Arabesque è un romanzo di Alessia Gazzola, pubblicato a settembre 2016, da Longanesi. È il settimo libro in ordine di pubblicazione della serie con protagonista Alice Allevi, la pasticciona anatomopatologo che ha finalmente terminato la specializzazione all’Istituto di Medicina Legale ed ora è in attesa del concorso per il Dottorato e mentre cerca di mettere ordine nella sua vita si trova catapultata nel mondo del balletto con morti misteriose.
“Va tutto bene. Ho la situazione sotto controllo.
Più o meno.
Ho aspettato questo giorno per cinque anni e finalmente da un mese sono una specialista in medicina legale a tutti gli effetti di legge.”
La trama di “Arabesque”
Tutto è cambiato per Alice Allevi: è un mondo nuovo quello che la attende fuori dall’Istituto di Medicina Legale in cui ha trascorso anni complicati ma, a loro modo, felici. Alice infatti non è più una specializzanda, ma è a pieno titolo una Specialista in Medicina Legale. E la luminosa (forse) e accidentata (quasi sicuramente) avventura della libera professione la attende. Ma la libertà tanto desiderata ha un sapore dolce amaro: di nuovo single dopo una lunga storia d’amore, Alice teme di perdere i suoi punti di riferimento. Tutti tranne uno: l’affascinante e intrattabile Claudio Conforti, detto CC, medico legale di comprovata professionalità e rinomata spietatezza.
Quando le capita il suo primo incarico di consulenza per un magistrato, Alice si rimbocca le maniche e sfodera il meglio di sé. Al centro del caso c’è una donna di 45 anni, un tempo étoile della Scala e oggi proprietaria di una scuola di danza. In apparenza è deceduta per cause naturali. Eppure, Alice ha i suoi sospetti e per quanto vorrebbe che le cose, per una volta almeno, fossero semplici, la realtà è sempre pronta a disattenderla. Perché, grazie alla sua sensibilità e al suo intuito, Alice inizia a scoprire inquietanti segreti nel passato della donna, legati all’universo, tanto affascinante quanto spietato e competitivo, del balletto classico…
“Sono un tipo che si innamora delle parole e, in particolare, di quelle parole speciali che ti vengono dette quando meno te l’aspetti, quelle che aprono un varco su una delle tante vite parallele che non viviamo.”
La recensione
Anche questa settima avventura di Alice si è dimostrata una lettura piacevole, leggera e spumeggiante. La storia si evolve ancora, la protagonista è sempre più simpatica e pasticciona, ma fa un altro passo in avanti verso una maturità maggiore. Tutti i protagonisti sembrano tirare la somma delle loro vite. Quando si legge una serie si ha sempre paura di un calo qualitativo, ma non è questo il caso.
Per chi non conoscesse il genere non aspettatevi un thriller, si avvicina molto più ad un giallo classico e non aspettatevi neanche solo quello perché lo troverete abbondantemente mescolato al genere rosa e chick lit, quindi se sapete cosa aspettarvi potete davvero godere a pieno questo romanzo e divertirvi molto.
Incipit di “Arabesque”
Le luci si spengono tutte nello stesso istante. Solo il palco resta illuminato, lei è accecata dai riflettori e non vede più quella platea, vuota fino a un attimo prima. C’è solo Madame, con la sua solita aria imperturbabile.
Deve dare il meglio di sé, non capiterà una seconda occasione.
Le note dal pianoforte si spargono nel teatro, rassicuranti. È Debussy.
In posizione.
Non sente neanche più il dolore di tutte le ferite ai piedi, che divorano le sue dita dai calcagni alle unghie. È anestetizzata perché sa che deve essere perfetta. Il teatro è vuoto, ma se fosse occupata anche l’ultima poltrona lei vorrebbe essere perfetta per una persona soltanto.
Inizia il suo esercizio, e il legno del palco scricchiola sotto le sue punte di gesso.
A passi lenti, lui incede. Era dietro le quinte, com’è possibile che non lo avesse visto prima?
Lei vacilla, si agita, cade.
Madame ride.
A lei non resta che rialzarsi. Lui non le porge la mano, rimane lì, immobile, a guardarla.
Le calze bianche sono strappate all’altezza delle ginocchia. Adesso i piedi le dolgono da morire, le ferite sono vive, almeno come quelle del cuore.
Le luci si riaccendono.
Gli occhi distanziati, del colore della sabbia attraverso l’acqua del mare, faticano a adattarsi.
È un nuovo giorno.
E quando penso che sia finita, è proprio allora che comincia la salitaVa tutto bene. Ho la situazione sotto controllo.
Più o meno.
Ho aspettato questo giorno per cinque anni e finalmente da un mese sono una specialista in medicina legale a tutti gli effetti di legge.
Nei primi giorni tutti mi dicevano che bello, sei in vacanza, ma col cavolo che è bello, perché la vacanza è tale se alla fine hai un posto in cui tornare. E io questo posto non ce l’ho più. Ho solo un appartamento in affitto che necessiterebbe di una bella rimodernata, una scrivania che è un vecchio tavolo da cucina, un armadio troppo piccolo per tutta la mia roba, e un conto in banca che grida vendetta. Così, nell’attesa di sostenere il concorso per un posto di dottorato e far ritorno nell’Istituto in cui sono nata e cresciuta – professionalmente parlando –, mi sono sbrigata a formalizzare l’iscrizione all’albo dei periti aspettandomi mesi di elemosina agli scranni dei giudici. Stamattina, mentre compivo metodicamente tutti i gesti della mia nuova routine di persona senza una fissa occupazione, il mio cellulare ha squillato e una voce mi ha avvisato che il pm, tale dottoressa Valentina Montechiaro, ha conferito l’incarico scorrendo l’elenco in ordine alfabetico. E poiché io mi chiamo Alice Allevi, è facile essere la prima dell’elenco. E non è sempre un vantaggio. Da quel momento sono entrata in confusione. Mi sento come quando, dopo una lunga dormita, anziché essere rigenerati si galleggia nel torpore. Ma soprattutto, come se non fossi ancora pronta ad affrontare un caso in completa solitudine.
In genere, le cose non vanno così. In genere, i giudici hanno dei consulenti di fiducia che reputano molto esperti e finiscono con il chiamare sempre gli stessi professionisti. La pm, senza saperlo, ha scelto il consulente meno esperto e più imbranato del secolo. Non lo può sapere e nessuno ovviamente poteva avvisarla, dato che sono una perfetta sconosciuta.
Subito dopo aver appreso che entro un’ora ero attesa presso l’ufficio del pm per il mio primo giuramento, ho chiamato una persona che non vedevo né sentivo da un mese esatto. Un mese i cui giorni non erano mai arrivati al tramonto senza pensare a lui, una, due, tre, anche quattro volte all’ora.
Ognuno di quei pensieri si concludeva con il cilicio autoinflitto e un imperativo inascoltato.
Chiamalo. Chiamalo.
Digli che stai studiando per il dottorato perché vuoi tornare in Istituto.
Digli la verità, che non sposerai Arthur Malcomess perché entrambi avete capito che la vostra storia è finita.
Non l’ho mai chiamato perché mi sono imposta la solitudine per imparare a riconoscere i miei desideri reali e a discriminarli dagli impulsi che tante volte mi hanno mal consigliata.
Ho aspettato.
Ma adesso che mi sento terrorizzata all’idea di apporre la firma sul verbale, l’unico a cui posso rivolgermi è lui: Claudio Conforti, meglio noto come CC, il medico legale più sagace del reame, l’uomo in grado di esercitare poteri assoluti sui miei ormoni senza che il mio raziocinio possa opporsi. Forse è solo una scusa, perché è l’unica persona che ho voglia di sentire.
Risponde all’ultimo squillo, quando sto per chiudere. Sembra sorpreso di sentirmi, ma anche un po’ contento.
Serie con Alice Allevi
1 – 2011 – L’allieva
2 – 2012 – Un segreto non è per sempre
3 – 2012 – Sindrome da cuore in sospeso (prequel)
4 – 2014 – Le ossa della principessa
5 – 2015 – Una lunga estate crudele
6 – 2016 – Un po’ di follia in primavera
7 – 2017 – Arabesque
8 – 2018 – Il ladro gentiluomo
9 – 2021 – La ragazza del collegio