Ninfa dormiente è un thriller scritto da Ilaria Tuti, è stato pubblicato nel 2019 da Longanesi. Secondo romanzo con protagonista il commissario di polizia Teresa Battaglia, alle prese con un “cold case”. Dopo aver fatto un’inquietante scoperta, un mercante d’arte si rivolge alle autorità, poiché ha rinvenuto un disegno realizzato con una straordinaria miscela di sangue umano e fibre muscolari cardiache. Si cela un omicidio dietro a quell’opera? Potrebbe forse essere il pittore stesso l’assassino?
“La Ninfa dormiente prende forma sotto le mani del pittore.
Nasce, rossa di passione e amore.”
Trama del libro Ninfa dormiente
Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo.
Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling.
Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.
“Osservò con attenzione quella donna che sembrava già aver perso interesse in lui. Non gli arrivava nemmeno al petto, ma aveva l’abitudine di passare sopra il suo ego come un carrarmato. Aveva quasi il doppio della sua età, ma lo lasciava senza energie molto prima che a esaurirsi fosse lei. Le sue maniere erano spesso brutali e il caschetto di capelli che incorniciava il viso era di un rosso talmente artificioso da essere quasi imbarazzante. Lo sarebbe stato su chiunque, ma non su di lei.
Teresa Battaglia abbaiava, ma c’era chi giurava di averla vista mordere, letteralmente.”
Dopo il successo di “Fiori sopra l’inferno“, ritorna la straordinaria figura di Teresa Battaglia: una personalità forte e inarrestabile, talvolta brusca, ma sempre compassionevole. Ritroviamo l’ambientazione ricca di fascino, un ambiente naturale costituito da boschi e vette montuose, valli isolate e inaspettate bellezze.
“Il cuore del mondo ha sospeso il suo battito. Tacciono le fronde e il canto degli uccelli. I pallidi petali degli anemoni selvatici non vibrano al vento e le stelle paiono avere pudore a mostrarsi nel crepuscolo. La montagna sembra chinarsi a osservare il miracolo che si sta compiendo a valle, in un’ansa dove il fiume dal letto sassoso riposa quieto.”
Serie con Teresa Battaglia
2018 – Fiori sopra l’inferno
2019 – Ninfa dormiente
2021 – Luce della notte
2021 – Figlia della cenere
2023 – Madre d’ossa
Incipit del libro Ninfa dormiente
LA FINE
Teresa pensa spesso alla morte. Ma non avrebbe mai immaginato che la propria sarebbe stata così. C’è qualcosa di beffardo nel fatto di non riuscire a ricordare ciò che potrebbe salvarla.
Un incendio sul punto di scoppiare, vittime che attendono di essere salvate e lei ferma, immobile.
La mente l’ha abbandonata. La confusione rende grottesco l’ultimo atto della tragedia, con quegli occhi imploranti, coppe rase di terrore, che la guardano fare l’unica cosa di cui è capace in quel momento: nulla. Teresa morirà con l’espressione da idiota, ne è convinta. Morirà da inetta, con le braccia lungo i fianchi e lo scudo abbassato, dopo essere vissuta da guerriera.
Guerriera… Una poliziotta, forse. Una donna di sessant’anni, malata, che cerca di fare l’eroina e invece non è nemmeno più capace di dare un nome alle cose.
Potrebbe provare a indovinare. Sembra che ultimamente non possa fare altro per sopravvivere. Indovinare la strada da prendere, la direzione verso cui guardare, le parole da pronunciare e l’ombra di cui dubitare.
Persino il proprio nome è intaccato dal dubbio, così come quello dell’assassino. Che è lì con lei, o forse in un’altra stanza. Di certo, è dentro quella casa, ora simile a un Ade pronto ad ardere nel buio della valle, perché Teresa ha osato sfidare il mistero allevato dentro i suoi confini. Le montagne l’hanno custodito, sepolto negli anfratti assieme a ossa sacre ed energie antiche.
Teresa sa, ma la mente ancora non ricorda.
Quale fra le vittime che stanno per essere sacrificate nel fuoco è innocente e quale, invece, ha avuto la forza divoratrice necessaria per strappare un cuore ancora palpitante dal petto di un uomo?
Chi devo salvare?
E poi c’è lui, che la guarda come il figlio che Teresa non ha mai avuto. Il suo nome è ancora soltanto l’istinto di un sussurro sulle labbra, ma un impulso viscerale la lega a quell’uomo. Teresa lo percepisce nella pancia, è bruciore su una cicatrice, schiuma rossa che ribolle nelle vene.
Le pareti sembrano stringersi addosso a lei e iniziano a crepitare, come i mormorii che la tormentano da giorni e che ora sono esplosi in latrati: le sue peggiori paure.
Il nome dell’assassino. Il nome dell’assassino…
Precipitata all’inferno, al cospetto della morte, Teresa non pensa ad altro che a un indovinello, sentito chissà dove e chissà quando.
Un urlo. Un verso inumano la strappa al torpore atterrito che l’aveva imprigionata e la riporta al mondo.
Poi, di colpo, lui tace.
«L’abbiamo trovato» lo sente bisbigliare, come se all’improvviso volesse trattenere tra loro due le parole. Ha le pupille dilatate. «Abbiamo trovato il Male. È qui. Ci aspettava.»
Ha sgranato le parole come perle di un rosario diabolico. Alza un indice tra le corde che lo imprigionano e lo punta verso un angolo della stanza, dove l’oscurità sembra pulsare al ritmo della loro paura.
«L’abbiamo trovato. Non è umano.»
Grida ancora, così forte che qualcosa in Teresa si frantuma.
Adesso ricorda il suo nome. Ma di nuovo il destino gioca con le carte della vita e della morte, dell’amore e dell’odio, spietato come sa esserlo solo chi ha l’eternità davanti.
Perché è il momento di capire fin dove è disposta a spingersi.
È il momento di capire se, per salvare un innocente, Teresa è pronta a uccidere Massimo Marini, l’uomo che la guarda come il figlio che non ha mai avuto, l’uomo che adesso trema come se lì, a danzare nel buio, ci fosse il demonio.