La Marionetta di Johnny Welch fu inizialmente attribuita a Gabriel García Márquez, dallo stesso smentita in un’intervista del periodico mattutino salvadoregno “El Diario de Hoy”, datata 2 giugno 2000. In seguito, i due autori si sono incontrati, ponendo fine alle querelle.
L’autore della poesia è un comico, imitatore e ventriloquo, messicano. Ha scritto la poesia nel 1996 e l’aveva già pubblicata con il titolo ”Se io avessi vita”, nel suo libro “Ciò che mi ha insegnato la vita”.
La Marionetta
Se per un istante Dio dimenticasse che sono una marionetta di stoffa
e mi regalasse un pezzo di vita, probabilmente non direi tutto quello che penso,
ma sicuramente penserei molto a quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più; capisco che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi ,
perdiamo sessanta secondi di luce.
Mi attiverei quando gli altri si fermano, e mi sveglierei quando gli altri si addormentano.
Ascolterei quando gli altri parlano e mi godrei un buon gelato di cioccolata.
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei in maniera semplice,
mi sdraierei beato al sole, lasciando allo scoperto non solo il mio corpo
ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore,
scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei l’uscita del sole.
Dipingerei sulle stelle un sogno di Van Gogh,
una poesia di Benedetti e una canzone di Serrat;
sarebbe la serenata che offrirei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose,
per sentire il dolore delle loro spine e l’incarnato bacio dei loro petali…
Dio mio, se avessi un pezzo di vita…
non lascerei passare un solo giorno senza ricordare alla gente che le voglio bene, che l’amo.
Convincerei ogni donna e ogni uomo che sono i miei preferiti e vivrei innamorato dell’amore.
Agli uomini dimostrerei quanto sbagliano nel pensare
che si smette di innamorarsi quando si invecchia,
senza sapere che si invecchia quando si smette di innamorarsi.
Ad un bambino darei delle ali, ma lascerei che impari a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi uomini…
Ho imparato che tutto il mondo vuole vivere in cima alla montagna,
senza sapere che la vera felicità è nella maniera di salire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato prende col suo piccolo pugno,
per la prima volta, il dito di suo padre, l’ha afferrato per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardare un altro uomo dall’alto
soltanto quando devi aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi,
anche se più di tanto non mi serviranno,
perché quando leggerete questa lettera starò morendo, infelicemente.