Lei & Lui è un romanzo, del genere rosa, scritto da Marc Levy, pubblicato in Italia a marzo 2016, Traduzione di Manuela Maddamma. Una commedia brillante e romantica.
“Un bel giorno vivrò in teoria,
perché in teoria tutto torna…”
Trama del libro “Lei & Lui”
Lui è Paul Barton, americano, vive a Parigi da molti anni in attesa che il successo bussi alla sua porta: scrittore poco soddisfatto del proprio lavoro, ha raggiunto la popolarità solo nella Corea del Sud, dove ha conosciuto la sua traduttrice, cui lo unisce un complicato amore intermittente.
Lei è Mia, attrice inglese scappata a Parigi da un’amica che conosce il potere consolatorio della cucina: un rifugio sicuro per una donna delusa e schiacciata da una vita che non la soddisfa più.Le strade di Paul e Mia si congiungono in maniera imprevista grazie ai rispettivi amici, che un po’ per gioco e un po’ per affetto li iscrivono a loro insaputa a un sito di incontri.
Inizia un’amicizia a tinte colorate, sempre sul punto di trasformarsi pericolosamente in altro, costellata di episodi romantici, buffi ed esilaranti. Tra chiacchiere nei caffè e passeggiate nelle piazze di Montmartre, dove le atmosfere sprigionano tutta la loro magia, Paul guida Mia attraverso una Ville Lumière spesso poco conosciuta, alla scoperta di incantevoli angoli nascosti e inedite prospettive sulla città.
“Piangi quanto vuoi, piangi, se ti calma. Le pene d’amore fanno un male cane, ma la vera infelicità è quando la vita diventa un deserto.”
Dopo 16 anni, Marc Levy, rispolvera uno dei personaggi dei suoi primi libri, Se solo fosse vero e Se potessi rivederti, si tratta di Paul, l’amico del protagonista Arthur, che insieme a Lauren in questo romanzo fanno da spalla alla nuona coppia protagonista: Paul e Mia.
Ho amato Se solo fosse vero e da quella mia prima volta è nato l’amore per questo scrittore, anche con i suoi alti e bassi. Questo romanzo è decisamente romantico, senza però essere sdolcinato, ma non è solo questo, è divertente, commovente e delicato, lo consiglio.
Incipit del libro “Lei & Lui”
La pioggia aveva impregnato i tetti e le facciate, le macchine e gli autobus, i marciapiedi e i passanti, la pioggia era dall’inizio della primavera che si abbatteva incessantemente su Londra. Mia era appena uscita da un incontro nell’ufficio del suo agente.
Creston era uno della vecchia scuola, di quelli che dicono sempre la verità, ma con classe.
Questa sua eleganza nel parlare gli valeva un certo rispetto, e spesso veniva citato durante le cene per le sue osservazioni sferzanti e mai offensive. Mia era la sua protetta, cosa che, in un ambiente feroce e spesso volgare come quello del cinema, le conferiva un potere enorme.
Quel giorno, Creston era andato alla proiezione privata del nuovo film di Mia e, poiché in simili circostanze le proibiva di accompagnarlo, lei l’aveva aspettato in ufficio.
Dopo essersi tolto l’impermeabile, Creston si era seduto in poltrona ed era andato subito al punto.
«Un po’ di azione, una spruzzata di romanticismo, una sceneggiatura ben cucita su una trama sfilacciata, ma a chi importa, di questi tempi?… Sarà un successo» le aveva detto per rassicurarla.
Mia lo conosceva troppo bene per non sospettare che ci fosse dell’altro.
Lei era magnifica, aveva proseguito Creston, un po’ troppo spesso nuda, la prossima volta sarebbe stato meglio evitare di mostrare il sedere una scena sì e una no, ci avrebbe badato lui per il bene della sua carriera, non ci voleva niente a farsi etichettare.
«Creston, con franchezza, mi dica cosa ne pensa.»
«Tu reciti alla perfezione, e visto che il tuo ruolo è quello che è, non è cosa da poco. Ciò detto, non se ne può più di film in cui i personaggi trascorrono l’autunno fra due tradimenti, tre adulteri e una tazza di tè. È un film d’azione, la cinepresa si muove di continuo e gli attori pure… che altro vuoi che ti dica?»
«La verità, Creston!»
«È una merda, mia cara, una bella merda che farà il pieno d’incassi, dal momento che tu e tuo marito vi dividete la locandina. Cosa che di per sé è già un evento, l’unico del resto. La stampa troverà strepitosa la vostra complicità sullo schermo, e ancor di più adorerà vedere te che gli rubi la parte della star, e questo non è un complimento, ma un fatto.»
«Nella vita reale la star è lui» ribatté Mia con un debole sorriso.
Creston si sfregò la barba, un suo gesto tipico che la diceva lunga.
«Come se la passa la coppia?»
«Non se la passa più, veramente.»
«Attenzione, Mia, niente sciocchezze.»
«Quali sciocchezze?»
«Hai capito benissimo. Va così male?»
«Girare insieme non ci ha riavvicinati.»
«Ecco, questo è esattamente quello che non voglio sentirti dire, almeno fino all’uscita del film. Le sorti di questo capolavoro dipendono dalla vostra sintonia come coppia, sullo schermo come nella vita.»
«Ha un copione per me?»
«Ce n’è qualcuno.»
«Creston, a me piacerebbe andare all’estero, lontano da Londra e dal suo grigiore, recitare un ruolo profondo, delicato, provare cose che mi emozionino, che mi facciano ridere, condividere un po’ di tenerezza, anche in un film di poco conto.»
«E a me piacerebbe che la mia vecchia Jaguar non mi lasciasse mai a piedi, ma il meccanico che se ne occupa mi dà del tu, non so se mi spiego. Ho lottato per costruirti una carriera, in Inghilterra hai un pubblico immenso, dei fan che pagherebbero per sentirti recitare l’elenco telefonico, cominci a essere apprezzata in tutto il mondo, i tuoi cachet sono indecenti per i tempi che corrono e, se questo film avrà il successo che immagino, presto sarai l’attrice più quotata della tua generazione. Quindi ti chiedo un po’ di pazienza, per favore. Siamo d’accordo? Tra qualche settimana fioccheranno proposte dall’America come le gocce di pioggia qui fuori. Entrerai nella corte delle grandi.»
«Delle grandi stronze che sorridono quando sono tristi?»
Creston si raddrizzò sulla poltrona e tossì.
«Di quelle, e di altre che sono felici. Per favore, non voglio più vedere quell’espressione corrucciata, Mia» aggiunse alzando il tono. «Le interviste dovranno avvicinarvi, te e tuo marito. Sarete costretti a sorridere così tanto durante la promozione che finirete per entrare nella parte.»
Mia fece un passo verso la libreria, aprì il portasigarette poggiato su un ripiano e ne prese una.
«Sai che detesto che si fumi nel mio ufficio.»
«Allora perché c’è un portasigarette?»
«Per le emergenze.»
Lei lo fissò e tornò a sedersi, la sigaretta spenta fra le labbra.
«Credo che mi metta le corna.»
«In un modo o nell’altro, chi non ce le ha, ormai?» ribatté lui dando uno sguardo alla posta.
«Non è divertente.»
Creston smise di leggere.
«Corna… di che tipo?» riprese. «Voglio dire, occasionali o fisse?»
«Cambia qualcosa?»
«E tu? Non l’hai mai tradito?»
«No. Insomma, una volta, un bacio. Il mio partner baciava bene, e io avevo bisogno che qualcuno mi baciasse. Era per la credibilità della scena, non è un vero tradimento, no?»
«È l’intenzione che conta. Qual era il film?» chiese Creston alzando un sopracciglio.
Mia guardò fuori dalla finestra e il suo agente sospirò.
«Bene, ammettiamo che ti tradisca. Cosa importa, se non vi amate più?»
«È lui che non mi ama più, io lo amo ancora.»
Creston aprì un cassetto della scrivania, tirò fuori un posacenere e sfregò un fiammifero. Mia inspirò una lunga boccata e lui si domandò se fosse il fumo ad arrossarle gli occhi, ma si astenne dal chiederglielo.
«Era lui la star, e tu una debuttante. Ha recitato la parte del pigmalione, e l’allieva ha superato il maestro. Per il suo ego non dev’essere stato facile gestire la cosa giorno dopo giorno. Attenta alla cenere, tengo molto al tappeto.»
«Non dica così, non è vero.»
«Certo che sì. Non dico che non sia un buon attore, ma…»
«Ma cosa?»
«Non è il momento, ne riparleremo più tardi, ho altri appuntamenti.»
Creston fece il giro della stanza, tolse delicatamente la sigaretta dalle mani di Mia e la schiacciò nel posacenere. La prese per le spalle e la condusse alla porta.
«Presto reciterai dove vorrai. A New York, Los Angeles, Roma. Nel frattempo, non fare stupidaggini. Ti chiedo solo un mese, ne va del tuo futuro. Me lo prometti?»