La prossima persona che incontrerai in Cielo è un romanzo di Albom Mitch, pubblicato il 23 marzo 2019 da Sperling & Kupfer. Con sensibilità e limpidezza affronta i quesiti più profondi dell’anima, in una parabola moderna piena di cuore, saggezza e compassione.
“Da quando esiste la vita, esiste la perdita. Eppure, malgrado tutta la nostra evoluzione, non siamo ancora in grado di accettarla.”
La vita, si sa, non è un rettilineo che scorre all’infinito senza scosse e senza ostacoli; prima o poi, il destino si rivela nei suoi risvolti più ardui e tortuosi. Ma non è neppure un viaggio solitario e accidentale: il nostro cammino è costellato di incontri, di altre rotte che intrecciano e accompagnano la nostra in maniera non casuale, anche quando non ne siamo consapevoli. Siamo un breve tratto di una grande mappa, uno snodo di trama in un intreccio di storie. Siamo la parte minuscola ma indispensabile di un disegno che ci sfugge.
Da bambina, Annie è stata protagonista involontaria di quello che molti hanno definito un miracolo: salvata da un incidente fatale grazie all’atto eroico di un uomo che ha dato la vita per lei. Ma quell’episodio l’ha segnata profondamente, nel corpo e nell’anima. Le è costato tanto trovare il suo posto nel mondo e accettare se stessa, senza sentirsi sbagliata. Finché, quando crede di stringere finalmente in pugno la felicità, una catena ineluttabile di eventi la strappa a questa vita.
Ora il viaggio di Annie continua verso il Cielo. E proprio in questa nuova parte del cammino si ripetono cinque degli incontri che più hanno segnato la sua esistenza. Ognuna delle cinque persone che ritrova le farà a suo modo capire come nulla sia stato vano, e quanto ogni attimo terreno da lei vissuto sia stato importante – per lei stessa e per chi l’ha conosciuta. Perché tutto ciò che facciamo lascia un segno nelle vite degli altri, e ognuno di noi conta nel disegno più grande che ci unisce. Basterebbe solo alzare gli occhi e abbracciare con lo sguardo quell’orizzonte dove ogni fine sfuma in un principio e ogni singolo si fonde con un tutto che lo illumina.
“Questa storia, come Le cinque persone che incontri in Cielo, è stata ispirata dal mio adorato zio, Eddie Beitchman, un veterano della Seconda guerra mondiale che pensava di essere «una nullità che non aveva mai combinato niente».
Quand’ero bambino, Eddie mi raccontò che una notte, mentre si trovava in ospedale in punto di morte, vide le anime dei suoi defunti sedute sul bordo del letto, che lo aspettavano.
Da quel momento, ho considerato il Paradiso come il luogo in cui possiamo ritrovare coloro che abbiamo incontrato sulla Terra. Certo, questo è solo il mio punto di vista. Ogni uomo, e quasi ogni religione, ha una propria idea del Paradiso, e va sempre rispettata.
L’immagine che ne do in questo libro non è un dogma ma un desiderio: che i nostri cari possano trovare la pace che sulla Terra è loro mancata, e possano comprendere quanto grande è l’influenza che esercitiamo gli uni sugli altri, ogni giorno di questa nostra preziosissima vita.” (Albom Mitch)
La fine
Questa è la storia di una donna di nome Annie e comincia dalla fine, con Annie che cade dal cielo. Annie era giovane e per questo non pensava mai alla fine, al Paradiso, ma ogni fine è anche un principio.
E il Cielo pensa sempre a noi.Al momento della sua morte, Annie era alta e snella, con capelli biondi, lunghi e ricci, gomiti e spalle sporgenti, e quando si sentiva in imbarazzo diventava rossa sul collo. Aveva dei brillanti occhi verde oliva, e un ovale delicato che i colleghi trovavano «grazioso quando hai avuto modo di conoscerla».
Infermiera in ospedale, sul posto di lavoro indossava un camice blu e scarpe da ginnastica grigie. E proprio nell’ospedale in cui lavorava avrebbe lasciato questo mondo, in seguito a un terribile, tragico incidente, a poco meno di un mese dal suo trentunesimo compleanno.
Alcuni potrebbero pensare che fosse troppo giovane per morire. Ma chi può stabilire quale sia il momento giusto? Da bambina, Annie era scampata alla morte nel corso di un altro incidente, al Ruby Pier, un parco divertimenti che si affacciava sul vasto oceano grigio. I presenti dissero che si era trattato di un miracolo.
Quindi, forse, il suo tempo era già trascorso da un po’.«Siamo qui riuniti oggi…»
Se sapeste di dover morire, come passereste le vostre ultime ore? Annie, che non lo sapeva, le passò sposandosi.
Il suo fidanzato si chiamava Paulo. Aveva occhi di un azzurro chiarissimo, come il fondo di una piscina, e una zazzera di capelli del colore dell’uva passa. Si erano conosciuti alle elementari, mentre giocavano alla cavallina, nel cortile di asfalto. Annie era nuova, timida e introversa, e se ne andava in giro a testa bassa, ripetendo fra sé: Vorrei scomparire.
Poi un bambino le aveva appoggiato le mani sulle spalle e le era atterrato davanti come un pacco postale.
«Ciao, mi chiamo Paulo», le aveva detto sorridendo, un ciuffo davanti agli occhi.
E all’improvviso Annie desiderò non muoversi più da lì.