Questo quadro di Giuseppe Pellizza da Volpedo “Il Quarto Stato”, inizialmente intitolato “Il cammino dei lavoratori”, rappresenta lo sciopero dei lavoratori simboleggiando non solo la protesta sociale ma l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, che diventa consapevole dei propri diritti nei confronti della società industriale.
Lo stesso Giuseppe Pellizza scrive:
“L’arte deve essere una rappresentazione idealista della natura e di noi stessi, in vista del perfezionamento fisico e morale della nostra specie.”
Il primo Maggio nasce come momento di lotta internazionale di tutti i lavoratori, senza barriere geografiche, né tanto meno sociali, per affermare i propri diritti, per raggiungere obiettivi, per migliorare la propria condizione.
“Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire” fu la parola d’ordine, coniata in Australia nel 1855, e condivisa da gran parte del movimento sindacale organizzato del primo Novecento.
Si aprì così la strada a rivendicazioni generali e alla ricerca di un giorno, il primo Maggio, appunto, in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per esercitare una forma di lotta e per affermare la propria autonomia e indipendenza.
La storia del primo Maggio rappresenta, oggi, il segno delle trasformazioni che hanno caratterizzato i flussi politici e sociali all’interno del movimento operaio dalla fine del secolo scorso in poi.
Oggi mi chiedo dove sono finiti quegli ideali in vista del perfezionamento della nostra specie, e soprattutto, oggi, quella folla non rappresenterebbe più i lavoratori che si battono per i loro diritti, ma rappresenterebbe una folla che chiede il diritto di avere un lavoro, rappresenterebbe una folla che comincia ad avere fame e spero tanto di non dovere in futuro vedere rappresentazioni di folle che hanno fame, perché come la storia dimostra la folla che ha fame non è mai pacifica.
Come la storia ci ricorda, se solo la studiassimo, le rivolte non spuntano da un giorno all’altro, ma prima ci sono le manifestazioni pacifiche per far notare il disagio, beh se qualcuno non se ne fosse accorto siamo in questa fase e spero tanto che la fase successiva non arrivi mai.
Il mio pensiero va a tutti quelli che hanno sacrificato la loro vita per i diritti di ogni lavoratore, a quei lavoratori che oggi lavorano in tutti i settori essenziali, a tutti quelli che dopo una vita di lavoro e sacrifici avranno una pensione da fame e a chi non ha niente da festeggiare perché il lavoro non lo ha …
Buon primo maggio a tutti.