Il Premio NebbiaGialla per la letteratura noir e poliziesca è il concorso letterario che si svolge ogni anno nell’ambito del Suzzara Noir Festival, ideato dallo scrittore Paolo Roversi, nasce dalla passione per questo genere letterario, ma anche per la letteratura in generale.
Il vincitore di questa ottava edizione, decretato da una giuria popolare, composta da 47 lettori, è Gianni Farinetti con Il ballo degli amanti perduti. A lui è stata assegnata l’opera di Lucia Crisci, vincitrice della rassegna “Arte in Arti e Mestieri 2016”.
Il ballo degli amanti perduti, scritto da Gianni Farinetti, pubblicato da Marsilio (voti 15).
Dicembre, Alta Langa piemontese. Sebastiano Guarienti, pilastro della saga farinettiana, ha l’eccentrica idea di suggerire al sindaco di un piccolo paese, un po’ per gioco, molto per prenderlo in giro, di organizzare un grandioso ballo di Capodanno in costume nel locale castello assai cadente. Un’insensatezza che il primo cittadino, da grossolano signorotto con le mani in pasta in diversi affari, fa subito sua per accattivarsi il declinante favore della cittadinanza. Tra ex belle donne sfiorite ma ancora appetibili, un nobiluomo che vive da solo in un convento di cinquantotto stanze con un cavallo imbalsamato, una vecchietta in odore di stregoneria (una masca in tutto e per tutto), una giovane charmosa, un altrettanto giovane e fascinoso architetto, e poi formaggiai, parroci, nonne impossibili, muratori romeni di impagabile simpatia, devastanti ragazzini, bande musicali, farmacisti cornuti, maschere improbabili (si segnala un geometra di Mondovì travestito da banana), spesso parlanti in un vero e proprio grammelot vecchio Piemonte, la preparazione del veglione scorre febbrile sotto gli sguardi divertiti di Sebastiano e del maresciallo dei Carabinieri Beppe Buonanno, a loro volta colti entrambi in un’impasse sentimentale dai risvolti inquietanti. Ma, come da copione, la notte di Capodanno, al culmine dell’affollato festone, fra le pareti del castello avviene un sanguinoso omicidio.
Gianni Farinetti è nato a Bra, il 24 novembre 1953, vive fra Torino e le Langhe. E’ uno scrittore, copywriter, sceneggiatore e regista, ha esordito nel 1996 con Un delitto fatto in casa, con cui ha vinto il Premio Grinzane Cavour, Il Première Roman di Chambery e il Premio Città di Penne.
Nel 1998 ha vinto il Premio Selezione Bancarella con L’isola che brucia, nel 2008 il Premio Via Po con Il segreto tra di noi, e nel 2016 il Premio Recalmare Leonardo Sciascia con Il ballo degli amanti perduti.
Gli altri autori finalisti erano:
Il turista di Massimo Carlotto, Rizzoli (voti 9).
Il Turista è un serial killer perfetto, diverso da ogni altro. Tanto per cominciare, non “firma” i suoi omicidi e non lancia sfide ai detective, perché farsi catturare è l’ultimo dei suoi desideri. E un mago del camuffamento, non uccide secondo uno schema fisso e mai due volte nella stessa città o nello stesso Paese: per questo lo chiamano il Turista. In più, non prova empatia né rimorso o paura, esercita un controllo totale sulla propria psicopatia. In altre parole, è imprendibile, l’incubo delle polizie di tutta Europa. Anche il più glaciale degli assassini, però, prima o poi commette un passo falso che lo fa finire in gabbia. Succede a Venezia – il territorio di caccia ideale per qualunque assassino – e la gabbia non è un carcere: è una trappola ben più pericolosa, tesa da qualcuno che in lui ha scorto la più letale delle opportunità. Anche Pietro Sambo ha fatto un errore, uno solo ma pagato carissimo. Adesso, ex capo della Omicidi, vive ai margini, con il cuore a pezzi. Poi arriva l’occasione giusta, quella per riconquistare onore e dignità. Ma per prendere il Turista dovrà violare di nuovo le regole, tutte, rischiando molto più della propria reputazione. Massimo Carlotto ci ha abituato a spingere i confini dei generi dove nessuno è mai arrivato. Per scrivere il suo primo thriller ha fatto saltare ogni paradigma, costruendo una macchina narrativa che non offre certezze se non quella dell’adrenalina che mette in circolo.
Angelo che sei il mio custode di Giorgia Lepore, E\O (voti 12).
L’ispettore Gregorio Esposito è tornato al lavoro, dopo alcuni mesi di convalescenza e di sospensione dal servizio. Si indaga sul ritrovamento dello scheletro di un bambino e sulla scomparsa di due minori. Le indagini conducono a un posto antico e importante del Gargano: il santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo. In questo luogo si venera l’Arcangelo, ed è proprio lui ad avere un ruolo chiave nella vicenda. A collaborare al caso viene chiamata da Roma Giovanna Aquarica, funzionario di polizia specialista in casi che vedono coinvolti minori. La donna, in una indagine personale, recupera dal suo passato informazioni che possono avere a che fare con la vita di Gerri, con la sua infanzia e con le porte chiuse che ancora ci sono nella sua memoria e che costringono l’ispettore a fare i conti con se stesso e con i propri sentimenti. Giorgia Lepore ci regala un noir denso e profondo, dove ossessioni e segreti si rivelano nei meandri dell’animo umano e nelle viscere della terra.
La sposa scomparsa di Rosa Teruzzi, Sonzogno (voti 11).
Dentro Milano esistono tante città, e quasi inavvertitamente si passa dall’una all’altra. C’è poi chi sceglie le zone di confine, come i Navigli, a cavallo tra i locali della movida e il quartiere popolare del Giambellino. Proprio da quelle parti Libera quarantasei anni portati magnificamente ha trasformato un vecchio casello ferroviario in una casa-bottega, dove si mantiene creando bouquet di nozze. E lì che vive con la figlia Vittoria, giovane agente di polizia, un po’ bacchettona, e la settantenne madre Iole, hippie esuberante, seguace dell’amore libero. In una piovosa giornata di luglio, alla loro porta bussa una donna vestita di nero: indossa un lutto antico per la figlia misteriosamente scomparsa e cerca giustizia. Il caso risale a tanti anni prima e, poiché è rimasto a lungo senza risposta, è stato archiviato. Eppure la vecchia signora non si dà per vinta: all’epoca alcune piste, dice, sono state trascurate, e se si è spinta fino a quel casello è perché spera che la signorina poliziotta possa fare riaprire l’inchiesta. Vittoria, irrigidita nella sua divisa, è piuttosto riluttante, ma sia Libera che Iole hanno molte buone ragioni per gettarsi a capofitto nell’impresa. E così, nel generale scetticismo delle autorità, una singolare équipe di improvvisate investigatrici a dispetto delle stridenti diversità generazionali e dei molti bisticci che ne seguono riuscirà a trovare, in modo originale, il bandolo della matassa.
Sono stati assegnati i premi per le sezioni riservate agli inediti:
Premio Nebbiagialla RACCONTO INEDITO in collaborazione col Giallo Mondadori
Un caso di omicidio, anzi due di Sergio Cova.
Premio Nebbiagialla ROMANZO INEDITO in collaborazione con Novecento editore Calibro 9
Prosecco Connection di Fulvio Luna Romero.