“La Poesia” è una celebre poesia scritta da Pablo Neruda, uno dei più grandi poeti del XX secolo. Conosciuto per la sua maestria nell’esprimere i sentimenti più profondi e le emozioni universali, Neruda ha scritto questa poesia come un’ode all’arte poetica stessa.
Neruda descrive la poesia come una forza viva e potente che permea il mondo. La considera una compagna fedele che lo ha accompagnato durante tutta la sua vita, donandogli ispirazione e nutrendo la sua anima. La poesia diventa quasi una figura personificata, un’entità che ha un impatto significativo sulla vita dell’autore stesso.
Parla del potere e dell’importanza della poesia nel superare le difficoltà e nell’affrontare le sfide della vita. La poesia, secondo il poeta, è in grado di donare speranza, consolare il dolore e rendere la vita più significativa. Attraverso la sua parola cerca di catturare l’essenza stessa della poesia e la sua capacità di connettersi con l’anima umana.
La poesia diventa un modo per affrontare il mistero e la bellezza del mondo, una voce che ci guida nel cammino della vita, appresenta un inno all’arte della poesia e alla sua capacità di elevare l’anima umana, ispirando lettori di ogni epoca e cultura a scoprire il potere delle parole e la bellezza della creazione poetica.
La poesia di Pablo Neruda
Accadde in quell’ età… La poesia
venne a cercarmi. Non so da dove
sia uscita, da inverno o fiume.
Non so come né quando,
no, non erano voci, non erano
parole né silenzio,
ma da una strada mi chiamava,
dai rami della notte,
bruscamente fra gli altri,
fra violente fiamme
o ritornando solo,
era lì senza volto
e mi toccava.
Non sapevo che dire, la mia bocca
non sapeva nominare,
i miei occhi erano ciechi,
e qualcosa batteva nel mio cuore,
febbre o ali perdute,
e mi feci da solo, decifrando
quella bruciatura,
e scrissi la prima riga incerta,
vaga, senza corpo, pura
sciocchezza,
pura saggezza
di chi non sa nulla,
e vidi all’improvviso
il cielo
sgranato
e aperto,
pianeti,
piantagioni palpitanti,
ombra ferita,
crivellata
da frecce, fuoco e fiori,
la notte travolgente, l’universo.
Ed io, minimo essere,
ebbro del grande vuoto
costellato,
a somiglianza, a immagine
del mistero,
mi sentii parte pura
dell’abisso, ruotai con le stelle,
il mio cuore si sparpagliò nel vento.
Pablo Neruda da Memoriale di Isla Negra, 1964
2 commenti
In questo preciso istante sto musicando “La Poesia” di Neruda… bellissima!
Curiosa di ascoltare 🙂