Il ladro gentiluomo è un romanzo di Alessia Gazzola, pubblicato il 15 ottobre 2018, da Longanesi, vincitore del Premio Bancarella 2019. Questo è l’ottavo capitolo, in ordine di pubblicazione, della serie con protagonista Alice Allevi, ex allieva, ormai specializzata medico legale, che lontana da casa deve fare i conti con la lontananza e con un diamante rubato proprio dalle sue mani da un ladro che si fa chiamare Alessandro Manzoni.
“Tutto quello che sono diventata è talmente intrecciato al ricordo di Claudio che non so più distinguere dove finisce il passato insieme, come maestro e allieva, come amante e amante, e dove inizio io da sola, senza di lui.”
La trama di “Il ladro gentiluomo”
Alice Allevi, finalmente Specialista in Medicina Legale, ha dovuto affrontare scelte difficili sia sul piano professionale che su quello sentimentale. Dopo un lungo e burrascoso corteggiamento, sembrava che tra lei e Claudio Conforti, l’affascinante e imprevedibile medico legale con il quale ha condiviso ogni disavventura dai tempi della specializzazione, fosse nato qualcosa. Per un attimo, Alice ha creduto finalmente di aver raggiunto un periodo di serenità, almeno al di fuori dell’Istituto di Medicina Legale. Ma in un momento di smarrimento sentimentale chiede un trasferimento. E lo ottiene: a Domodossola.
Per sua fortuna, o suo malgrado, Alice non avrà molto tempo per indugiare sul proprio destino, perché subito un nuovo caso la travolge. Durante quella che credeva essere un’autopsia di routine, Alice ritrova un diamante nello stomaco del cadavere. Una pietra di notevole caratura e valore, ma anche una prova materiale importante per il caso. Per questo, Alice si premura di convocare un ufficiale giudiziario a cui consegnarlo in custodia. L’ufficiale che si presenta da lei è un uomo distinto ed elegante, dai modi cortesi ed impeccabili, e Alice non esita ad affidargli il diamante. Ed è a quel punto che il fantomatico ufficiale sparisce nel nulla e i guai per Alice iniziano a farsi enormi…
“Forse la verità è che siamo tutti buoni o cattivi a seconda delle circostanze. Non per perorare il relativismo, ma come altrimenti giustificare che ognuno di noi almeno una volta nella vita abbia cambiato faccia in base al proprio interlocutore? Siamo capaci di grandi slanci e di grande acrimonia, dipende solo dal contesto in cui ci troviamo. E non è opportunismo. I nostri sentimenti sono pienamente sinceri. Ma esiste chi tira fuori il peggio di noi, è un fatto. Il tutto rientra nella varietà delle emozioni che siamo in grado di provare, purché non le portiamo alle estreme conseguenze. Forse è proprio varcare il confine che ci definisce. Il momento cruciale è quello della scelta. Oltrepassato il limite, niente sarà più uguale.”
La recensione
Il libro rispetta le caratteristiche del genere che rappresenta, una lettura leggera. In questo ottavo capitolo ho avuto l’impressione di girare pagina solo per la curiosità di sapere come andava a finire la storia d’amore, lasciando il giallo in disparte, non mi importava quasi per niente sapere chi fosse l’assassino, forse anche perché l’intreccio era troppo ingarbugliato per i miei gusti. L’unica nota stonata è che mi sono stancata della protagonista, già qualche libro fa veramente, però speravo in una evoluzione del personaggio, che non ho trovato. So che è uscito l’ultimo libro della serie “La ragazza del collegio” e forse lo leggerò solo per la curiosità di sapere come va a finire, ma per questo basta un riassunto, mi sono davvero stancata della serie e devo mettere un punto. Vedremo.
Si tratta di una miscela tra un medical thriller, un giallo classico ed una commedia dai toni rosa con un pizzico di chick lit, quindi se sapete cosa aspettarvi potete davvero godere a pieno questo romanzo se vi piace il genere.
Incipit di “Il ladro gentiluomo” di Alessia Gazzola
La valigia sul letto è quella di un lungo viaggio
Julio IglesiasSe riesci a portare sulla strada della convivenza qualcuno il cui tabù assoluto è la stabilità affettiva, interrompere sul più bello il processo in divenire è pura cattiveria.
Una sola persona al mondo poteva esserne capace. La mia crux desperationis, la professoressa Valeria Boschi, che da sempre vede in me l’onta infamante della medicina legale e non aspettava altro che un mio momento di debolezza per ritorcermelo contro.
«Ma come, Allevi, non me l’aveva chiesto lei?» ha detto di fronte al mio sconcerto, quando ho appreso la notizia del mio trasferimento a decorrenza immediata senza data di ritorno. Il tutto con un’espressione innocente che ha discoperto in me istinti omicidi.
«Sì, ma poi…» ho obiettato, incapace di formulare una risposta convincente.
«Poi cosa?» ha incalzato allora lei, intercettando il punto di vulnerabilità. «Cos’è cambiato? Mi sembrava così convinta, così motivata, all’idea di trascorrere un periodo di studio e ricerca in un’altra università…»
E lo ero. Ma all’epoca, in verità, ero motivata più che altro a scappare da colui che amo alla follia perché avevamo litigato furiosamente, come del resto accade da sempre a fasi alterne. E quando ci siamo riappacificati, era tardi. Non dovremmo mai, mai, agire spronati da un impulso, in un momento in cui non capiamo più niente avendo appena preso una mazzata. «Lucidità» dev’essere la parola d’ordine. Altrimenti ti ritrovi a preparare le valigie per un viaggio senza aver scelto la destinazione.
Colui che amo alla follia ha incassato imperturbabile la notizia che la Wally mi sta spedendo via come un pacco di cui è ben contenta di disfarsi. Va detto, per precisione, che proprio adesso le cose tra me e lui stavano iniziando a ingranare.
Claudio e io abbiamo persino trascorso le feste natalizie insieme ed ero talmente eccitata che almeno per questa volta non ho preso tre chili in due settimane per via di quella pessima abitudine di fare colazione tutte le mattine con il pandoro… Vivevo d’aria e d’amore.
Ma poi gennaio ha portato con sé la malinconia della fine delle feste. Di tutte le feste.
«Vedi, Alice, è una questione di coerenza…» ha detto lui, mentre io mi lambiccavo il cervello per calare un asso con cui far cambiare idea alla Terribile Stronza. «Se diciamo una cosa, non possiamo rimangiarcela quando non ci fa più comodo.»
Ah, è così dunque. Mi dà lezioni di coerenza. Lui.
«Ma io non voglio andarmene!»
«Non è per sempre…» ha risposto quindi, incoraggiante.
«Ci mancherebbe!»
«Magari sarà una buona opportunità e ti farà bene.»
«Ma… come farò senza di te?»
«Non sono mica morto.» Lo fisso cercando di trasmettergli sdegno. Ma lui ridacchia. «Mi sono adeguato al clima tragico generale.»
«Vabbè. Inutile spiegarti come mi sento.»
Ci eravamo appena ritrovati e questa sciagura autoinflitta del trasferimento vuole separarci di nuovo. E poi io sono una persona pigra. Per me già arrivare sulla Prenestina è un viaggio. Lui minimizza per carattere, perché nel nostro gioco delle parti io sono la drama queen e lui quello sempre capace di rimanere presente a se stesso.
Ma anche mia nonna Amalia minimizza.
«Bella di nonna, uno nella vita si deve muovere. Non può rimanere sempre fermo in un posto, perché se no poi non conosce il resto delle cose che ci sono nel mondo. E se non le conosci, come puoi saperlo che non ti piacciono?»
«Ma, nonnina, io non sentivo l’esigenza di conoscerle…»
«Male! Quando poi hai la mia età mi sai dire se è bello stare sempre in poltrona, che se devi alzarti devi chiamare qualcuno per farti tirare su. Dopo la quarantina, un male ogni mattina, ricordatelo!»
Insomma, l’unica in preda all’angosciosa sensazione di imminente disgrazia sono io.
Anche perché la Wally ha individuato il luogo perfetto per tormentarmi, anzi diciamo pure che ha trovato il modo ideale per farmi pentire di essere nata.
Mi ha deportato ai confini dello Stato, nella vecchia Oscella dei Leponzi, sulle montagne a ovest del lago Maggiore laddove un tempo nacque una repubblica partigiana (il che la dice lunga sull’isolamento del luogo). Il centro storico è molto grazioso, a poca distanza il paesaggio lacustre è bello da togliere il respiro. E questi sono i punti a favore. Ma quando non conosci nessuno, e per di più è inverno, sembra di essere a Vladivostok.
Eccomi qui, nella città della D di Domodossola ma anche D di disagio, desolazione e dell’inevitabile depressione.
Oggi ci sono – o meglio, non ci sono – tre gradi. E quasi ogni giorno in gennaio la probabilità di pioggia è al cento per cento.
Serie con Alice Allevi
1 – 2011 – L’allieva
2 – 2012 – Un segreto non è per sempre
3 – 2012 – Sindrome da cuore in sospeso (prequel)
4 – 2014 – Le ossa della principessa
5 – 2015 – Una lunga estate crudele
6 – 2016 – Un po’ di follia in primavera
7 – 2017 – Arabesque
8 – 2018 – Il ladro gentiluomo
9 – 2021 – La ragazza del collegio