Le parole di luce è il secondo volume della serie fantasy Runemarks dell’autrice inglese Joanne Harris, pubblicato nel novembre 2013.
Dopo Le parole segrete che nel 2007 ha segnato il debutto dell’autrice nella narrativa fantasy con la serie Runemarks basata sulla mitologia nordica, una serie che accontenta sia un pubblico adulto, ma anche di ragazzi, tornano le stesse ambientazioni e atmosfere misteriose in questo seguito.
“Mentre la maggior parte delle persone faceva il possibile per impedirsi di sognare, Maggie divenne una cacciatrice di sogni. E più sognava, più prese a capire che era qui, fra le rovine della Città Universale, che la Fine del Mondo era destinata a cominciare, e che lei avrebbe avuto un ruolo da svolgere. Era questo pensiero, e non i libri o i topi, a condurre qui Maggie ogni notte per scendere in passaggi deserti, leggere testi strani e dimenticati, girare chiavi mezze divorate dalla ruggine e sognare il giorno glorioso in cui ogni cosa che aveva desiderato per tutta la vita si sarebbe d’un tratto avverata. Un giorno sarebbe successo. Un giorno sarebbe venuto il suo momento.”
Maddy e Maggie hanno la stessa età, ma non potrebbero essere più diverse.
Maddy è coraggiosa e ribelle; Maggie, invece, ama le regole e la disciplina.
La sua passione sono i libri antichi. E solo immersa tra quelle pagine che riesce a non sentirsi sola. Eppure c’è qualcosa di misterioso che unisce le due ragazze nel profondo.
Un marchio sulla loro pelle: una runa. Un simbolo considerato da tutti una maledizione, un flagello. Perché nel mondo dove vivono Maddy e Maggie la magia è proibita. Giocare è vietato. E sognare è considerato il più terribile dei peccati. Ma c’è qualcuno che non ha paura di quel segno antico.
Adam, un sorriso che toglie il fiato e due occhi azzurri impenetrabili dietro cui si nasconde un oscuro passato.
All’inizio Maggie cerca di allontanarlo, ma poi non riesce a resistere alla forza sconosciuta che la attira verso di lui: il ragazzo è l’unico a conoscere il segreto scritto nella runa.
Un segreto che parla di lei, delle sue origini e della scomparsa della sua famiglia.
Un segreto che custodisce una minacciosa profezia che sta per compiersi: il loro mondo e il loro amore sono in pericolo.
Maggie è la sola in grado di difenderli. Ma per farlo deve essere pronta ad accettare il suo destino.
Un destino che la lega in modo indissolubile a Maddy. Le due ragazze hanno bisogno luna dell’altra. Finalmente sono vicine come non mai, ma allo stesso tempo inesorabilmente lontane.
“C’era qualcosa nella lealtà assoluta, la devozione acritica, la pazienza infinita, l’indulgenza perpetua e la generale incapacità di credere che una persona amata potesse mai fare qualcosa di sbagliato che, francamente, gli faceva venire solo la pelle d’oca.”
Libro difficile, l’idea dell’autrice è molto interessante e spinge il lettore ad intraprendere quessta lettura, che però risulta poco scorrevole e forzata. Tanti personaggi che si perdono in una storia dov’è con grande fatica si riesce a districarsi, dovendo tornare frequentemente alle pagine precedenti per trovare il filo. L’autrice pecca di troppa fantasia che non riesce a concentrare e descrivere in modo piacevole.
Cinque minuti dopo la mezzanotte alla Fine del Mondo, tre anni dopo la Fine del Mondo e, al solito, non c’era nulla da vedere o da sentire nelle catacombe della Città Universale, tranne, ovvio, i topi e (se ci credevi) i fantasmi dei morti.
Maggie Rede non aveva paura di nessuno dei due. Una ragazza alta, magra, con scure sopracciglia diritte e occhi di un curioso grigio-ambra, vestita con un velo bianco sul capo, del tipo che gli abitanti della Fine del Mondo chiamavano bergha, e una tunica scarlatta sopra gambali e stivali, era l’unica custode rimasta di quelle catacombe abbandonate, e i topi erano la sua preda speciale. Con balestra o fionda riusciva a centrarne uno da trecento passi senza mancare un colpo; i ratti a questo punto la conoscevano molto bene, e se ne stavano buoni quando Maggie era in cerca di prede.
Quanto ai fantasmi, Maggie aveva percorso i passaggi segreti ogni notte per quasi tre anni e non ne aveva mai scorti. C’erano ancora racconti di una terribile battaglia avvenuta qui, con diecimila dell’Ordine annientati in un solo giorno. Ma di loro non c’era traccia, né del nemico che avevano combattuto. Nemmeno i fantasmi raccontavano quella storia.
Fuori, va da sé, le storie abbondavano, ma Maggie Rede diffidava di storie simili e ancor di più della gente che le raccontava, e le ignorava esattamente come faceva con i fantasmi, concentrandosi invece su ciò che poteva vedere e allontanando i topi dalle catacombe.
Il Libro del Bene, certo, aveva una propria versione dei fatti. Secondo il Libro dell’Apocalisse, i diecimila si erano immolati alla Beatitudine, un’epoca predetta sin dalla nascita della Nuova Era, quando l’Innominato avrebbe chiamato i fedeli alle armi ed essi si sarebbero scrollati di dosso la carne mortale per rinascere nei loro corpi perfetti sulle rive del Primo Mondo.
Maggie credeva nel Libro del Bene. Come suo padre e i suoi fratelli prima di lei, era una vera seguace dell’Ordine e, se anche lei fosse stata un maschio, a questo punto avrebbe conosciuto la Beatitudine, e sarebbe stata portata nella Cittadella Celeste invece di essere lasciata a occuparsi della confusione della Fine del Mondo.
1 commento
Una storia sicuramente coinvolgente, da leggere tutta d’un fiato.