Il caso Fitzgerald è un romanzo scritto da John Grisham, pubblicato a giugno 2017, l’autore in quest’opera abbandona il genere legal thriller, di cui è maestro, per un mystery ambientato nel mondo editoriale, quello dei collezionisti, le librerie indipendenti e le piccole e grandi manie degli scrittori.
“L’organizzazione era perfetta. Esistevano solo cinque manoscritti originali, tutti conservati nello stesso posto. E secondo Princeton avevano un valore inestimabile.”
È notte fonda quando una banda di ladri specializzati in furti d’arte riesce a penetrare nel caveau della Princeton University rubando cinque preziosissimi manoscritti originali di Francis Scott Fitzgerald, assicurati per venticinque milioni di dollari. Sembrerebbe un’operazione audace e impeccabile se non fosse per una piccola traccia lasciata da uno dei malviventi. Basandosi su quell’unico indizio l’FBI parte immediatamente alla caccia dei ladri e della refurtiva, impresa che si rivela molto difficile. Ma chi può avere commissionato un furto così clamoroso? C’è un mandante o si tratta di un’iniziativa autonoma? Bruce Cable è un noto e chiacchierato libraio indipendente, appassionato di libri antichi che commercia in manoscritti rari. La sua libreria si trova a Camino Island, in Florida, ed è un punto di ritrovo per gli amanti della lettura. Molti scrittori vi fanno tappa volentieri durante i loro tour promozionali. Forse lui sa qualcosa in merito a questa vicenda? Mercer Mann è una giovane scrittrice che conosce bene quell’isola, dove era solita trascorrere le vacanze con la nonna quando era bambina. Ora è rimasta senza lavoro ed è alle prese con la stesura di un nuovo romanzo che non riesce proprio a scrivere. Chi meglio di lei può essere ingaggiata per indagare da vicino senza destare sospetti sulle misteriose attività di Bruce?
“Nel frattempo, il suo fidanzato beveva birra e leggeva Il grande Gatsby su un’amaca nella veranda posteriore dello chalet, poco distante da un bellissimo laghetto.”
Purtroppo le recensioni non sono tutte entusiaste, allontanandosi dal mondo degli avvocati Grisham ha dovuto fare i conti con un mondo nuovo e questo forse l’ha penalizzato un poco. Molti hanno apprezzato la scelta del genere giallo classico che ultimamente è poco frequente nelle librerie, apprezzando la trama semplice che si legge con facilità. Mentre per altri, soprattutto i fans di Grisham, sono rimasti un po’ delusi, forse paragonandolo ai suoi capolavori, trovandolo noioso e con un finale scontato. A me intriga molto la trama ambientata nel mondo dei libri, come dico spesso, la recensione migliore è quella personale dopo la lettura, quindi buona lettura a tutti.
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L’impostore si era appropriato del nome di Neville Manchin, un vero professore di letteratura americana alla Portland State University e futuro dottorando a Stanford. Nella lettera, scritta su carta intestata dell’università contraffatta alla perfezione, il “professor Manchin” dichiarava di essere uno studioso in erba del grande Francis Scott Fitzgerald, desideroso di esaminarne “i manoscritti e le carte” in occasione di un imminente viaggio sulla costa orientale. La lettera era indirizzata al dottor Jeffrey Brown, direttore della divisione Manoscritti, dipartimento Libri rari e collezioni speciali, Firestone Library, Princeton University. Arrivò insieme ad altre buste e fu puntualmente smistata e passata di mano in mano per poi finire sulla scrivania di Ed Folk, un bibliotecario che tra i vari noiosi incarichi doveva verificare le credenziali della persona che aveva scritto.
Ed riceveva lettere come quella ogni settimana, tutte più o meno uguali, spedite da sedicenti appassionati ed esperti di Fitzgerald, e solo qualche volta da veri studiosi. L’anno precedente aveva autorizzato centonovanta richieste di accesso alla biblioteca. Gli studiosi provenivano da tutto il mondo e si presentavano lì emozionati e intimiditi come pellegrini davanti a un reliquiario. In trentaquattro anni trascorsi alla stessa scrivania, Ed li aveva passati in rassegna un po’ tutti, e non accennavano a diminuire: Francis Scott Fitzgerald continuava a esercitare un notevole fascino. Il flusso era lo stesso di trent’anni prima. Ultimamente però Ed si chiedeva cosa fosse rimasto da leggere, studiare e scrivere riguardo alla vita del grande scrittore. Poco tempo prima, un vero studioso gli aveva detto che al momento esistevano almeno un centinaio di libri e oltre diecimila articoli accademici dedicati a Fitzgerald come uomo e scrittore, alle sue opere e alla moglie folle.
E Fitzgerald era morto alcolizzato a quarantaquattro anni! Chissà come sarebbe andata se fosse invecchiato e avesse continuato a scrivere. Ed avrebbe avuto bisogno di un assistente, anche di due, magari di un’intera squadra. Ma sapeva anche che spesso una morte prematura era la chiave del successo postumo, per non parlare dei diritti d’autore.