“Il tuo sorriso” è una poesia scritta dal famoso poeta cileno Pablo Neruda. Questo componimento è un’ode alla bellezza del sorriso di una persona amata e alla sua capacità di illuminare il mondo circostante.
Neruda, con la sua maestria poetica, descrive il sorriso come una forza vitale che trasforma e ispira tutto ciò che incontra. Egli esprime il potere di questa semplice espressione facciale nel creare gioia, felicità e amore. Il sorriso diventa così una fonte di luce e di speranza in un mondo spesso difficile e cupo.
Attraverso le parole poetiche dipinge immagini vivide e suggestive per descrivere il sorriso. Egli parla di come il sorriso illumina gli occhi della persona amata, facendoli risplendere come stelle nel cielo notturno. Il sorriso viene anche paragonato al sole, capace di risvegliare la natura e far fiorire i fiori. Queste immagini poetiche richiamano una sensazione di meraviglia e ammirazione per il potere del sorriso.
Sottolinea anche l’effetto positivo che il sorriso ha su di lui, come se fosse in grado di guarire le sue ferite e donargli una gioia profonda. Descrive il sorriso come un tesoro prezioso, che non può essere acquistato o posseduto, ma solo ammirato e apprezzato.
Ci invita a riflettere sulla bellezza e sull’importanza dei gesti semplici e gentili, come il sorriso, e sulla loro capacità di illuminare e trasformare la nostra esistenza.
Il tuo sorriso di Plablo Neruda
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.