Ugo Foscolo (1778-1827), poeta e scrittore italiano, uno dei principali letterati del neoclassicismo e del romanticismo. Lo ricordiamo con questo sonetto, composto tra il 1802 e il 1803, dove la sera arriva portando ristoro alle angosce del giorno. La sera porta il riposo, come come “fatal quïete”, immagine di morte, dalla sofferenza del vivere.
Alla sera
Forse perché della fatal quiete
tu sei l’immago, a me si cara vieni,
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all’universo meni,
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le tormedelle cure onde meco egli si strugge;
e mentre guardo la tua pace, dorme
quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.