Al padre è una delle poesie più famose del poeta italiano Salvatore Quasimodo. Pubblicata per la prima volta nel 1938 nella raccolta “Acque e terre”, la poesia è stata dedicata al padre del poeta, Giuseppe Quasimodo, che era un capostazione.
Al padre
Dove sull’acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d’uragani
e mare avvelenato. Le nostre notti cadono
nei carri merci e noi bestiame infantile
contiamo sogni polverosi con i morti
sfondati dai ferri, mordendo mandorle
e mele dissecate a ghirlanda. La scienza
del dolore mise verità e lame
nei giochi dei bassopiani di malaria
gialla e terzana gonfia di fango.
La tua pazienza
triste, delicata, ci rubò la paura,
fu lezione di giorni uniti alla morte
tradita, al vilipendio dei ladroni
presi fra i rottami e giustiziati al buio
dalla fucileria degli sbarchi, un conto
di numeri bassi che tornava esatto
concentrico, un bilancio di vita futura.
Il tuo berretto di sole andava su e giù
nel poco spazio che sempre ti hanno dato.
Anche a me misurarono ogni cosa,
e ho portato il tuo nome
un po’ più in là dell’odio e dell’invidia.
Quel rosso del tuo capo era una mitria,
una corona con le ali d’aquila.
E ora nell’aquila dei tuoi novant’anni
ho voluto parlare con te, coi tuoi segnali
di partenza colorati dalla lanterna
notturna, e qui da una ruota
imperfetta del mondo,
su una piena di muri serrati,
lontano dai gelsomini d’Arabia
dove ancora tu sei, per dirti
ciò che non potevo un tempo – difficile affinità
di pensieri – per dirti, e non ci ascoltano solo
cicale del biviere, agavi lentischi,
come il campiere dice al suo padrone:
“Baciamu li mani”. Questo, non altro.
Oscuramente forte è la vita.
Salvatore Quasimodo
La poesia esprime il profondo affetto e il rispetto che Quasimodo aveva per suo padre, che aveva lavorato sodo per tutta la vita per sostenere la famiglia. Il poeta descrive il padre come una figura semplice ma forte, che non aveva mai perso la sua dignità nonostante le difficoltà della vita.
La poesia inizia con la descrizione del padre che lavora nell’orto, mentre il poeta osserva silenziosamente. Il padre è descritto come un uomo modesto ma fiero, che lavora con le sue mani e si prende cura delle piante con attenzione e amore.
Quasimodo prosegue descrivendo il padre come un uomo che ha sempre vissuto con semplicità e sobrietà, senza mai cercare la ricchezza o il lusso. Il padre è stato un esempio di umiltà e dedizione per il poeta, che ha imparato da lui l’importanza del lavoro onesto e della lealtà verso la famiglia.
Infine, la poesia si conclude con il poeta che si rivolge direttamente al padre, ringraziandolo per tutto quello che ha fatto per lui e per la sua famiglia. Quasimodo esprime il suo amore e la sua gratitudine per il padre, riconoscendo il suo valore e la sua importanza nella sua vita.
“Al padre” è una poesia che celebra l’amore familiare e la dedizione, e che ha toccato il cuore di molte persone in tutto il mondo. La sua semplicità e la sua sincerità la rendono una delle poesie più belle e commoventi della letteratura italiana.
Scritta in occasione dei 90 anni del padre, esalta anche la bellezza della terra siciliana e racconta la tragedia del 28 dicembre 1908, quando Messina fu distrutta dal terremoto e maremoto.
Immagine: Giovanni Fattori, Tramonto sul mare (1890-95)