Ogni 5 ottobre, si celebra la Giornata Mondiale degli Insegnanti istituita dall’Unesco nel 1993 per segnalare a governi e opinione pubblica la necessità di valorizzare il ruolo dell’insegnante nel percorso di formazione, educazione e guida delle nuove generazioni. Una ricorrenza molto importante che quest’anno si carica di un significato ancora più particolare per i docenti italiani coinvolti dalla riforma del sistema d’istruzione entrata in vigore a luglio con la legge 107/2015.
Il tema che l’Unesco ha proposto alla riflessione per il 2015,”Empowering teachers, building sustainable societies”, cioè “Un personale docente forte per costruire società sostenibili”, risulta quantomai attuale per gli insegnanti italiani alla luce dei cambiamenti introdotti dalla cosiddetta “Buona scuola” renziana. Per realizzare un modello di società migliore e garantire un futuro alle nuove generazioni, è fondamentale il contributo apportato dagli insegnanti, la cui figura deve dunque recuperare quella centralità e quella dignità professionale purtroppo offuscate da politiche miopi che hanno considerato la scuola solo come voce di spesa e non come investimento.
Ricordare anche i precari che con speranza, attesa, sacrificio, frustrazione rincorrono un futuro più stabile e decoroso, in cui poter finalmente vivere il proprio diritto alla famiglia e un pensiero anche a tutti gli insegnati di ruolo, da più 25 anni lontani da casa che non posso più chiedere il trasferimento per riavvicinarsi a casa, per i quali, con le nuove leggi, si è spenta anche la speranza di poter un giorno vivere vicini alla famiglia, persone di una certa età rimasti spesso soli in città che gli appartengono.