Una ragazza come lei è un romanzo scritto da Marc Levy, pubblicato in Italia nel 2018, traduzione di Ilaria Piperno e Giovanni Zucca. Una commedia romantica, piena di avventura ed ironia, immersa nell’anima di New York.
“Il n. 12 di Fifth Avenue è un edificio in bugnato di otto piani, ciascuno con un appartamento per piano salvo il primo, che ospita due studi. Con una media di cinque andate e ritorni per piano al giorno, e tenuto conto della distanza tra un piano e l’altro, Deepak percorre 594 chilometri all’anno. Da quando ha cominciato a lavorare lì ne ha fatti 22.572. Nel taschino interno della redingote conserva religiosamente un taccuino in cui contabilizza i suoi viaggi in verticale come un pilota con le ore di volo. (…)
Completamente manuale, l’ascensore di Deepak è un’anticaglia; nell’intera New York ne restano solo cinquantatré così, azionati da una manovella. Ma per le persone che vivono nel palazzo è il simbolo di uno stile di vita. Depositario di un savoir faire in via di estinzione, lui non sa se esserne orgoglioso o rattristato.”
Su Fifth Avenue c’è un palazzo speciale, con un ascensore ancora tutto manuale e un addetto discreto e premuroso sempre pronto ad accompagnare i suoi passeggeri in un favoloso salto nel tempo. Perché salire su quell’ascensore — pareti in legno laccato, una manovella d’ottone tanto lucida da potercisi specchiare, e sul soffitto un affresco rinascimentale — equivale a un breve viaggio su un vagone dell’Orient Express. Ma l’allegro tran tran che da trentanove anni scandisce le giornate del civico 12 viene irrimediabilmente compromesso quando la minaccia dell’installazione di un ascensore moderno si fa sempre più reale. Ma Deepak, il vecchio indiano che da sempre porta su e giù i condomini, non può andare in pensione ora: ha il sogno di una vita da realizzare, e per farlo gli servono ancora un anno, cinque mesi e tre settimane di servizio. A riaccendere le sue speranze è l’arrivo del nipote, Sanji, che si ritrova a fare uno stage come apprendista di Deepak. Nessuno, al 12 di Fifth Avenue, immagina che quel ragazzo sempre in ritardo e assonnato sia a capo di un’immensa fortuna a Mumbai. Neanche Chloé, “la signorina dell’ottavo piano”, a cui il destino ha tentato di cancellare, senza successo, il sorriso; quel sorriso radioso che ha stregato Sanji fin dal loro primo incontro. Tra equivoci seriali, intuizioni d’amore e sprazzi di comica umanità, riusciranno Sanji e Chloé a colmare le distanze tra loro?
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A fine pomeriggio, quando sta per cominciare l’ora di punta, Deepak ha già fatto tre viaggi. Un’andata e ritorno al settimo piano per far salire Mr Williams, cronista televisivo di Fox News. Un’altra per far scendere Mr Groomlat, il contabile che ha un ufficio al primo piano. E ora è diretto al sesto con il golden retriever dei Clerc, una coppia di francesi. La loro governante recupererà l’animale sul pianerottolo e darà a Deepak dieci dollari per il dog sitter in attesa giù nell’atrio.
Deepak guarda l’ora; di lì a poco lo chiamerà Mrs Collins. La vedova si ostina a chiudere la porta di casa a tripla mandata. Come se qualcuno potesse entrare nel palazzo senza che lui lo sappia. Ma le fissazioni degli inquilini del civico 12 di Fifth Avenue sono parte del suo pane quotidiano; anzi, costituiscono il suo pane quotidiano.
Dopo averla aiutata a togliere la chiave dalla serratura, Deepak accompagna Mrs Collins al piano terra per poi risalire subito. Miss Chloé lo aspetta davanti al cancelletto e lo saluta con un sorriso. Con ogni probabilità ci è nata, con quel sorriso sulle labbra. Entrando nell’ascensore gli chiede com’è andata la sua giornata, e lui risponde: «I soliti alti e bassi, Miss Chloé».
Portare la cabina perfettamente a livello con i pianerottoli è un’arte. Deepak la pratica a occhi chiusi, ma quando scorta Miss Chloé dal suo studio del primo piano all’appartamento dell’ottavo in cui abita ci mette ancora più attenzione.
«La signorina pensa di uscire, stasera?» chiede Deepak.
Non è una domanda indiscreta, si tratta solo di avvertire il collega del turno di notte, nel caso in cui Miss Chloé abbia bisogno di lui.
«No, un bel bagno caldo e poi a nanna. Mio padre è in casa?»
«Lo saprà appena entra, signorina» risponde lui.
Deepak professa due religioni: l’induismo e la discrezione. Sono trentanove anni che lavora come lift in quel signorile palazzo su Fifth Avenue, e mai una volta si è lasciato sfuggire la benché minima informazione sugli andirivieni degli inquilini, tanto meno con i loro familiari.