Ci sono piccoli libri, semplici che sembrano quasi banali, ma che hanno un potere straordinario, quasi magico e terapeutico, sono libri del cuore che spesso restano con noi tutta la via, hanno saputo infonderci coraggio, serenità, hanno fermato le inutili corse quotidiane dandoci la possibilità di respirare.
Sono libri che dovrebbero legge tutti almeno una volta nella vita e pensando al Natale che sta arrivando posso essere un regalo prezioso.
Ho scelto 5 libri di questo tipo da proporvi:
Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry. Una favola senza tempo, un libro indicato per i bambini, ma che acquista un significato e un valore nuovo se letto una volta diventati grandi, un libro che si rivolge ai ragazzi e a tutti i grandi che sono stati bambini, ma non se lo ricordano più. “L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Il gabbiano Jonathan Livingstone di Richard Bach. Un classico senza tempo, la storia del gabbiano alla ricerca della libertà, che impara a volare per il gusto di farlo e non come mezzo per procurarsi il cibo, diventa così un simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore; di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica.
Il Profeta di Gibran Khalil, un libro che offre senza dubbi profonde riflessioni attraverso la saggezza del profeta Almustafa che risponde a varie domande sui grandi temi della vita e della morte, dell’amore e della fede, del bene e del male. Un libro che ha ispirato intere generazioni di giovani di ogni età, attraverso il fascino del linguaggio poetico e la semplicità di una filosofia dal piede leggero.
L’abbraccio di David Grossman, un breve, folgorante apologo sulla solitudine e sull’amore, illustrato con i disegni di Michal Rovner, un’artista nota in campo internazionale. Un libro che dovrebbe essere letto da 0 a 100 anni, un piccolissimo libro, ma di una profondità sorprendente, un abbraccio che si sente alla fine del racconto.
L’ uomo che piantava gli alberi di Giono Jean, una grande poesia si sprigiona da questo breve racconto per grandi e piccini, che insegna tanto e lascia dentro la voglia di essere migliori, ricostruire il rapporto con la natura ed il miracoli che possono scaturire dai nostri piccoli gesti quotidiani. Un libro che resta nel cuore per sempre.
La classifica dei libri di questa settimana è piena di novità e tanti cambiamenti:
1.
Anche questa settimana il podio è tutto di Gianrico Carofiglio con La regola dell’equilibrio.
È una primavera strana, indecisa, come l’umore di Guido Guerrieri. Messo all’angolo da una vicenda personale che lo spinge a riflettere sulla propria esistenza, Guido pare chiudersi in sé stesso. Come interlocutore preferito ha il sacco da boxe che pende dal soffitto del suo soggiorno. A smuovere la situazione arriva un cliente fuori del comune: un giudice nel pieno di una folgorante carriera, suo ex compagno di università, sempre primo negli studi e nei concorsi. Si rivolge a lui perché lo difenda dall’accusa di corruzione, la peggiore che possa ricadere su un magistrato. Quasi suo malgrado, Guerrieri si lascia coinvolgere dal caso e a poco a poco perde lucidità, lacerato dalla tensione fra regole formali e coscienza individuale. In un susseguirsi di accadimenti drammatici e squarci comici, ad aiutarlo saranno l’amico poliziotto, Carmelo Tancredi, e un investigatore privato, un personaggio difficile da decifrare: se non altro perché è donna, è bella, è ambigua, e gira con una mazza da baseball.
2.
Conquistano la seconda posizione Massimo Gramellini e Chiara Gamberale con Avrò cura di te.
Gioconda detta Giò ha trentacinque anni, una storia familiare complicata alle spalle, un’anima inquieta per vocazione o forse per necessità e un unico, grande amore: Leonardo. Che però l’ha abbandonata. Smarrita e disperata, si ritrova a vivere a casa dei suoi nonni, morti a distanza di pochi giorni e simbolo di un amore perfetto. La notte di San Valentino, Giò trova un biglietto che sua nonna aveva scritto all’angelo custode, per ringraziarlo. Con lo sconforto, ma anche il coraggio, di chi non ha niente da perdere, Giò ci prova: scrive anche lei al suo angelo. Che, incredibilmente, le risponde. E le fa una promessa: avrò cura di te. L’angelo ha un nome: Filemone, ha una storia. Soprattutto ha la capacità di comprendere Giò come Giò non si è mai compresa. Di ascoltarla come non si è mai ascoltata. Nasce così uno scambio intenso, divertente, divertito, commovente, che coinvolge anche le persone che circondano Giò. Uno scambio che indaga non solo le mancate ragioni di Giò: ma le mancate ragioni di ognuno di loro. Perché a ognuno di loro, grazie a Filemone, voce dell’interiorità prima che dell’aldilà, sia possibile silenziare la testa e l’istinto. Per ascoltare il cuore. Anche e soprattutto quando è chiamato a rispondere a prove complicate, come quella a cui sarà messa davanti Giò proprio dal suo fedele Filemone, in un finale che sembrerà confondere tutto. Ma a tutto darà un senso.
3.
Sale anche Jeff Kinney con Diario di una schiappa. Sfortuna nera, oggi al terzo posto.
Racconta con molta ironia le sfortunate vicende di un ragazzino di undici anni di nome Gregory Heffley, detto Greg. Frequenta la prima media e considera la scuola media la cosa più stupida che sia mai stata inventata, nel suo “giornale di bordo” dice che lo scrive perché così da grande, quando sarà ricco e famoso, non dovrà passare le giornate a rispondere a domande stupide dei giornalisti riguardo alla propria infanzia. Per Greg è un momento difficile. Il suo migliore amico Rowley passa le giornate con la fidanzata e non ha più tempo per lui. E trovarsi dei nuovi amici alla scuola media è una vera impresa. Per migliorare la sua sorte, Greg decide di affidarsi alla “Palla magica”. Basta fare una domanda e la palla fornisce tutte le risposte. Evviva! All’inizio tutto sembra funzionare a meraviglia, ma la Palla magica riuscirà a cambiare davvero le cose?
4.
Scende invece al quarto posto Andrea Cammilleri con Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano, romanzo è composto da otto racconti.
Protagonista, un giovane Montalbano, Commissario audace e senza paura, più impulsivo che riflessivo, il più possibile in compagnia di Livia, la donna con la quale nella matura età avrà un rapporto intenso ma burrascoso.
Le otto storie sono ambientate negli anni Ottanta, in un’Italia misteriosa, in cui la mafia torna ad alzare la testa e posa la sua lunga mano su droga, abusivismo, appalti e rapimenti.
5.
Al quinto posto troviamo in discesa Wilbur Smith con il suo nuovo romanzo Il dio del deserto.
Vent’anni dopo Il dio del fiume, il romanzo che ha consacrato Wilbur Smith al successo di scrittore bestseller in Italia, il re dell’avventura torna all’antico Egitto con il romanzo più avvincente, trascinante e appassionante di sempre.
I suoi libri contengono un mix di elementi irresistibile per i lettori: storia e romanzo, sentimenti e adrenalina, qualità letteraria ed energia nella scrittura, ritorna lo straordinario protagonista: Taita il mago, il medico, il poeta, il consigliere intimo del faraone Mamose e poi del figlio, Tamose.
aita, l’uomo che regge nell’ombra le sorti dell’Egitto. Non c’è pace per lui, tanto più ora che ha avuto anche l’arduo compito di occuparsi, come tutore e mentore, delle due vivaci figlie dell’amata regina Lostris. A complicare la non facile situazione si aggiungono gli affari di stato e la minaccia degli Hyksos. Che hanno ormai invaso il delta del Nilo. Costringendo il faraone a ritirarsi nel sud del paese. Per tentare di scacciarli Taita dovrà chiedere l’appoggio del re di Creta, il potente Minosse. Ma ogni alleanza vuole un pegno in cambio. E il pegno è un sacrificio estremo per Taita…
6.
Al sesto posto troviamo una novità, il giallo di Maurizio De Giovanni dal titolo Gelo per i Bastardi di Pizzofalcone.
Nella città schiaffeggiata dal vento di tramontana, dove ogni calore e ogni legame sembrano perduti, l’omicidio feroce di due ragazzi, fratello e sorella, mette i Bastardi di Pizzofalcone contro tutto e contro tutti. E li costringe ad affrontare il gelo peggiore, quello del cuore. Un giovane ricercatore di grande talento e sua sorella, una ragazza tanto bella da togliere il fiato, vengono assassinati nel loro misero appartamento. Qualcuno ha interrotto le loro vite un attimo prima che trovassero il riscatto, ma non sembra esserci movente. Lojacono e Di Nardo sono impegnati in una corsa contro il tempo. Gigi Palma, il commissario, è stato chiaro: risolvere il caso, e in fretta, non significa solo assicurare un assassino alla giustizia, ma anche salvare il commissariato di Pizzofalcone, che qualcuno desidera chiudere per lavare una macchia del passato. Avranno l’aiuto di tutti i colleghi: Romano, Aragona, Calabrese e Pisanelli. Ognuno con le proprie paure, ognuno con le proprie ferite, ognuno grato quando uno sprazzo di calore sembra allentare per un momento la morsa del freddo. Da soli erano dei reietti. Insieme sono la più formidabile squadra di poliziotti della città. Per tutti continuano a essere i Bastardi di Pizzofalcone.
7.
In settima posizione l’altra novità, Bruno Vespa con Italiani voltagabbana.
Fino all’autunno del 2013 Matteo Renzi era solo, attaccato più all’interno che all’esterno del suo partito. Nel giro di pochi mesi, molti dei suoi avversari hanno voltato gabbana, sono diventati renziani, e alcuni fanno parte della squadra di governo. Dopo la clamorosa vittoria del Pd alle elezioni europee del maggio 2014, un folto gruppo della classe dirigente del paese si è messo a disposizione del presidente del Consiglio, sperando di conquistare un ruolo di primo piano. «Ma visto che da noi non cambiava niente, l’ondata di renzismo è improvvisamente cessata» racconta il premier nel lungo colloquio accordato a Bruno Vespa per questo libro. I voltagabbana sono una costante della storia nazionale. Dal Risorgimento, quando venivamo accusati di vincere le guerre con i soldati degli altri, alla prima guerra mondiale quando in nome del «sacro egoismo» a un certo punto ci trovammo a combattere a fianco delle due fazioni opposte, per scegliere infine quella vincente. Mussolini, che voltò gabbana come interventista prima della Grande Guerra, si alleò con Hitler nella seconda. Alla caduta del fascismo, i voltagabbana furono milioni. E sulla pagina dell’8 settembre 1943 è ancora aperto il dibattito. Nella Prima Repubblica i politici cambiavano spesso corrente (specie nella Dc) piuttosto che partito, ma i tradimenti più clamorosi furono senza dubbio quelli di molti dirigenti socialisti nei confronti di Craxi. Tuttavia, il trionfo dei voltagabbana si è avuto nella Seconda Repubblica e all’alba della Terza, quella che stiamo vivendo con la riforma costituzionale. Centinaia di parlamentari hanno cambiato casacca con sconcertante disinvoltura e diversi governi sono nati e caduti con il contributo decisivo dei «senza vergogna».
8.
Anche l’ottava posizione è segnata da una novità, Alberto Angela con I tre giorni di Pompei, ricostruisce come i giorni che ne segnarono il tragico destino di Pompei, ci fa respirare le atmosfere di quei momenti, individua alcuni personaggi storicamente esistiti, la ricca matrona Rectina, un cinico banchiere, un politico ambizioso e li segue passo dopo passo, in un percorso che si può fare ancora oggi, per strade, campagne, case o locali pubblici, facendo scorrere davanti agli occhi, come in un film, la vita quotidiana (prima) e la morte (poi).
24 ottobre del 79 d.C. sembra un venerdì qualsiasi a Pompei, una città abitata da circa dodicimila persone che lavorano, vanno alle terme, fanno l’amore, Ma alle 13 dal vicino Vesuvius si sprigiona una quantità di energia pari a cinquantamila bombe atomiche e, in meno di venti ore, sotto un diluvio ustionante di ceneri e gas, Pompei è soffocata da sei metri di pomici, mentre la vicina Ercolano viene sepolta sotto venti metri di fanghi compatti. Migliaia di uomini e donne cercano di scappare, invocano gli dèi, ma trovano una morte orribile.
9.
Al nono posto troviamo il nuovo thriller di Michael Connelly con La caduta, dove ritroviamo l’ormai famoso detective del Dipartimento di Polizia di Los Angeles Harry Bosch.
È difficile arrendersi al fatto che il tempo dell’azione, delle responsabilità, della vita attiva sia finito. Soprattutto per un uomo come Harry Bosch, che ha sempre considerato il lavoro una missione. E ora che davanti a sé ha solo tre anni prima della pensione, il suo attaccamento si fa ancora più intenso, tanto da fargli vivere con ansia i giorni che precedono il momento in cui, nell’unità a cui appartiene, vengono assegnati i casi. E questa volta, di casi, gliene vengono affidati ben due. Il primo riguarda un maniaco sessuale di ventinove anni, il cui dna combacia con quello ritrovato sul cadavere di una ragazza uccisa ventun anni prima, quando lui di anni ne aveva solo otto. Come è possibile che il suo dna sia finito sul corpo della vittima? E, escludendo che il delitto sia stato commesso da un bambino, chi è il vero assassino? Ma quella stessa mattina Bosch e il suo partner vengono convocati su una nuova scena del crimine. Il figlio di un uomo politico che in tempi passati era stato vice capo della polizia e acerrimo nemico di Bosch, è stato trovato morto sul marciapiede sotto uno dei più famosi alberghi di Los Angeles, il Chateau Marmont. Suicidio o omicidio? È quello che Bosch dovrà scoprire. Nel corso delle indagini Bosch capirà che i due casi sono strettamente legati, come la doppia elica del dna, e che, sotto una superficie di per sé allarmante, si nascondono risvolti impensabili e raccapriccianti.
10.
In decima posizione Alessandro D’avenia con Ciò che inferno non è, dove con l’emozione del testimone e la potenza dello scrittore narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e ridà vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.
Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l’estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra “3P”, il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l’invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l’intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, ‘u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa…