Il nostro momento imperfetto è il nuovo romanzo di Federica Bosco, pubblicato nel 2018. Un romanzo che sfata il mito della perfezione e rilegge con ottimismo le scelte sbagliate. Perché non c’è un tempo perfetto per amare e vivere, ma quello che ognuno detta con il magico rintocco del proprio cuore.
“Scrivere questo romanzo è stato motivo per me di immensa gioia e malinconia. Gioia per aver dato voce a personaggi così intensi da cui io stessa ho fatto fatica a staccarmi (specialmente Apollo e Tobia) e malinconia per essermi resa conto di essere cambiata, cresciuta e, ma sì diciamolo, invecchiata. Che le mie parole adesso hanno un suono diverso e questa, banalmente, è la consapevolezza del tempo che passa. Tempo che dobbiamo imparare a rispettare, accettare e vivere il più intensamente possibile.”
La vita non rispetta mai i piani, e Alessandra lo scopre nel peggiore dei modi. Credeva di avere tutto sotto controllo: il lavoro come docente di fisica all’università, una famiglia impegnativa ma presente, un uomo solido al fianco, un’esistenza senza scossoni che, varcata la soglia dei quarant’anni, le regala una stabilità agognata a lungo. Una stabilità che crede di meritare. Finché il castello di carte crolla per un colpo di vento inaspettato. Un colpo di vento che spalanca la finestra e travolge tutto, mandando in pezzi la sua relazione d’amore e una buona dose delle sue certezze di donna, insieme alla fiducia, all’autostima e all’illusoria certezza di conoscere l’altro. La tentazione, allora, è di tirare i remi in barca, di smettere di provare, perché il dolore è troppo forte, ma è proprio fra i dettagli stonati della vita che le cose accadono e l’improvvisa custodia dei due nipoti, deliziosi e impacciatissimi nerd, le regala una maternità che arriva quando ormai il desiderio è da tempo riposto in soffitta, portando con sé una rivoluzione imprevista, fatta di richieste di affetto e di rassicurazione e di lezioni in piscina osservate con orgoglio dagli spalti. È così che Alessandra incontra Lorenzo, un uomo dall’ottimismo senza freni, anche se fresco di divorzio con un’ex moglie perfida e una figlia adolescente, capricciosa e viziata. Tante cose li accomunano, ma tante li dividono, perché la paura è tanta e troppe le difficoltà, e ci vuole coraggio per azzardare un percorso sconosciuto che rischia di portarti fuori strada, ma ti permette di ammirare panorami inaspettati e bellissimi. Perché a volte la felicità risiede nella magia di un momento imperfetto.
“Sappiamo cose, un certo numero di cose tangibili che crediamo, a torto, identifichino la persona con cui viviamo.
Ma in realtà non sappiamo niente.
Non sappiamo cosa pensa veramente, quali siano gli istinti e le pulsioni più intime, i desideri inaccessibili, i segreti reconditi, la vita che sta già pianificando dopo di te.
Un uomo viene definito onesto perché non ha mai rubato, rispettoso perché non ha mai picchiato nessuno, innamorato perché non si è mai dimenticato un compleanno, ma se ti ha tradito un numero imprecisato di volte, be’, quella, sotto sotto, è colpa tua: evidentemente non eri all’altezza delle aspettative, che non sapevi di avere infranto.”
Le recensioni sono in generale positive, qualcuna negativa si trova, descrivono il romanzo come una storia carina, ironica e divertente, anche se al limite del reale.
1.
Era successo nella maniera più stupida e banale.
Avevo preso in mano il telefonino di Nicola per controllare un’app che non funzionava.
Quella del noleggio biciclette.
Niente di più, niente di meno.
Nessuno dei due portava il cellulare con sé in bagno, nessuno dei due lo appoggiava capovolto sul tavolo, nessuno dei due lo usava a tavola.
Lo avevo preso per controllare l’app del noleggio biciclette ed era apparso un messaggio di WhatsApp con la foto di una ragazza bionda e sorridente.
Ci volle qualche secondo perché il mio cervello elaborasse le informazioni e poi le trasmettesse al cuore e da lì allo stomaco, perché completassero le reazioni fisiche di rito.
Prima si presentò il pensiero razionale, a segnalarmi che una giovane donna stava scrivendo al mio compagno alle otto di mattina; poi, arrivò il retropensiero, a sollevare la questione del perché una giovane donna stesse scrivendo al mio compagno alle otto di mattina. Infine il segnale di pericolo, che mi ricordò che era profondamente sbagliato che una giovane donna scrivesse Buongiorno amore al mio compagno alle otto di mattina.
Furono solo quattro i secondi che divisero irrimediabilmente la mia vita tra il prima e il dopo.
Quattro miseri secondi che si dilatarono all’infinito.
Riuscii a scomporli in ogni calcolabile sottoprodotto del tempo, scinderli in ogni unità di misura mai verificata dalla fisica, finché non si ridussero in polvere che scivolò nel collo della clessidra, mentre il mio cuore chiudeva gli occhi e moriva.
Il tempo di Planck è considerato, a oggi, il più breve intervallo di tempo misurabile.
Avrei dato qualunque cosa per tornare a quella minuscola particella appoggiata appena prima di quei quattro secondi.
Stavamo insieme da quattro anni. Quattro anni giusti, onesti, lineari – o almeno credevo.