La poesia “Estate” di Hermann Hesse è un’opera che incanta con la sua descrizione evocativa dei caldi giorni estivi. Hesse, uno dei più celebri scrittori tedeschi del XX secolo, era noto per la sua profonda sensibilità e introspezione, che emerge anche in questa poesia.
Cattura l’essenza di questa stagione attraverso immagini vivide e metafore suggestive. L’autore descrive un paesaggio estivo, permeato da una luce brillante e dal calore del sole. Si possono quasi sentire i suoni dei grilli e delle cicale che accompagnano le giornate, mentre i fiori sbocciano in tutto il loro splendore. Evoca una sensazione di gioia e pienezza, come se la natura stessa fosse in festa.
Hesse sottolinea il piacere di immergersi nella bellezza della stagione, di passeggiare per sentieri ombrosi e di rinfrescarsi in un ruscello. Questo invito a connettersi con la natura rappresenta una tematica ricorrente nell’opera di Hesse.
Tuttavia, sotto la superficie idilliaca dell’estate, si percepisce anche un senso di transitorietà e di fugacità. L’autore fa riferimento alla natura mutevole del tempo e all’imminente tramonto dell’estate. Questo tema riflette la consapevolezza di Hesse riguardo all’effimero della vita e all’ineluttabile trascorrere del tempo.
Estate di Hermann Hesse
Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.
La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell’approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione.