Ventimila leghe sotto i mari è uno dei romanzi più conosciuti di Jules Verne, fu pubblicato nel 1870 da Hetzele conteneva alcune illustrazioni di Alphonse de Neuville e Edouard Riou.
Fa parte della serie “Viaggi straordinari” e costituisce il secondo capitolo di una trilogia che inizia con I figli del capitano Grant e si conclude con L’isola misteriosa. E’ un romanzo di avventura per ragazzi (e non solo) che anticipa il genere fantascienza e narra di un lungo viaggio, attraverso il mondo sottomarino, che parte dell’Oceano Pacifico e arriva alle coste norvegesi.
“Il mostro diventò di moda, specie nei grandi centri. Lo cantavano nei caffè, lo sbeffeggiavano sui giornali, lo mettevano in scena nei teatri. Per i giornalisti fu una vera pacchia, una autentica gara a chi le sparava più grosse!”
La storia è ambientata nel periodo immediatamente successivo alla guerra di secessione e segue le avventure del sottomarino Nautilus e del suo Capitano Nemo. Il sottomarino viene scambiato, inizialmente, per un mostro che sperona tutte le navi che incontra, incutendo terrore e spaventando i naviganti.
La storia inizia nel 1866 quando tutti in Europa e in America parlano di un misterioso mostro marino che affonda le navi che incontra lungo il suo percorso.
I pochi sopravvissuti raccontano aver fissato i suoi grandi occhi fluorescenti e di un corpo gigante capace di muoversi a velocità prodigiosa e sbuffare colonne d’acqua a grandi altezze.
Il governo degli Stati Uniti decide così di intervenire e commissiona la fregata Abraham Lincoln per identificare e catturare questa la creatura. Si imbarcano per questa spedizione il Professor Pierre Aronnax, celebre naturalista del Museo di Storia Naturale di Parigi famoso per aver pubblicato un’opera sulla vita sottomarina, il suo fedele servitore Conseil e un valente fiociniere canadese Ned Land.
Dopo molti mesi l’Abraham Lincoln incrocia finalmente il famigerato mostro nelle acque del Giappone che si difende speronanado la fregata andando alla alla deriva. Aronnax e Conseil finiscono in mare e quando ormai la morte sembra sopraggiungere vengono catapultati sulla parte superiore del misterioso mostro che sembra un isola e così scoprono che è in realtà una nave sottomarina. I tre vengono portati al suo interno ed imprigionati.
A bordo conosceranno il il misterioso Capitano Nemo comandante del “Nautilus”, così si chiama il sottomarino.
Il capitano Nemo tratta tutti molto bene e da quel momento per i tre inizia una fantastica avventura di esplorazione sotto i mari, un viaggio di ventimila leghe.
«Con quale nome debbo chiamarvi?»
«Signore, per voi sono il capitano Nemo. Voi ed i vostri compagni, siete per me i passeggeri del Nautilus.»
Leggere questo libro da ragazzi o in età adulta fa la differenza, infatti chi lo ha letto da ragazzo, con l’euforia dell’età e la voglia di scoprire il mondo, ne ha un bel ricordo, chi invece l’ho ha letto da adulto spesso ne è rimasto deluso, dovuto forse alla scrittura un po’ rigida e le aspettative troppo alte. Non so quanto un ragazzo moderno lo possa apprezzare senza annoiarsi, troppe sono le descrizioni specifiche che ne rallentano il ritmo.
Credo che bisogna leggerlo con la consapevolezza di ciò a cui si va incontro, un libro di fantascienza scritto nel 1870, ed allora le descrizioni erano importanti per far immaginare e conoscere, immaginate di leggerlo senza aver mai visto una TV e lontano dal tempo moderno delle immagini.
Detto ciò, a me è piaciuto e sono felice di averlo letto, anche se forse non all’età giusta o forse si.
1. Uno scoglio che scappa
Un fatto bizzarro, un fenomeno inspiegabile ed inspiegato che tutti certamente ricordano, segnò l’anno 1866. Le popolazioni portuali si agitarono, la cosidetta opinione pubblica ne fu sovraccitata, e non parliamo poi dell’emozione che colse in special modo la gente di mare. Anche i negozianti, armatori, capitani di bastimenti e skippers e masters europei ed americani, ufficiali di marina di ogni paese, nonché i vari governi dei due continenti, entrarono in indicibile eccitazione.
In effetti, negli ultimi tempi, molte navi avevano incontrato in mare una «cosa enorme», un affare lungo, fusiforme, spesso fosforescente, assai più grosso e più rapido di una balena.
I particolari dell’apparizione, registrati nei diversi libri di bordo, andavano d’accordo circa la struttura dell’oggetto o dell’essere in questione, la sveltezza incalcolabile dei movimenti, la sorprendente potenza locomotrice, l’intima energia di cui sembrava dotato. Se si trattava di un cetaceo, come volume sorpassava tutti quelli che la scienza aveva classificati finora.