Sorprendimi! un romanzo rosa scritto da Sophie Kinsella, pubblicato nel 2018. Ci racconta le gioie e i dolori del matrimonio, qual è la ricetta per un matrimonio felice e longevo?
“E finalmente viene fuori. La pura e semplice verità. Siamo entrambi terrorizzati all’idea di questo matrimonio epico, in scala Signore degli Anelli, in cui all’improvviso ci vediamo confinati.”
Trama del libro “Sorprendimi!”
Dan e Sylvie stanno insieme da dieci anni. Matrimonio felice, due splendide gemelle, una bella casa, una vita serena. Sono talmente in sintonia che quando uno dei due inizia a parlare l’altro finisce la frase… è come se si leggessero nel pensiero.
Un giorno però, dopo una visita medica di routine, scoprono di essere così in forma che la loro aspettativa di vita è di altri sessantotto anni. Ancora sessantotto anni insieme? Dan e Sylvie sono sconcertati. Non pensavano certo che “finché morte non ci separi” significasse stare insieme così a lungo! Dopo l’iniziale stupore, si instaura tra i due un certo disagio, seguito a ruota dal panico più totale.
Decidono dunque di farsi delle “sorprese” per ravvivare fin da subito il loro matrimonio “infinito”, per non stufarsi mai l’uno dell’altra… Ma si sa bene che non sempre le sorprese portano al risultato sperato… e in un batter d’occhio sorgono contrattempi poco graditi e malintesi che rischiano di minare le fondamenta della loro unione. E quando cominciano a emergere alcune verità taciute, Dan e Sylvie iniziano a domandarsi se dopo tutto… si conoscono davvero così bene.
“Dieci anni. È un bel risultato. È come una montagna che insieme abbiamo scalato fino in vetta. Voglio dire, è un decennio. Tre traslochi, un matrimonio, due gemelle, circa venti diversi scaffali Ikea… praticamente una vita.”
L’autrice è cresciuta, perde un po’ di briosità e guadagna in profondità, infatti non troviamo la solita commedia allegra e spensierata, ma pur restando leggera, l’umorismo è più raffinato e fa riflettere, senza perdere la capacità di raccontare la vita con pregi e difetti.
La lettura parte a rilento per poi a metà libro ingranare e forse non amerete la protagonista, nel complesso una lettura gradevole, grazie anche alla traduttrice Stefania Bertola.
Incipit del libro “Sorprendimi!”
Prologo
Ho un piccolo vocabolario segreto per mio marito. Parole che ho inventato per descriverlo. A lui non ne ho mai parlato: mi saltano in testa così, ogni tanto. Tipo…
Stropiccioso: quel suo modo adorabile di accartocciare la faccia quando è confuso, le sopracciglia sbilenche, lo sguardo implorante, come per dire: “Spiegami!”. A Dan non piace essere confuso. Gli piace che sia tutto in ordine. Chiaro. Senza misteri.
Tesingo: Quando è tutto teso e un po’ guardingo ogni volta che, in una conversazione, salta fuori mio padre. (Lui crede che io non me ne accorga.)
Schiaccicato: quando la vita di colpo si gira e gli molla un pugno in faccia tanto forte da levargli letteralmente il fiato per un attimo.
A pensarci bene, questa è una parola multiuso. Vale per tutti. Anche per me. In questo momento, vale particolarmente per me. Perché, indovinate un po’? Sono schiaccicata. Mi si sono congelati i polmoni. Mi bruciano le guance. Mi sento come un’attrice in una soap del pomeriggio, ed ecco perché: 1) Sto frugando nello studio di Dan, mentre 2) lui è al lavoro, ignaro di quanto sto facendo, e 3) ho aperto un cassetto chiuso a chiave della sua scrivania, e 4) non posso credere a quello che ho trovato… quello che ho in mano… quello che sto guardando.
Lo fisso, respirando affannosamente. Il cervello mi manda messaggi di puro panico, come: Cosa? E: Ma questo significa che…? E: Ti prego. No. È un errore. Dev’essere un errore.
E, quasi peggio di tutto: Aveva ragione Tilda, allora? Me la sono voluta?
Sento che arrivano le lacrime, insieme all’incredulità. E al terrore. Non so bene quale sia il più forte. Anzi, sì, lo so. L’incredulità vince, e fa fronte comune con la rabbia. “Veramente?” mi verrebbe da gridare. “È così, Dan?”
Ma non lo faccio. Scatto solo qualche foto con il telefono, perché… così. Potrebbero servirmi. Poi rimetto a posto ciò che ho trovato, chiudo il cassetto, giro la chiave, controllo (sono leggermente ossessiva-compulsiva sul chiudere la porta di casa, spegnere la lavatrice, quelle cose lì. Cioè, niente di che, non sono pazza, solo un po’… sapete com’è) e mi allontano dalla scena del crimine.
Pensavo di sapere tutto di mio marito e che lui sapesse tutto di me. L’ho visto piangere per Up. L’ho sentito gridare “Io ti sconfiggerò!” nel sonno. Lui mi ha visto lavarmi le mutande mentre eravamo in vacanza (perché i costi della lavanderia in albergo sono assurdi) e le ha anche stese personalmente sul porta asciugamani.
Siamo sempre stati quel tipo di coppia. Uniti. Profondamente connessi. Ci leggevamo nel pensiero. Finivamo uno le frasi dell’altra. Pensavo che non ci riservassimo più sorprese.
E questo dimostra quanto poco ne sapessi.