Affari d’ oro è un romanzo di Madeleine Wickham (nota anche come Sophie Kinsella), scritto nel 1998, ma pubblicato in Italia nel 2015, fa parte del genere narrativa rosa.
“Liz gli lanciò un’occhiata ostile. “Posso fingere di essere felice, se vuoi” disse sarcastica. “Se questo può essere d’aiuto”. “Sì, in effetti lo sarebbe” dichiarò Jonathan. “Sarebbe di grande aiuto. Perché non cominci subito?” Afferrò un’arachide, se la lanciò in bocca e uscì dalla cucina, lasciando che Liz lo seguisse con lo sguardo in un silenzio perplesso e sconcertato.”
Liz e Jonathan Chambers sono in un momento difficile della loro vita. Entrambi insegnanti, non riescono a vendere la loro casa, hanno acquistato una scuola privata al cui interno hanno ricavato la loro nuova abitazione e così si ritrovano presi tra due mutui, con i debiti che aumentano e una figlia adolescente infelice, Alice, afflitta dai problemi della sua età, che tutto avrebbe voluto fare tranne che traslocare. Ma ecco che arriva Marcus Witherstone, un facoltoso agente immobiliare, che si offre di aiutarli. Marcus conosce gli affittuari che fanno al caso loro, la supermodaiola PR Ginny e il quasi-famoso attore Piers, che si trasferiranno a casa di Liz e Jonathan e tutto si aggiusterà. Ma ben presto tra Marcus e Liz scocca la scintilla, Jonathan è perso nel suo lavoro e nessuno si accorge che la giovane Alice ha una passione sconsiderata per Piers e Ginny… Quanti guai in arrivo!
“Liz lo fissava con gli occhi spalancati, il respiro sempre più rapido e, dentro di lei, un senso di deliziosa aspettativa sempre più forte”.
Le recensioni parlano di un romanzo che non decolla, poco approfondito e piatto, delude anche le più accanite fan dell’autrice.
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Agitarsi, si disse Liz, non sarebbe servito a molto. Non era certo colpa sua, pover’uomo. L’agente immobiliare aveva finito di parlare e la guardava preoccupato, in attesa di una sua reazione. Per guadagnare tempo, Liz diede un’occhiata all’esterno dalla finestra a ghigliottina dell’ufficio, i cui vetri brillavano sotto il sole e le gocce di pioggia di un’incerta giornata di settembre. Fuori c’era un piccolo giardino cinto da mura, con una panchina in ferro battuto e cassette di fiori. Liz pensò che in estate dovesse essere bello, dimenticando che, a tutti gli effetti, era ancora estate. La sua mente lavorava sempre con almeno mezzo trimestre di anticipo.