L’Erica è una pianta perenne che dona delle splendide e durature fioriture durante la stagione autunnale ed invernale, fa parte della famiglia delle Ericacee a portamento arbustivo.
Il nome deriva dal greco eréiko «frangere», perché nell’antichità era usata come rimedio per rompere i calcoli alla vescica, veniva spesso usata per le coperture delle abitazioni povere e per fare scope, mentre il legno rossiccio della pianta è molto pregiato e viene usato per la costruzione dei fornelli da pipa.
Esistono circa 500 specie nel genere Erica differenti tra loro, tutte le specie hanno foglie sono aghiformi e leggermente carnose, in autunno o in primavera regalano una densa fioritura, i fiori sono minuti e campanulati, il colore varia dal bianco, rosa, rosso e porpora., quelle più diffuse sono: E. carnea, E. arborea, E. scoparia, E. mammosa, E. gracilis, Calluna.
E’ una pianta molto facile da coltivare, ama gli ambienti freschi ed arieggiati, ama la luce ma non quella diretta del sole, anche se sopporta bene per qualche ora il sole del mattino presto.
Vuole essere innaffiata con regolarità, ma moderatamente, il terreno deve risultare sempre leggermente umido.
L’Erica va rinvasata in primavera, se le radici non hanno più spazio nel vaso, si usa un terreno acido.
La potatura va fatta ogni anno dopo la fioritura.
La moltiplicazione avviene per talea prelevata a marzo dai germogli laterali.
Le principali indicazioni terapeutiche dell’erica, spesso derivanti dalla tradizione popolare, riguardano il trattamento di infiammazioni delle vie urinarie, cistiti, uretriti e litiasi uratica, per il contenuto di tannini ha delle proprietà astringenti utili in presenza di diarrea, mentre può essere usata come impacco contro le infiammazioni cutanee.
Si dice che fosse una pianta molto amata dalla streghe, accostate a questa pianta ci sono tante storie e leggende dal sapore magico, infatti gli viene attribuito il potere di scacciare la negatività e gli spiritelli dispettosi come i folletti, nell’antichità i templi e i luoghi sacri venivano spazzati solo con le scopre create con i ramoscelli di erica.
Secondo alcune credenze celtiche, invece, le piante di erica erano la dimore delle fate e per evitare di essere rapiti da queste era sconsigliato addormentarsi vicino ad esse, in altre versioni delle leggende era sconsigliato dormire nei pressi dell’erica perché la pianta aveva il potere di aprire le porte dell’Aldilà.
Bruciare dell’erica essiccata, come se fosse incenso, serviva a tenere lontani gli spiriti maligni. Portatene un sacchetto di erica con voi porta fortuna.
Nel linguaggio dei fiori ha assunto significati diversi a seconda del colore: quella bianca, che crescere nei luoghi più impervi ed aridi, simboleggia il sentimento della solitudine e viene usato per chiedere affetto e compagnia; quella rosa è associata alla malinconia, poiché fiorisce prosperosa nella brughiera, dove nella tradizione romantica i poeti e gli artisti in genere si recavano tormentati nella ricerca di speranza, regalare l’erica rosa è un agurio di speranza e che i desideri si avverino.