Pigmalione era uno scultore, visse a lungo celibe fin quando si innamorò di una sua creazione.
“la guarda e si consuma d’amore per il corpo finto”… “la bacia e crede di essere a sua volta baciato, le parla, la tocca e crede che le sue dita s’imprimano sulle membra, teme che restino lividi”.
Folle d’amore chiese ed ottenne dalla dea Afrodite di poter rendere viva la sua creazione. La dea lo accontentò e Galatea, la statua inanimata, divenne umana tanto da dargli anche una figlia.
L’aspetto da considerare in questo mito è quello psicologico. Nel linguaggio corrente, Pigmalione è colui che plasma a proprio piacimento la personalità di un altro. Ma cosa c’entrano gli insegnanti ?
Per capire il nesso tra Pigmalione e un insegnante è doveroso raccontare l’esperimento di Rosenthal: dopo aver fatto fare un test di intelligenza a degli alunni, ne prese un campione e fece credere ai docenti che i ragazzi, dall’ intelligenza normale, fossero invece al di sopra della media.
Un monitoraggio fatto un anno dopo appurò come l’ insegnante, credendo l’alunno di intelligenza superiore, avesse avuto un atteggiamento più positivo tanto da stimolare l’alunno a fare di più e meglio. “La profezia che si autoavvera” è l’effetto Pigmalione. Si tratta di una forma di suggestione psicologica per cui le persone tendono a modellarsi all’immagine che gli altri hanno di loro, sia essa un’immagine positiva che negativa.
Effetto Pigmalione
L’effetto Pigmalione può realizzarsi anche tra dipendente e datore di lavoro o in famiglia o in tutti i casi in cui ci siano rapporti sociali. Ogni persona riesce ad essere giudicata nel modo in cui si aspetta di essere considerata. Tutto ciò dovrebbe far riflettere noi insegnanti che abbiamo il compito di “plasmare” menti e pensieri e pongo ai miei colleghi una domanda: i docenti si lasciano suggestionare a tal punto da preferire un alunno piuttosto che un altro?
Un atteggiamento positivo e libero da condizionamenti è utile al fine di stabilire quel rapporto alunno-insegnante che il più delle volte è inquinato dalla superbia legata ai ruoli che si assumono.
Monia Cannistraci