Il 28 maggio, al Circolo dei lettori di Torino, è stato decretato il vincitore della 32esima edizione del Premio Italo Calvino, il principale premio di narrativa per aspiranti scrittori in Italia. La giuria, composta da Peppe Fiore, Giuseppe Lupo, Rossella Milone, Davide Orecchio e Sandra Petrignani, ha assegnato il premio a:
L’attività letteraria a Gibilterra nel secolo XXI di Gennaro Serio, nato nel 1989 a Napoli, si è laureato in Scienze Politiche. Vive a Roma, dove ha frequentato un master in giornalismo. Collabora con la Repubblica, occupandosi di letteratura contemporanea. Ha scritto di libri anche per D la Repubblica e per Il manifesto. A partire da settembre svolgerà uno stage presso la redazione di Alias.
“per il coraggioso esperimento metaletterario condotto nel testo con lingua poliedrica, sulla scia dei modelli cosmopoliti di Vila-Matas e Bolaño. Un giallo sofisticato dal gusto ironico e parodistico che vede i protagonisti in viaggio per l’Europa dei luoghi di culto della scrittura terminando nella Gibilterra dell’immortale Molly Bloom”.
Menzioni speciali della giuria a:
L’ultima testimone di Cristina Gregorin, nata a Trieste nel 1964, vive a Venezia dove opera come guida turistica. Laureata con Claudio Magris, dottorato di ricerca in Letteratura tedesca. Ha collaborato con l’Unesco e col Consiglio d’Europa nel campo dei patrimoni culturali veneziano e bosniaco.
“per la capacità di affrontare in modo obiettivo ed empatico la scabrosa pagina della storia italiana che ha per protagoniste Trieste e l’Istria fra guerra e dopoguerra tra conflitti etnici e politici in un complesso quadro internazionale. L’agire ambiguo dei personaggi gioca a favore della trama e della suspense ponendo in risalto il tema della moralità dell’azione.”
Dieci storie quasi vere di Daniela Gambaro, nata a Adria nel 1976. Laureata in Scienza della Comunicazione a Padova, diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove vive e lavora come sceneggiatrice cinematografica.
“una raccolta di racconti che ha come filo rosso il femminile nei suoi aspetti di oscurità, di mancanza, di desiderio, particolarmente incentrata sul tema della maternità variamente declinato e delineato. Punto di forza del testo una scrittura consapevole, attenta al dettaglio e rivelativa di un buon controllo sui meccanismi emotivi e narrativi.”
Menzione speciale Treccani a:
I Pellicani di Sergio La Chiusa, nato a Cerda (PD) nel 1968, vive e lavora a Milano. Ha pubblicato nel 2005 due libri di poesia, I sepolti (LietoColle; finalista al Premio Montano 2006) e Il superfluo (e-book, Cepollaro). Sue composizioni, prose ed estratti di romanzi sono apparsi su varie riviste cartacee e blog letterari, tra cui NazioneIndiana, Le parole e le cose, Il primo amore, L’Ulisse.
“I Pellicani accoglie all’interno di un testo agile e compatto e per mezzo di una scrittura piana e puntuale in perenne equilibrio tra analisi e ironia, gli stilemi del contemporaneo e li fa suoi in maniera assolutamente originale. La lingua avvolge con sapienza una dinamica post metropolitana, in cui solitudine, angoscia e tensione divengono i colori esatti di una scrittura consapevole che agendo in levare delinea i contorni di un’emotività singolare e al tempo stesso plurale.”
Congratulazioni anche a tutti gli altri finalisti, scelti tra 724 opere pervenute:
La dragunera di Carmela Barbarino
L’ultima partita di Francesco Bolognesi
Tante piccole cose di Stefano Etzi
Ciccina di Laura Lanza
Il Premio Italo Calvino fu fondato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, come omaggio allo scrittore italiano che nella sua vita fu impegnato nella scoperta di nuovi talenti letterari, infatti il premio svolge un ruolo importante tra di ponte tra gli scrittori inediti e il mondo dell’editoria.
Oggi il premio è conosciuto anche con la sigla “PIC”, nata e diffusa sul web.