Il Principe Lestat, il nuovo romanzo di Anne Rice, pubblicato in ottobre 2014, a dieci anni dall’ultimo romanzo della serie Cronache dei vampiri, in questo undicesimo capitolo ritorna Lestat de Lioncourt, assoluto protagonista della saga.
«Pensavo di non aver più nulla da scrivere su Lestat, ma lui è tornato, con un sacco di cose da dire. Ho ricominciato a leggere i miei libri con sguardo nuovo e mi sono venute molte idee: volevo capire come Lestat avrebbe reagito in circostanze nuove, inaspettate».
Dolenti e magnifici, specchio oscuro delle nostre più ancestrali paure e del nostro eterno e inappagabile desiderio di immortalità, i vampiri sono tra noi. Vittime delle loro passioni, si muovono seduttivi e terribili nel mondo di oggi come in quello di ieri, scavalcando le ere e i confini geografici nello spazio di un giorno, pronti a scatenare le antiche e potenti forze della notte sul mondo ignaro, pronti a succhiare il sangue umano per vivere… Se può essere considerata vita la loro eterna dannazione.
Ma ora qualcuno (qualcosa?) sta colpendo il mondo cristallizzato e terribile dei Non Morti. Da Parigi a Mumbai, da Hong Kong a Kyoto a San Francisco, una Voce misteriosa spinge i Bevitori di Sangue a combattersi tra loro, e sembra essere tornato il tempo dei Grandi Roghi, un massacro che ricorda quello effettuato da Akasha, la madre di tutti i vampiri, dall’America contemporanea all’Antico Egitto, alla Cartagine del IV secolo e via alla Venezia del Rinascimento e alla Roma del XIV secolo, tornano e si intrecciano in queste pagine i personaggi che hanno popolato l’immaginario dei lettori:l’eternamente giovane Armand, il cui volto ricorda un angelo del Botticelli, Mekare e Mahaaret, Pandora e Flavius, e ancora David Talbot, il superiore generale dell’organizzazione segreta del Talamasca e su tutti domina il grande assente, pericoloso, ribelle fuori legge, l’abbagliante Principe Lestat, forse unica speranza di salvezza per i Non Morti.
Anche il Principe Lestat la sente sussurrare e piangere nella propria mente. Che cosa vuole la Voce? Come potrà la tribù dei Non Morti sconfiggere questa forza immane che ha gettato tutti nel panico?
“C’è una Voce che solo loro possono sentire. Una Voce che non parla alle loro orecchie, né alla loro mente, ma direttamente al loro sangue. Una Voce di morte.”
Consiglio di rileggere qualche libro della saga, specialmente La regina dei dannati, ci sono molti riferimenti che la Rice da per scontato e che le lacune della nostra memoria potrebbero far perdere il gusto della lettura.
Le recensioni non sono molto positive, ma l’amore verso i personaggi della saga ci costringono a leggerlo, i personaggi sono tanti e descritti in modo superficiale, la parte centrale del romanzo è prolissa, ogni capitolo un personaggio nuovo e dà la sensazione di non arrivare da nessuna parte, nel finale, però, si riprende. Una cosa che non posso perdonare è la presenza di Lestat, davvero troppo sporadica, il titolo inganna.
All’inizio erano gli spiriti, creature invisibili, udite e viste solo dagli stregoni e dalle streghe più potenti. Alcuni erano considerati malvagi, altri invece stimati perché benevoli. Erano capaci di ritrovare oggetti perduti, spiare nemici e, saltuariamente, influire sulle condizioni climatiche.
Due grandi streghe, Mekare e Maharet, vivevano in una splendida vallata sotto il monte Carmelo e comunicavano con gli spiriti, uno dei quali, il magnifico e potente Amel, durante le sue incursioni riuscì a bere sangue da esseri umani. Minuscole particelle di sangue si introdussero nel suo mistero alchemico, benché nessuno sapesse in che modo. Amel amava la strega Mekare ed era sempre ansioso di servirla. Lei lo vedeva come nessun’altra strega aveva mai fatto, e lui la amava per questo.
Un giorno giunsero delle truppe nemiche, soldati della potente regina d’Egitto, Akasha, che voleva le streghe, la loro sapienza e i loro segreti.
La malvagia sovrana distrusse la valle e il villaggio di Mekare e Maharet, e con la forza trascinò le due sorelle nel proprio regno.
Amel, il furioso spirito familiare della strega Mekare, cercò di punire la regina.
Quando giacque moribonda, pugnalata ripetutamente da cospiratori della sua stessa corte, entrò in lei, fondendosi con il suo corpo e il suo sangue e conferendole una nuova e terrificante vitalità.
Tale fusione diede origine a una nuova entità: il vampiro, il bevitore di sangue.
Nel corso dei millenni, dal sangue della grande regina vampiro, Akasha, nacquero tutti gli altri immortali del mondo. Lo scambio di sangue rappresentava il metodo di procreazione.
Per punire le gemelle che si opponevano a lei e al suo nuovo potere, Akasha accecò Maharet e strappò la lingua a Mekare ma, prima che le due fossero giustiziate, il suo maestro di palazzo, Khayman, lui stesso da poco trasformato in un bevitore di sangue, donò loro il potente Sangue.
Khayman e le due sorelle capeggiarono un’insurrezione contro Akasha ma non riuscirono a cancellare il culto dei bevitori di sangue. Alla fine le gemelle vennero catturate e separate, bandite ed esiliate, Maharet nel mar Rosso e Mekare nell’immenso oceano a ovest.
Maharet approdò ben presto su coste note e prosperò, ma Mekare, condotta al di là dell’oceano, fino a terre ancora inesplorate e senza nome, scomparve dalla storia.
Questo succedeva seimila anni fa.
Dopo duemila anni la splendida regina Akasha e il marito, re Enkil, smisero di parlare, conservati come statue in un sacrario da anziani e sacerdoti convinti che Akasha racchiudesse il Sacro Nucleo e che, se mai fosse stata annientata, tutti i bevitori di sangue del mondo sarebbero periti con lei.
Ma quando giunse l’era volgare, la storia della Genesi del Sangue era già stata completamente dimenticata. Soltanto pochi immortali anziani la tramandavano, pur non credendovi. Eppure alcuni dei del sangue, vampiri dediti all’antica religione, regnavano ancora in sacrari sparsi in giro per il mondo.
Rinchiusi in alberi dal tronco cavo o in celle in muratura, rimanevano assetati di sangue fino ai banchetti sacri, quando si vedevano portare delle offerte: malfattori da giudicare e condannare di cui cibarsi.