Chi può dimenticare gli occhi verdi e profondi della ragazza afgana immortalati da Steve McCurry? L’intensità dello sguardo è stato paragonato con quello della Gioconda di Leonardo.
Steve McCurry, nato a Philadelphia, il 24 febbraio 1950, è un fotoreporter statunitense, conosciuto principalmente per la fotografia Ragazza afgana, pubblicata come copertina del National Geographic Magazine di giugno 1985, il ritratto è stato scattato in un campo profughi vicino a Peshawar, in Pakistan, quando la ragazza aveva 12 anni. L’immagine è stata nominata come “la fotografia più riconosciuta” nella storia della rivista National Geographic ed il suo volto è diventato famoso in tutto il mondo.
La ragazza era rimasta sconosciuta per oltre 17 anni, ma McCurry ed un team del National Geographic, nel 2002, la ritrovarono, Sharbat Gula si chiama, anche se il suo volto è quello di una donna segnata dalla sofferenza più che dal tempo, il suo sguardo resta straordinario.
“La sua pelle è segnata, ora ci sono le rughe, ma lei è esattamente così straordinaria come lo era tanti anni fa”.
McCurry ha frequentato la High School Marple Newtown nella Contea di Delaware e si è poi iscritto presso la Penn State University per studiare fotografia e cinema, per ottenere poi una laurea in teatro nel 1974. Dopo aver lavorato al Today’s Post presso il King of Prussia per due anni, partì per l’India come fotografo freelance. È stato proprio in India che McCurry ha imparato a guardare ed aspettare la vita.
I suoi scatti in bianco e nero fanno il giro del mondo e vince il Premio Robert Capa, destinato ai fotografi che si sono distinti per eccezionali prove di coraggio in zone di guerra.
“Se sai aspettare le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto”
Ha continuato a fotografare i conflitti internazionali, tra cui le guerre in Iran-Iraq, a Beirut, in Cambogia, nelle Filippine, in Afghanistan e la Guerra del Golfo. Il lavoro di McCurry è stato descritto nelle riviste di tutto il mondo e contribuisce sovente al National Geographic Magazine. McCurry è membro della Magnum Photos dal 1986.
Ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Magazine Photographer of the Year, assegnato dalla National Press Photographers’ Association, lo stesso anno ha vinto per il quarto anno consecutivo il primo premio al concorso World Press Photo Contest, ha vinto inoltre l’Olivier Rebbot Memorial Award per due volte.
Ha realizzato nel 2013 il prestigioso calendario Pirelli, fotografando 11 donne impegnate nel sostegno di Fondazioni, organizzazioni non governative e progetti umanitari.
McCurry si concentra sulle conseguenze umane della guerra, mostrando non solo le conseguenze che la guerra imprime al paesaggio, ma anche quelle impresse sul volto umano. Egli è guidato dal senso di curiosità e meraviglia circa il mondo e i suoi abitanti, riesce attraverso i suoi scatti ad attraversare i confini culturali.
“La maggior parte delle mie foto è radicata nella gente. Cerco il momento in cui si affaccia l’anima più genuina, in cui l’esperienza s’imprime sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che può essere una persona colta in un contesto più ampio che potremmo chiamare la condizione umana. Voglio trasmettere il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità”
Oggi, Steve McCurry, accantona la fotografia analogica e il bianco e nero di inizi carriera, è diventato uno dei più accaniti sostenitori dell’uso del digitale e del colore, ama il digitale e tutte le infinite possibilità che esso offre, come lo scatto continuo.
“Non sottolineerò mai abbastanza la portata del cambiamento che il digitale ha rappresentato per la fotografia in condizioni di scarsa illuminazione. Posso realizzare a mano libera scatti che prima richiedevano l’uso di un treppiede. Con una fotocamera digitale è possibile ottenere una buona fotografia nella quasi totale oscurità. È uno strumento fantastico che non avevamo venticinque anni fa”
Il suo successo è stato ottenuto attraverso il bianco è nero, ma oggi è il maestro indiscusso del colore.
“la vita è a colori e per questo la scelta del colore mi sembra più logica, molto naturale. Attraverso il colore restituisco la vita come appare, le cose hanno un’anima colorata”
Scoprite le sue meravigliose opere sul suo sito www.stevemccurry.com