I love shopping a Hollywood, con questo libro, pubblicato nel 2014, Sophie Kinsella regala ai suoi fan un’altra avventura della sua amata Becky, mitica protagonista di ben sei romanzi della serie “I Love Shopping”, sempre costellata dalle innumerevoli disavventure.
“Quando esco di nuovo in Rodeo Drive e la tiepida aria primaverile mi avvolge, mi sento al settimo cielo. Mi piacerà moltissimo vivere a Los Angeles, lo so e basta. Tutto quello che si dice su questa città è vero. Il sole brilla nel cielo, la gente ha denti superbianchi e le case sembrano set cinematografici. Ho visto alcune ville in affitto e hanno tutte la piscina. È come se fosse una cosa normale, tipo un frigo.”
Becky è tornata! Becky Bloomwood non sta più nella pelle, si è appena trasferita con la piccola Minnie nientemeno che a Hollywood, per stare al fianco del marito Luke che ha una nuova importante cliente, Sage Seymour, l’attrice del momento, di cui lui curerà carriera e immagine.
Per Becky è un sogno che si trasforma in realtà, ed è più che comprensibile che sia molto gasata: è convinta infatti che d’ora in poi potrà dare una svolta decisiva al suo lavoro di personal shopper per diventare invece la personal stylist di Sage e perché no, la stilista più acclamata e ricercata da tutte le star…
E poi ci sono così tante cose da fare e da vedere! Per fortuna arriva a darle una mano Suze, la sua fedele amica di sempre, che decide di raggiungerla con il marito. Tra location alla moda, red carpet, centri di meditazione e yoga per multimilionari e set cinematografici, Becky non vuole perdersi niente, d’altra parte non esiste solo lo shopping, ma spinta da troppo entusiasmo finisce per complicarsi la vita alleandosi con la grande rivale di Sage.
Luke non lo sa, naturalmente, e Hollywood non perdona.
Ben presto Becky scopre che le cose non sono affatto come sembrano. Riuscirà ancora una volta a tirarsi fuori dai guai grossi nei quali si è cacciata?
“Il fatto è che a Hollywood le cose vanno così e ti ci devi abituare. Sì, all’inizio ti pare tutto assurdo e caotico, ma poi comincia gradualmente a sembrarti più normale. Loro hanno ragione. È tutto un gioco e tutti ci giocano: le star, i giornalisti, il pubblico. E se non hai voglia di giocare, allora forse non dovresti neppure venirci, a Hollywood.”
Secondo le recensioni che di trovano sul web, questo libro ha deluso, forse per le troppe aspettative dei fan o forse colpa del libro, che sembra stirato a tal punto da far crede che tutto sia stato creato solo per vendere il più possibile, ipotesi avallata anche dal fatto che il romanzo si conclude con un cliffhanger. Molti dei fan leggono questi tipo di storie proprio perché succedono un sacco di guai ma alla fine si risolve tutto, in questo caso invece si sono sentiti traditi, e non hanno potuto godere di quella sensazione rassicurante del finale.
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Okay. Niente panico. Niente panico.
Ne verrò fuori. Certo che ne verrò fuori. Non rimarrò intrappolata in questo orribile spazio angusto, senza speranza di uscirne, per sempre… vero?
Valuto la situazione con la maggiore calma possibile. Ho le costole talmente compresse che faccio fatica a respirare, e il braccio sinistro bloccato dietro la schiena. Chiunque abbia inventato questo “tessuto contenitivo” sapeva il fatto suo. Anche il braccio destro è incastrato in una posizione assurda. Se tento di spostare in avanti le mani, il “tessuto contenitivo” mi sega i polsi. Sono immobilizzata. Impotente.
Vedo la mia faccia livida riflessa nello specchio. Ho gli occhi sbarrati e disperati. Le braccia legate da lucide fasce incrociate. Una dovrebbe essere una bretella? Quella specie di cintura dovrebbe stare intorno alla vita?
Oh, mio Dio. Non avrei mai dovuto provare la taglia trentasei.
«Come va lì dentro?» Mindy, la commessa, mi chiama da dietro la tenda del camerino e io faccio un salto per lo spavento. Mindy è alta e slanciata, con un paio di cosce muscolose separate l’una dall’altra da diversi centimetri. Ha tutta l’aria di una che corre su per una montagna ogni giorno e un KitKat non sa neanche che cos’è.
Mi ha chiesto tre volte come andava e io le ho sempre strillato: “Benissimo, grazie!”. Ma comincio a essere disperata. Sono dieci minuti che lotto con questa “tuta modellante”. Non posso evitare la commessa in eterno.
«Un tessuto fantastico, vero?» dice Mindy entusiasta. «Ha una capacità contenitiva tre volte superiore a quella dell’elastan normale. Una taglia la toglie tutta, vero?»
Sarà, solo che ho perso anche la mia capacità polmonare.
«Tutto a posto con le bretelle?» continua Mindy. «Vuole che entri nel camerino per sistemargliele?»
Entrare nel camerino? Non permetterò mai a una losangelina alta, abbronzata e atletica di entrare qui dentro e vedere la mia cellulite.