Ernest Hemingway è stato uno scrittore e giornalista statunitense, simbolo del novecento letterario, nato il 21 luglio 1899 a Oak Park (sobborgo di Chicago), raggiunse il successo già in vita, diventando mito delle nuove generazioni.
Ricevette il Premio Pulitzer nel 1953 per Il vecchio e il mare e vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1954.
“Uno scrittore dovrebbe sforzarsi di scrivere una cosa in modo tale da farla diventare parte dell’esperienza di coloro che la leggono.”
Secondogenito di Clarence Edmonds, medico naturista di famiglia benestante e di Grace Hall, ex aspirante cantante d’opera lirica. A quattro anni venne messo in una scuola dell’infanzia e, contemporaneamente, inserito in un circolo naturalista diretto dal padre, fu in questa circostanza che imparò a conoscere animali ed erbe. Inoltre il padre lo conduceva spesso con sé quando andava a visitare nella riserva indiana i suoi pazienti e da qui si rafforzò nel ragazzo l’amore per la natura, per la caccia, la pesca e l’avventura.
A dieci anni quando gli fu regalato il suo primo fucile da caccia che imparò presto ad usare con grande maestria suscitando l’invidia dei compagni, tanto che un giorno, a causa di un bottino di quaglie che stava portando a casa, venne assalito da un gruppetto di ragazzi che lo picchiarono e fu probabilmente questo episodio che gli fece nascere il desiderio di imparare la boxe.
Dopo aver frequentato senza grande entusiasmo la scuola elementare, venne iscritto alla “Municipal High School” ed ebbe la fortuna di incontrare due insegnanti che, avendo notato l’attitudine del ragazzo per la letteratura, lo incoraggiarono a scrivere, nacquero così i primi racconti e i primi articoli di cronaca, pubblicati sui giornali scolastici Tabula e Trapeze.
Nel 1917 ottenne il diploma, ma rifiutò sia di iscriversi all’università, come avrebbe desiderato suo padre, sia di dedicarsi al violoncello come voleva sua madre.
Per affermare la sua indipendenza si recò a Kansas City, dove iniziò a lavorare come cronista del quotidiano locale, il “Kansas City Star”, che si distingueva per il linguaggio moderno, rapido e oggettivo, sotto l’insegnamento del vice capocronista Peter Wellington, maestro di objective writing.
“È sbagliato giudicare un uomo dalle presone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili.”
Il 6 aprile, gli Stati Uniti entrarono in guerra ed Hemingway si presentò come volontario per andare a combattere in Europa con il Corpo di spedizione americano del generale Pershing. Escluso dai reparti combattenti a causa di un difetto alla vista venne arruolato nei servizi di autoambulanza come autista dell’ARC (American Red Cross, la sezione statunitense della Croce Rossa) destinati al fronte italiano nella città di Schio (ai piedi del monte Pasubio), e dopo due settimane di addestramento e dieci giorni trascorsi a New York si imbarcò, il 23 maggio 1918, sulla Chicago diretta a Bordeaux, città nella quale sbarcò il 29 maggio.
Il 31 maggio giunse a Parigi e proseguì in treno per Milano, dove rimase per alcuni giorni prestando opera di soccorso e pattugliamento, in seguito fu inviato a Vicenza, assegnato alla Sezione IV della Croce Rossa Internazionale americana, presso il Lanificio Cazzola a Schio, cittadina ai piedi del Pasubio, nella quale tornò anche nel primo dopoguerra.
Iniziò anche a collaborare ad un giornale intitolato Ciao con articoli scritti sotto forma di epistola e conobbe, recandosi in un paese vicino alla Sezione, John Dos Passos.
Desiderava però assistere alla guerra da vicino e così fece domanda per essere trasferito. Fu mandato sulla riva del basso Piave, nelle vicinanze di Fossalta di Piave, come assistente di trincea. Aveva il compito di distribuire generi di conforto ai soldati, recandosi quotidianamente alle prime linee in bicicletta. Durante la notte tra l’8 e il 9 luglio, nel pieno delle sue mansioni, venne colpito dalle schegge dell’esplosione di una bombarda austriaca pesante Minenwerfer.
Cercò di mettere in salvo i feriti ma, mentre stava recandosi al Comando con un ferito in spalla, fu colpito alla gamba destra da proiettili di mitragliatrice che gli penetrarono nel piede e in una rotula.
Dopo le prime cure, ricevute presso l’Ospedale da campo della Repubblica di San Marino, il 15 luglio fu finalmente trasportato su un treno ospedale e il 17 luglio venne consegnato all’Ospedale della Croce Rossa americana a Milano, dove fu operato. Lì rimase tre mesi, durante i quali si innamorò, ricambiato, di un’infermiera statunitense di origine tedesca, Agnes von Kurowsky, che però non manterrà la promessa di sposarlo, perché considerava il rapporto con lui una relazione giovanile, fugace e platonica.
Una volta dimesso e decorato con la Medaglia d’argento al Valor Militare italiana, ritornò al fronte a Bassano del Grappa, quando l’esercito fu smobilitato, il 21 gennaio del 1919 Hemingway fece ritorno a Oak Park, dove venne accolto come un eroe.
“War is not won by victory (La guerra non è vinta con la vittoria.)”
dal libro “Addio alle armi”
Dopo il rientro a casa Hemingway ricominciò a scrivere, ad andare a pesca e a dare conferenze nelle quali raccontava i giorni drammatici trascorsi sul fronte italiano. Durante una delle sue conferenze conobbe Harriet Gridlay Connable, che viveva a Toronto con il marito e lo invitò a trascorrere un po’ di tempo con loro e nel 1920 Hemingway andò a vivere a Toronto dai Connable e venne introdotto nella redazione del “Toronto Star”, con cui iniziò una collaborazione durata molti anni, cercò anche di farsi pubblicare alcuni racconti, senza però riuscirci.
Questa vita ebbe fine quando sua madre, che non ammetteva il modo di vivere del figlio, convinse il padre a smettere di mantenerlo e rimasto senza casa e senza sostentamento, venne ospitato a Chicago dal fratello del suo amico Bill Smith. Lì conobbe Hadley Richardson, una pianista anche lei ospite degli Smith, che avrebbe sposato l’anno successivo.
Dopo aver lavorato per alcuni mesi nel settore pubblicitario presso una società di pneumatici, venne assunto dal mensile “The Cooperative Commonwealth”.
A Chicago conobbe anche Sherwood Anderson, che lo sollecitò a cimentarsi nella narrativa, mentre grazie al giornalismo stava riscuotendo un discreto successo.
Nel marzo del 1921 Hemingway si recò a St. Louis per incontrare Hadley, con la quale in quei mesi aveva tenuto una fitta corrispondenza ed il 5 settembre i due si sposarono.
In dicembre venne mandato in Europa dal “Toronto Star” come corrispondente e inviato speciale. Partì con la moglie per il suo reportage e soggiornò in Spagna, Svizzera e Francia, da dove inviava i suoi articoli al giornale.
Quell’autunno decise di trasferirsi a Parigi, su suggerimento di Sherwood Anderson, che gli fornì alcune lettere di presentazione per la scrittrice statunitense espatriata Gertrude Stein affinché lo presentasse a James Joyce e Ezra Pound.
Nel 1923 Hemingway e la moglie, che aspettava un bambino, fecero un altro viaggio in Italia: a Rapallo, Pisa, Sirmione e Cortina d’Ampezzo, dove rimasero fino a primavera inoltrata.
“Dobbiamo abituarci all’idea: ai più importanti bivi della vita, non c’è segnaletica.”
Su consiglio di Gertrude Stein si recò nell’estate del 1924 a Pamplona per la festa di San Firmino e fu in quel luogo, a contatto con i matador del momento, che trasse molte delle idee che sviluppò per tutta la vita e che gli ispirarono il romanzo Fiesta. Ritornato a Parigi scrisse altre miniature ispirate alle sue vicende di guerra in Italia e a quelle sulle corride e i toreri.
Il 1º gennaio del 1924 Hemingway diede le dimissioni dal “Toronto Star” e il 19 ritornò a Parigi. Stabilitosi in Rue Notre Dame des Champs 113, Hemingway iniziò a frequentare i caffè letterari di Ford Madox Ford che aveva fondato la rivista “Transatlantic review” e presto diventò scout della rivista stessa.
Firmò però un contratto con Liveright e conobbe l’editor di Scribner, Maxwell Perkins, grazie alla raccomandazione di Francis Scott Fitzgerald che era in quel momento all’apice della sua carriera.
Per liberarsi dal vincolo del contratto dell’editore Liveright, che non gli permetteva di passare all’editore Scribner, Hemingway compì un gesto piuttosto opportunistico che indignò quasi tutti i suoi amici: scrisse The Torrent of Spring con l’intenzione di farne una parodia dei modi affettati che Sherwood Anderson usava nel suo ultimo romanzo Riso nero (Dark Laughter). In questo modo,
Liveright non avrebbe potuto pubblicarlo e lo scrittore sarebbe stato libero di passare all’altro editore. L’unica a difenderlo sarà Pauline Pfeiffer, una redattrice di moda di Vogue, che da quel momento diventerà una presenza costante nel matrimonio di Ernest e Hadley e due anni dopo diventerà la sua seconda moglie.
Nel febbraio del 1926, liberatosi dall’editore Liviright, lo scrittore si recò da solo a New York dove avvenne l’incontro con Scribner che gli assicurò la pubblicazione di The Torrents of Spring e di The Sun Also Rises non ancora terminati. La promessa verrà mantenuta e nello stesso anno saranno pubblicati i suoi primi due romanzi e la fama di Hemingway crebbe mentre il suo matrimonio, già profondamente in crisi per la presenza di Pauline, si ruppe definitivamente.
“La vita ci spezza tutti. Solo alcuni diventano più forti nei punti in cui si sono spezzati.”
Nel 1927 egli sposò in seconde nozze e con rito cattolico la Pfeiffer e andò a vivere a Key West, nell’arcipelago delle Keys in Florida, e nel giugno del 1928 nacque il secondo figlio, Patrick, ma nello stesso anno il padre in preda a un delirio finanziario, si suicidò con la Smith & Wesson del padre, lasciando profondamente sconvolto lo scrittore.
Nel 1930 lo scrittore ritornò a Parigi e poi si recò a fare un viaggio alle isole Marquesas e Tortuga, organizzò un safari in Africa e iniziò a bere troppo conducendo una vita molto sregolata che gli procurò alcuni incidenti, si ferì al viso e in seguito ad un incidente d’auto si fratturò il braccio destro. Nello stesso anno venne rappresentata la riduzione teatrale di A Farewell to Arms (Addio alle Armi) che però rimase in scena solamente per tre settimane ed uscì la riduzione cinematografica che invece ebbe un ottimo successo di pubblico e gli rese un eccellente guadagno.
Nel 1931, ritornato a Key West, Hemingway apprese che Pauline era nuovamente incinta. Insofferente però alla vita familiare e sempre bisognoso di nuove avventure si recò a Madrid da solo e partecipò alla sua settima edizione della Fiera di San Firmin a Pamplona. Egli, in questo periodo, ebbe una lunga relazione con Jane Mason, moglie di un funzionario della Pan American che terminerà con un tentato suicidio della donna.
A novembre lo scrittore ritornò a Kansas City per la nascita del figlio che fu chiamato Gregory Hancock.
Sempre attratto dall’avventura, lo scrittore compì, sempre in quell’anno, anche una spedizione di pesca a L’Avana con Joe Russell, proprietario dello Sloppy Joe’s Bar che egli frequentava, scoprendo la pesca dei marlin.
“Nei tempi antichi è stato scritto che è dolce e opportuno morire per la propria patria. Ma nella guerra moderna non c’è niente di dolce o di opportuno nella morte. Si muore come cani senza un valido motivo.”
Nel 1934 comprò, con i soldi che Arnold Gingrich gli aveva dato come anticipo sui suoi futuri articoli per l’Esquire, la sua famosa barca d’altura che chiamò Pilar e fece ritorno a Key West dove deciderà, in quell’anno, di scrivere la storia del suo safari.
Il 18 luglio Hemingway inaugurò la Pilar e andò a Cuba e nel 1935 Hemingway trascorse molto tempo a pescare con la sua nuova barca a Bimini dove ebbe un pauroso incidente.
Nel 1936 in Spagna intanto era scoppiata la guerra civile e la North American Newspaper Alliance (NANA) lo contatta perché invii servizi dalla Spagna sui suoi sessanta giornali, offerta che egli accettò nel 1937 riprendendo così, dopo molti anni, l’attività giornalistica. In questo periodo lavorò intensamente ad un documentario propagandistico antifascista dal titolo Spain in Flames.
In seguito si spostò a Madrid dove iniziò la sua attività di inviato speciale e dove lo raggiunse Martha Gellhorn, la giovane e ambiziosa scrittrice che aveva incontrato allo “Sloppy Joe’s Bar” e che sposerà nel 1940 dopo il divorzio da Pauline.
Lo scrittore, che era ritornato il 9 maggio dalla Spagna, tenne in questa occasione una conferenza con il Segretario del Partito Comunista e Joris Ivens alla Carnegie Hall dove venne registrata la famosa frase: « Il fascismo è una menzogna detta da prepotenti … »
L’8 luglio il documentario fu proiettato alla Casa Bianca, dove Hemingway era stato invitato dal presidente Roosevelt, e il 10 luglio in California. Durante la serata, che si tenne a casa di Frederic March, presente Dorothy Parker e Francis Scott Fitzgerald, lo scrittore raccolse fondi per inviare ambulanze in Spagna.
Ritornato in Spagna con Martha si recherà in prima linea conducendo con lei una vita molto dura spostandosi continuamente sui luoghi di battaglia e di bombardamenti. Dopo un mese al fronte Hemingway si trasferì a Madrid all’Hotel Florida con Martha ormai ufficialmente al suo fianco.
Prima di Natale, mentre Martha ed Ernest si avviavano verso Barcellona, vennero a conoscenza di un’avanzata lealista e ritornarono sui luoghi dove si combatteva e da lì ritornarono a Parigi dove Hemingway trovò Pauline che si era recata nella città nel tentativo di salvare il loro matrimonio. Hemingway, che intanto iniziava ad accusare seri disturbi di fegato e a bere in modo eccessivo malgrado il parere contrario del medico, si decise a ritornare nel 1938 con Pauline a New York e in seguito a Key West dove rimase fino alla fine di marzo, anche se la presenza della moglie lo esasperava sempre di più.
“Gli uomini veramente coraggiosi non hanno nessun bisogno di battersi a duello, mentre molti vigliacchi duellano in continuazione per farsi credere coraggiosi.”
Ritornato a Parigi si rimise con Martha Gellhorn, il 27 gennaio del 1941 lo scrittore si recò a Los Angeles per prendere accordi sul film tratto dal suo romanzo For Whom the Bell Tolls e incontrò Gary Cooper e Ingrid Bergman. Ritornato ad Hong Kong, dove rimase un mese mentre Martha fu inviata a Giacarta.
Dopo aver ottenuto il permesso dell’ambasciatore Hemingway predispose la sua imbarcazione, la “Pilar”, a fare da nave civetta camuffandola come se si trattasse di una nave interessata a fare ricerche scientifiche per il Museo Americano di Storia Naturale. La moglie Martha, contraria all’operazione e infastidita dall’atteggiamento narcisistico del marito che aveva iniziato a farsi chiamare “Papa” e soprattutto a bere troppo, accettò nel frattempo l’incarico, affidatole dalla rivista “Collier’s”, di partire come inviata speciale per il Mare dei Caraibi.
Malgrado Martha insistesse perché tornasse in Europa, Hemingway rimase all’Avana fino al 1944, quando finalmente si decise a ritornare a New York. Alla vigilia dello sbarco in Normandia si recò a Londra come inviato speciale del Collier’s e lì conobbe Mary Welsh, inviata di TIME e Life, e iniziò a corteggiarla.
In questo periodo conobbe anche il fotografo Robert Capa con il quale strinse subito una grande amicizia e il 25 maggio, dopo solamente una settimana dal suo arrivo a Londra, ritornando da una festa data da Capa a tarda notte, ebbe un terribile incidente d’auto e, con diagnosi di commozione cerebrale, venne ricoverato al St. George’s Hospital.
Dimesso il 29 maggio, senza tener conto delle indicazioni dei medici ricominciò a bere, e il 2 giugno, invece di rimanere a riposo come gli era stato prescritto, si recò, insieme ad altri corrispondenti di guerra, su un aereo per andare ad attendere l’invasione del D-Day e da quel momento, per sette mesi, partecipò alla guerra in Europa.
Il 4 ottobre venne sottoposto ad un’inchiesta a Nancy con l’accusa di aver violato la Convenzione di Ginevra per essersi tolto, quando si trovava a Rambouillet, le mostrine di corrispondente e aver preso il comando dei partigiani francesi.
Il 15 novembre, dopo essere stato assolto, raggiunse il colonnello Lanham nella foresta di Hurtgen e rimase con il battaglione per tutti i diciotto giorni della Battaglia della Foresta di Hurtgen sferrata dai tedeschi nella quale morirono 2.678 americani.
Ritornato a Parigi in settembre per un breve periodo, lo scrittore incontrò Martha che gli aveva chiesto il divorzio.
Ricevuta la notizia che il colonnello Lanham aveva subito un attacco nel Lussemburgo, lo raggiunse e rientrò nella città solamente nel gennaio del 1945, anno molto difficile per lo scrittore che, oltre a soffrire di forti emicranie, contrasse due polmoniti, ebbe un nuovo gravissimo incidente di macchina, concluse il divorzio con Martha e fu molto in pena per il figlio John ferito e catturato dai tedeschi.
“Mai pensare che la guerra, anche se giustificata, non sia un crimine.”
Hemingway trascorse il 1946, anno in cui sposò Mary, in condizioni più favorevoli di salute che gli permisero di dedicarsi alla stesura del nuovo libro.
Nel 1947 ricevette all’ambasciata americana dell’Avana la Bronze Star per i servizi prestati come corrispondente di guerra in Francia e Germania e nel 1948 si recò con la moglie in Italia, dove rimase fino all’aprile del 1949, portando con sé la sua fama di machismo.
Tornato a Cuba si dedicò alla pesca sulla sua “Pilar” e continuò a scrivere.
Il Premio Bancarella è un premio letterario nato dai librai di Montereggio di Mulazzo nel 1953 ed in seguito trasferito nella vicina città di Pontremoli, in Toscana. La prima edizione venne vinta nel 1953 da Ernest Hemingway,vcon Il vecchio e il mare, nell’aprile del 1953 il romanzo vincerà il Premio Pulitzer.
Hemingway nel frattempo aveva organizzato un safari spinto dal suo solito desiderio di avventura, ma anche perché voleva raggiungere in Africa il figlio Patrick che si trovava in Kenya con la moglie. Dopo aver accettato un contratto con la rivista Look per la pubblicazione di una serie di articoli sul safari che avrebbe fatto, Hemingway volle ritornare a Pamplona per la Festa di San Firmino.
Il 21 gennaio 1954 partì con Mary dall’aeroporto di Nairobi, ma la “sfortuna” lo stava perseguitando. Ha un incidente aereo mentre si recano nel Congo. Ne esce con una spalla contusa, illesi Mary e il pilota, ma i tre rimangono isolati e si sparge nel mondo la notizia della morte dello scrittore. Fortunatamente si mettono in salvo quando trovano una barca: si tratta nientemeno che della barca affittata tempo prima al regista John Huston per le riprese del film “La regina d’Africa”.
Decidono di mettersi in viaggio per Entebbe su un piccolo aereo, ma durante il decollo il velivolo cade e s’incendia. Mary se la cava ma lo scrittore è ricoverato a Nairobi per trauma grave, perdita della vista all’occhio sinistro, perdita dell’udito all’orecchio sinistro, ustioni di primo grado alla faccia e alla testa, distorsione del braccio destro, della spalla e della gamba sinistra, una vertebra schiacciata, danni a fegato, milza e reni.
“Andando dove devi andare, e facendo quello che devi fare, e vedendo quello che devi vedere, smussi e ottundi lo strumento con cui scrivi. Ma io preferisco averlo storto e spuntato, e sapere che ho dovuto affilarlo di nuovo sulla mola e ridargli la forma a martellate e renderlo tagliente con la pietra, e sapere che avevo qualcosa da scrivere, piuttosto che averlo lucido e splendente e non avere niente da dire, o lustro e ben oliato nel ripostiglio, ma in disuso.”
Nel 1954 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura, ma rinuncia ad andare a Stoccolma per riceverlo di persona, essendo assai provato dalle ferite riportate nei due incidenti aerei. In effetti ha un crollo fisico e nervoso, che lo affligge per diversi anni. Nel 1960 lavora a uno studio sulla corrida, parte del quale esce su Life.
Non riesce a scrivere. Debole, invecchiato, malato si ricovera in una clinica del Minnesota.
Nel 1961 compra una villa a Ketchum, Idaho, dove si trasferisce non sentendosi più tranquillo a vivere a Cuba dopo la presa di potere di Fidel Castro, che peraltro apprezza.
Profondamente depresso perché pensa che non riuscirà più a scrivere, la mattina di domenica 2 luglio 1961 si alza di buon’ora, prende il suo fucile a canna doppia, va nell’anticamera sul davanti della casa, appoggia la doppia canna e si spara. Il suo corpo ebbe sepoltura nel cimitero di Ketchum in Idaho.
Il 1º luglio 1961, come riferisce Mary nelle memorie, fu una giornata abbastanza tranquilla per lo scrittore tranne che per il ricorrente incubo della persecuzione dell’FBI. Ella racconta che alla sera cantò con lei una canzone che aveva imparato a Cortina da Fernanda Pivano e che era solito canticchiare nei momenti di serenità.
Pochi giorni prima, Mary lo aveva sorpreso con un fucile e delle cartucce in mano, ma egli le aveva risposto che intendeva soltanto “dargli una ripulita”. Allarmatissima, lei aveva riposto l’arma nell’armadietto e l’aveva chiuso a chiave.
“Oggi non è che un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma ciò che farai in tutti i giorni che verranno dipende da quello che farai oggi.”
Libri di Ernest Hemingway
1923 – Tre storie e dieci poesie (Three Stories and Ten Poems)
1924 – Nel nostro tempo (In Our Time)
1926 – Torrenti di primavera (The Torrents of Springs)
1926 – Fiesta – Il sole sorge ancora (The Sun also Rises)
1927 – Uomini senza donne (Men whithout Women) (racconti)
1929 – Addio alle armi (A Farewell to Arms)
1935 – Morte nel pomeriggio (Death in the Afternoon)
1933 – Il vincitore non prende nulla (Winner Take Nothing) (racconti)
1935 – Verdi colline d’Africa (The Green Hills of Africa)
1937 – Avere e non avere (To Have and Have Not)
1938 – I quarantanove racconti (The First Forty-nine Stories)
1938 – La quinta colonna (The Fifth Column and)
1940 – Per chi suona la campana (For Whom the Bell tolls)
1942 – Il ritorno del soldato (Men at War) (racconti)
1946 – Il giardino dell’Eden
1950 – Di là dal fiume e tra gli alberi (Across the River and Into the Trees)
1950-51 – Isole nella corrente (postumo 1970)
1952 – Il vecchio e il mare (The Old Man and the Sea)
1961 – Le nevi del Kilimanjaro (The Snows of Kilimanjaro and Other Stories) (racconti)
1960 – Un’estate pericolosa
1964 – Festa mobile (A Moveable Feast) (memorie postumo)