La Giornata mondiale della libertà di stampa è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1993, si celebrata il 3 maggio e rappresenta da un lato un’occasione per promuovere azioni concrete e iniziative finalizzate a difendere la libertà della stampa, ma dall’altro è anche un’opportunità per valutare la situazione della libertà di stampa nel mondo.
L’UNESCO ricorda la giornata della libertà di stampa conferendo il premio UNESCO/Guillermo Cano World Press Freedom Prize a individui, organizzazioni o istituzioni che hanno dato un contributo evidente alla difesa e/o alla promozione della libertà di stampa ovunque nel mondo, creato nel 1997, il premio è in onore di Guillermo Cano Isaza, giornalista colombiano che è stato ucciso davanti agli uffici del suo giornale il 17 dicembre 1986.
“Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la mia vita affinché tu lo possa dire”
(Evelyn Beatrice Hall, erroneamente attribuita a Voltaire)
La libertà di stampa è peggiorata quasi ovunque nel mondo in questo anno.
Ma in Italia c’è ancora libertà di stampa? Siamo ancora definiti (nel 2009) un paese con libertà di stampa parziale? Questo parziale sta sempre più diminuendo?
Secondo la classifica annuale di Reporters sans Frontieres il nostro Paese perde quattro posizioni, scendendo dal 73° posto del 2015 al 77° del 2016, su 180 paesi, seguita soltanto da Cipro, Grecia e Bulgaria.
Una giornata destinata a richiamare l’attenzione, allertare e sensibilizzare il pubblico, stimolare dibattiti tra i professionisti dei media, oltre a essere una giornata commemorativa, per ricordare i giornalisti, fotoreporter e cineoperatori che hanno legato il loro destino alla libertà di informazione che hanno pagato con la vita, sono più di 200 solo gli Italiani, persone straordinarie come:
Cosimo Cristina (1935-1960), Termini Imerese (Palermo)
Mauro De Mauro (1921-1970), Palermo
Giovanni Spampinato (1946-1972), Ragusa
Giuseppe Impastato (1948-1978), Cinisi
Mario Francese (1925-1979), Palermo
Giuseppe Fava (1925-1984), Catania
Mauro Rostagno (1942-1988), Lenzi di Valderice (Trapani)
Giuseppe Alfano (1945-1993), Barcellona Pozzo di Gotto (Messina)
Giancarlo Siani (1959-1985), Napoli
Carlo Casalegno (1916-1977), Trino
Walter Tobagi (1947-1980), Milano
Italo Toni e Graziella De Palo, scomparsi in Libano il 2 settembre 1980
Almerigo Grilz, (1953-1987) morto in Mozambico
Guido Puletti (1993), Bosnia
Marco Luchetta, (1952-1994), Mostar (Bosnia) insieme agli operatori della Rai di Trieste Alessandro Ota e Dario D’Angelo
Ilaria Alpi (1961-1994), Mogadiscio, Somalia, con l’operatore Milan Hrovatin
Gabriel Gruener (1963-1999), Brazda, Macedonia
Antonio Russo, (1960-2000), Tiblisi, Georgia
Maria Grazia Cutuli (1962-2001), Afghanistan, sulla strada che da Jalalabad porta a Kabul. Insieme a lei uccisi: l’inviato di El Mundo Julio Fuentes e due corrispondenti dell’agenzia Reuters, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari
Raffaele Ciriello (1959-2002), Ramallah, Cisgiordania
Enzo Baldoni (1948–2004), Najaf, Iraq
Vittorio Arrigoni (1975-15 aprile 2011), Gaza
Andrea Rocchelli (1983-24 maggio 2014), Slavianks, Ucraina
Simone Camilli (1979-13 agosto 2014) Gaza
Giulio Regeni (1988-2016) Egitto
Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 21 e dall’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.”
“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.”
Fonte: www.notiziario.ossigeno.info