Il cacciatore del buio è un romanzo di Donato Carrisi, pubblicato nel 2014, un thriller dove ritroviamo i protagonisti del Il tribunale delle anime, la foto-rilevatrice Sandra Vega che incrocia nuovamente il destino con quello del penitenziere Marcus per una nuova indagine su un serial killer efferato che colpisce coppiette appartate accanendosi sulle donne.
“Il Male è la regola. Il Bene è l’eccezione.”
«Se non sarà fermato, non si fermerà»
Non esistono indizi, ma segni. Non esistono crimini, solo anomalie. E ogni morte è l’inizio di un racconto.
Questo è il romanzo di un uomo che non ha più niente – non ha identità, non ha memoria, non ha amore né odio – se non la propria rabbia… E un talento segreto. Perché Marcus è l’ultimo dei penitenzieri: è un prete che ha la capacità di scovare le anomalie e di intravedere i fili che intessono la trama di ogni omicidio. Ma questa trama rischia di essere impossibile da ricostruire, anche per lui.
Questo è il romanzo di una donna che sta cercando di ricostruire se stessa. Anche Sandra lavora sulle scene del crimine, ma diversamente da Marcus non si deve nascondere, se non dietro l’obiettivo della sua macchina fotografica.
Perché Sandra è una fotorilevatrice della polizia: il suo talento è fotografare il nulla, per renderlo visibile. Ma stavolta il nulla rischia di inghiottirla.
Questo è il romanzo di una follia omicida che risponde a un disegno, terribile eppure seducente.
E ogni volta che Marcus e Sandra pensano di aver afferrato un lembo della verità, scoprono uno scenario ancora più inquietante e minaccioso.
Questo è il romanzo che leggerete combattendo la stessa lotta di Marcus, scontrandovi con gli stessi enigmi che attanagliano Sandra, vivendo delle stesse speranze e delle stesse paure fino all’ultima riga.
Questa seconda avventura è un thriller che tocca varie corde dal psicologico a quello esoterico, anche questa volta l’autore ci presenta una storia complessa, ma più scorrevole, difficile staccarsi dalla lettura, consiglio di leggere prima il precedente, per chi non conosce i protagonisti potrebbe avere la sensazione che in questo siano poco approfonditi.
Veniamo al mondo e moriamo dimenticando.
Lo stesso era accaduto a lui. Era nato una seconda volta, ma prima era dovuto morire. Il prezzo era stato dimenticare chi fosse.
Io non esisto, continuava a ripetersi, perché era l’unica verità che conoscesse.
Il proiettile che gli aveva perforato la tempia si era portato via il passato e, con esso, la sua identità. Invece non aveva intaccato la memoria generale e i centri del linguaggio, e – stranamente – parlava varie lingue.
Quel singolare talento per gli idiomi era l’unica cosa certa di sé.
Mentre, a Praga, attendeva in un letto di ospedale di scoprire chi era, una notte si era svegliato e al suo capezzale aveva trovato un uomo dall’aspetto mite, con i capelli neri pettinati con la riga da una parte e il volto di un ragazzino. Gli aveva sorriso, pronunciando solo una frase.
«Io so chi sei.»
Quelle parole avrebbero dovuto liberarlo, invece erano state solo il preludio a un nuovo mistero, perché, a quel punto, l’uomo vestito di scuro gli aveva messo davanti due buste sigillate.
In una, gli aveva spiegato, erano custoditi un assegno al portatore di ventimila euro e un passaporto con un nome inventato a cui mancava solo la fotografia.
Nell’altra c’era la verità.