L’informatore è un romanzo scritto dal maestro del legal thriller John Grisham, pubblicato il 22 novembre 2016, da Mondadori, traduttore Luca Fusari. Al centro di questa storia c’è la corruzione ed è un giudice della Florida a essere coinvolto in un caso molto delicato. Ci aspettiamo che i giudici siano onesti e saggi. La loro integrità è alla base dell’intero sistema giudiziario. Confidiamo che garantiscano processi equi, che proteggano i diritti di tutti, che puniscano i colpevoli. Ma cosa succede quando un giudice è corrotto?
“Non si era mai sentito così brutalmente devastato nell’animo, né sarebbe più riuscito a sopportare un simile incubo.”
Lacy Stoltz da nove anni lavora come investigatrice presso una commissione in Florida che si occupa della cattiva condotta dei giudici. E un avvocato, non un poliziotto, e ha a che fare perlopiù con denunce per violazioni minori. Ma un giorno le si presenta un caso di corruzione.
Un avvocato radiato dall’albo tornato a lavorare con una nuova identità, ora si fa chiamare Greg Myers, sostiene di sapere dell’esistenza di un giudice che ha rubato più soldi di tutti i giudici corrotti d’America messi insieme.
Qual è la fonte dei suoi guadagni illeciti? A quanto pare ha avuto a che fare con la costruzione di un grande casinò sulle terre dei nativi americani.
La mafia locale ha finanziato il casinò che ora frutta una cifra molto consistente di denaro ogni mese. Il giudice se ne prende una parte e finge di non vedere, favorendo con le sue sentenze l’organizzazione criminale. E sicuramente un ottimo affare: tutti fanno soldi. Ma Greg Myers vuole fermarli.
Il suo unico cliente è un informatore che conosce la verità e vuole spifferare tutto per riscuotere milioni di dollari, come prevede la legge della Florida. Ed è così che Greg e Lacy si incontrano. E lei sospetta immediatamente che questa faccenda possa essere davvero pericolosa. Ma pericolosa è un conto, mortale è un altro.
“Il primo palazzo di giustizia eretto dai contribuenti della contea di Brunswick era andato distrutto in un incendio. Il secondo fu spazzato via dal vento. Dopo l’uragano del 1970 i leader della contea approvarono un progetto basato su una montagna di mattoni, cemento e acciaio. Il risultato era un disgustoso hangar in stile sovietico con tre piani, poche finestre e tetti di ferro spioventi che sin dal primo giorno fecero filtrare l’acqua.”
Le recensioni parlano di un Grisham che si legge sempre con grande piacere, anche se sembra che questo non sia il suo più bel libro. Insomma una una lettura gradevole e leggera, ma che non eccelle.
L’autoradio trasmetteva soft jazz, un compromesso. Lacy, proprietaria della Prius e perciò della radio satellitare, detestava il rap tanto quanto il suo passeggero Hugo detestava il country moderno. Avevano provato con i talk show sportivi, la radio pubblica, con i canali di vecchi successi, con quelli comici e con la BBC, evitando il bluegrass, la CNN, l’opera e cento altre stazioni, ma non erano riusciti a mettersi d’accordo. Per frustrazione lei, e stanchezza lui, avevano gettato la spugna quasi subito e si erano fatti andare bene il soft jazz. Roba leggera, per non disturbare il lungo e profondo pisolino di Hugo. Roba leggera perché Lacy non impazziva per il jazz ma nemmeno ne era irritata. L’ennesima concessione reciproca, o qualcosa del genere; una delle tante che da anni caratterizzavano la loro collaborazione. Lui dormiva, lei guidava ed entrambi erano soddisfatti.
Prima della grande recessione la Commissione disciplinare giudiziaria aveva avuto a disposizione una piccola flotta di Honda, tutte di proprietà dello Stato, a quattro porte, bianche, con pochi chilometri. I tagli al budget, purtroppo, le avevano fatte sparire costringendo Lacy, Hugo e una sfilza di altri funzionari statali della Florida a usare le proprie vetture anche per lavoro, con un rimborso di meno di un dollaro per chilometro. Hugo, quattro figli e un pesante mutuo da pagare, aveva una vecchia Bronco che bastava a malapena a portarlo in ufficio, figuriamoci in trasferta per lavoro. Perciò dormiva.
A Lacy il silenzio piaceva. Come i suoi colleghi, alla maggior parte dei casi lavorava da sola, di norma. Altri tagli, più pesanti, avevano decimato l’ufficio, riducendo ad appena sei gli investigatori della CDG, lei esclusa. Sette investigatori in uno Stato con venti milioni di abitanti e mille giudici sparpagliati in seicento corti, che si occupavano di mezzo milione di casi all’anno. Grazie al cielo i giudici erano quasi tutti gente onesta e dedita al proprio lavoro, alla giustizia e all’imparzialità, altrimenti Lacy avrebbe mollato parecchio tempo prima. Le poche mele marce la tenevano impegnata cinquanta ore alla settimana.