L’uomo è cresciuto col naso all’insù, mirando il cielo stellato e le stelle ne hanno influenzato la vita quotidiana, le lucine brillanti illuminano i pensieri, soprattutto dei sognatori, esploratori, innamorati, sono consolazione dei solitari e dei vagabondi e parlano al cuore dei poeti ed artisti vari.
Per questo fin dai tempi più antichi l’uomo ha cercato di rappresentarlo, una delle testimonianze più antiche si trova nella tomba della regina Nefertari (1295-1255 a.C.), moglie del faraone egizio Ramses II, presso la Valle delle Regine. Le pareti sono dipinte ed illustrano il viaggio nell’aldilà della bella Nefertari e l’intero soffitto è un cielo stellato.
Nell’arte classica non ci sono grandi esempi di rappresentazioni stellari, c’è una rappresentazione dell’epoca greca del Dio Eosforo che porta la luce del mattino.
Se facciamo un salto temporale fino al v secolo d.c. troviamo una magnifica rappresentazione del cielo stellato dell’arte bizantina, una cupola coperta da 570 stelle dorate che si trova al Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna.
Un’altro esempio del cielo rappresentato è un affresco di Giotto, “L’adorazione dei Magi”, dipinto nel 1303 nella cappella degli Scrovegni a Padova, nell’opera è stata raffigurata la cometa di Halley che lo stesso Giotto aveva avuto la fortuna di osservare nel 1301.
Da quel momento in poi possiamo dire che divenne una moda dipingere i soffitti delle chiese con cieli stellati, come nella Basilica di San Francesco ad Assisi, nel Duomo di San Gimignano a Siena, nella volta del Oratorio di Santa Maria in Solario a Brescia, anche il soffitto della Sistina era un cielo stellato, affresco di Piermatteo d’Amelia, prima dell’intervento di Michelangelo, nella cappella di San Biagio nella Cattedrale di Toledo, nella chiesa di Santa Maria a Cracovia, la copertura della Cappella Reale di Hampton Court, uno dei palazzi reali eretti da Enrico VIII in Inghilterra.
Nel Seicento questa moda finisce ed i cieli stellati verranno utilizzati come scenografie teatrali come il celebre “Salone delle stelle nel palazzo della Regina della Notte” realizzato da Karl Friedrich Schinkel nel 1815 per il Flauto Magico di Mozart.
Nel 1514 Albrecht Dürer, nella Melencolia I, rappresenta una cometa in grado di suscitare malinconia in quanto inquietante simbolo notturno.
Tra il 1575 ed il 1580 il pittore italiano Tintoretto realizza L’origine della Via Lattea che ritrae la nascita della Via Lattea secondo la mitologia greca, Zeus, approfittando del sonno della moglie Era, attaccò al seno il figlio Eracle, avuto con la mortale Alcmena, perché solo succhiando dal petto della madre degli dei, il semidio avrebbe potuto ottenere l’immortalità.
Successivamente possiamo citare il cielo di Adam Elsheimer nel La Fuga in Egitto del 1609.
Sicuramente i cieli più famosi sono quelli di Vincent Van Gogh, le opere Notte stellata, dipinta durante il soggiorno all’ospedale Saint-Rémy, dove sembrerebbe che restò sveglio per tre notti ad osservare la notte. Poi la meravigliosa Notte stellata sul Rodano, dove possiamo ritrovare la costellazione dell’Orsa Maggiore, ed infine la Terrazza del caffè la sera dove uno scorcio di cielo stellato attira lo sguardo.
Dopo i cieli stellati di Van Gogh nessun altro è riuscito a ricreare la stessa stupefacente bellezza, tutto si trasforma nella costellazioni geometriche come quelle di Picasso, quelle astratte di Mirò, che da bambino osservava le stelle dal telescopio del padre e nel 1940 realizzò una serie di 23 dipinti “Costellazioni”, che illustrano un itinerario astrale per i cieli della Normandia. Per finire, nel 1947, Henri Matisse realizza Icaro, siluette di carta ritagliata su cartone, il pittore per malattia non poteva più tener fermo il pennello in mano allora lavorava con forbici e carta. Il quadro fa parte della raccolta “Jazz” contenente un centinaio di opere create con una tecnica particolare di decoupage chiamata papiers découpés.
Molte altre sono state le rappresentazioni di cieli stellati soprattutto per immortalare momenti storici particolari come i passaggi delle stelle comete