo dei primi dieci libri più venduti della settimana. Si tratta di un giallo, scritto da un autore siciliano, Santo Piazzese, che può vantare Andrea Camilleri tra i suoi estimatori. Per Blues di mezz’autunno, torna il suo personaggio più amato, Lorenzo La Marca, un detective per passione, laureato in biologia, che questa volta non è in Sicilia, ma a Erice, dove incontra casualmente un suo ex compagno di università. Parlando, riaffiorerà un antico segreto legato a La Spada dei turchi, un insieme di scogli molto suggestivo, snobbato dal turismo di massa e frequentato da persone un po’ eccentriche. Questo avvenimento del loro passato, li unisce molto più di quanto non facciano il carattere, praticamente opposto, e gli anni passati in facoltà: riguarda un misterioso incidente di mare, mai completamente chiarito. Chissà se adesso lui riuscirà a scoprire quelle risposte che da troppo tempo mancano.
Ci salutano Il calice della vita, di Glenn Cooper, Argento vivo, di Marco Malvaldi, Gicare da uomo di Javier Zanetti e Dialogo tra credenti e non credenti di Papa Francesco e Eugenio Scalfari.
1 commento
Non ho visto Masterpiece, ero fuori casa, ma sono d’accordo con te che il malvezzo di criticare sempre e comunque è incomprensibile. Soprattutto è una caratteristica che sembra dettata più da ottusa presunzione, piuttosto che da un senso critico costruttivo.