Stefano Bonazzi è nato nel 1983 a Ferrara, dove tuttora vive e lavora, web master di professione e grafico, da oltre dieci anni realizza composizioni e fotografie sul mondo dell’arte pop surrealista, mescolando fotografia digitale e disegno a carboncino e matita, le sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra, Miami, Seul, Monaco.
La sua creatività non si ferma all’immagine ma si espande anche nel mondo delle parole, infatti ha esordito come scrittore nel 2011, con il racconto Stazioni di posta, scelto da Gianluca Morozzi per l’antologia Auto Grill, proseguendo con svariati lavori, per arrivare al suo primo libro “A bocca chiusa“, una fiaba nera.
“La maschera è solo un pretesto. Può esserci oppure no. E’ un feticcio fittizio, presente anche quando non appare o si mostra sotto forma di altre geometrie arcane, decorazioni tribali o sigilli. E’ la ricerca spasmodica di un’identità altra, forse impossibile da trovare.”
Ho conosciuto quest’artista casuamente tramite i social e subito sono stata piacevolmente travolta dal suo genio visionario, che con grande umiltà e simpatia riesce a trasmette. Le sue opere, attraverso le immagini, suscitano infinite emozioni, come pure apertura e ricerca in quello che non si vede, a volte ti presenta un inquietante bellezza che invece di sconvolgere ammalia e calma i sensi, avvolgendoti per qualche istante da un silenzio assordante.
Vi consiglio di visitare il suo sito: www.stefanobonazzi.it
“Personalmente la diversità mi attrae, quell’ambivalenza/duplicità della natura umana che può allontanarmi anche solo per un attimo dal disagio sociale, dal conformismo a tutti i costi, dalla perfezione, dall’essere così irrimediabilmente inseriti in un perverso meccanismo di (ri)produzione.”