Il Premio Nobel alla Letteratura 2019 quest’anno vale doppio, poichè l’anno scorso non era stato assegnato per lo scandalo di molestie sessuali che aveva coinvolto l’Accademia Svedese.
Per il 2018 la vincitrice è alla scrittrice polacca Olga Tokarczuk, con la motivazione “per la sua immaginazione narrativa che con passione enciclopedica rappresenta l’andare al di là dei confini come forma di vita”.
Per il 2019 il vincitore è all’autore austriaco Peter Handke, con la motivazione “per un lavoro influente che con ingegnosità linguistica ha esplorato la periferia e la specificità dell’esperienza umana”.
Olga Tokarczuk è nata, il 29 gennaio 1962, a Sulechów vicino a Zielona Góra, in Polonia. Dal 1980 ha studiato psicologia presso l’Università di Varsavia. Durante i suoi studi, ha fatto volontariato in una struttura per adolescenti con problemi comportamentali. Dopo la laurea nel 1985 comincia a praticare come terapeuta. Si considera una seguace della scuola di Carl Jung e cita la sua psicologia come un’ispirazione per il suo lavoro letterario. Dal 1998 ha vissuto in un piccolo villaggio vicino a Nowa Ruda, da dove gestisce anche la sua casa editrice privata, Ruta. È membro del partito Partia Zieloni, i “Verdi” polacchi ed è una persona di idee di sinistra. Ha vinto numerosi premi letterari sia nazionali che esteri.
“Una volta scelto il sentiero periglioso,
L’uomo giusto compiva umilmente il suo tragitto
Nella valle della morte.”
da Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
Opere di Olga Tokarczuk pubblicate in Italia:
1999 – Dio, il tempo, gli uomini e gli angeli e da nottetempo (nel 2013 col titolo Nella quiete del tempo)
2007 – Casa di giorno, casa di notte
2012 – Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
2019 – I vagabondi
Peter Handke è nato, il 6 dicembre del 1942, a Griffen, nella Carinzia da padre austriaco e da madre facente parte della minoranza slovena della regione, morta suicida nel 1971, evento che lo segnerà profondamente.
Ha studiato giurisprudenza presso l’Università di Graz, ma senza laurearsi, perché si è dedicato presto alla letteratura in modo esclusivo e molto assorbente, prima attraverso dei pezzi teatrali, poi con racconti, romanzi, saggi, poesie e diari, ai quali si può aggiungere anche qualche esperienza di sceneggiatore per il cinema.
Alla situazione dell’ex-Jugoslavia ha dedicato tre lunghi reportage, e per solidarietà contro i bombardamenti sui civili in Serbia ha rifiutato il premio Büchner. Si sentiva legato a quel tormentato territorio, anche per via della madre. Nel 2009 è stato insignito del Premio Franz Kafka.
“Il nesso è possibile. Ogni singolo istante della mia vita combacia con ogni altro – senza anelli di congiunzione. Un legame immediato esiste; basta che io lo liberi nella fantasia.”
Opere di Peter Handke pubblicate in Italia:
1966 – I calabroni
1966 – Profezia
1966 – Autodiffamazione
1966 – Insulti al pubblico
1967 – Storie del dormiveglia
1967 – L’ambulante
1967 – Kaspar
1970 – Prima del calcio di rigore
1971 – La cavalcata sul Lago di Costanza
1972 – Breve lettera del lungo addio
1972 – Infelicità senza desideri
1973 – Esseri irragionevoli in via di estinzione
1975 – L’ora del vero sentire
1975 – Falso movimento
1976 – La donna mancina
1977 – Il peso del mondo
1979 – Lento ritorno a casa
1980 – Nei colori del giorno
1981 – Attraverso i villaggi
1981 – Storia con bambina
1982 – La storia della matita
1983 – Il cinese del dolore
1986 – La ripetizione
1986 – Canto alla durata
1987 – Il cielo sopra Berlino
1987 – L’assenza. Una fiaba
1987 – Pomeriggio di uno scrittore
1987 – Intervista sulla scrittura
1989 – Il gioco del chiedere, ovvero Il viaggio nella Terra Sonora
1989 – Saggio sulla stanchezza
1990 – Ancora una volta per Tucidide o Epopea del baleno
1990 – Saggio sul juke-box
1991 – Saggio sulla giornata riuscita. Sogno di un giorno d’inverno
1992 – L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro
1992 – Lentamente nell’ombra. Raccolta di fogli sparsi 1980-1992
1993 – Ai confini e nei dintorni del nono paese
1994 – Il mio anno nella baia di nessuno
1996 – Un viaggio d’inverno ai fiumi Danubio, Sava, Morava e Drina, ovvero giustizia per la Serbia
1996 – Appendice estiva a un viaggio d’inverno
1997 – In una notte buia uscii dalla mia casa silenziosa
1998 – Alla finestra sulla rupe, di mattina
1999 – Lucia nel bosco con quelle cose lì
2000 – Un disinvolto mondo di criminali. Annotazioni a posteriori su due attraversamenti della Iugoslavia in guerra – marzo e aprile 1999
2002 – Le immagini perdute ovvero attraverso la Sierra de Gredos
2007 – La montagna di sale: una storia di inizio inverno
2008 – La notte della Morava
2010 – Un anno parlato dalla notte
2012 – Saggio sul luogo tranquillo
2013 – Saggio sul raccoglitore di funghi
Il premio Nobel è un’onorificenza di valore mondiale attribuita annualmente a persone viventi che si sono distinte nei diversi campi: per aver apportao benefici all’umanità, per le loro ricerche, scoperte e invenzioni, per l’opera letteraria, per l’impegno in favore della pace mondiale.
Alfred Nobel nacque il 21 ottobre 1833 a Stoccolma, figlio un imprenditore edile svedese. Provetto chimico, ingegnere e inventore, dopo esser divenuto nel 1894 presidente della società Bofors, Nobel mise a punto diversi esperimenti sugli esplosivi: fu così che egli accumulò un’ingente quantità di denaro, derivante dai brevetti delle sue 355 invenzioni, la più famosa delle quali è la dinamite, scoperta forse accidentalmente impiegando le proprietà assorbenti della farina fossile sulla nitroglicerina.
Nel marzo del 1888, Ludvig Nobel, fratello maggiore di Alfred, morì dilaniato da un’esplosione durante un esperimento. Alcuni giornali francesi, ritenendo che il defunto fosse lo stesso Alfred, annunciarono la sua morte con toni tutt’altro che lusinghieri:
“Il mercante di morte è morto! Il dottor Alfred Nobel, che fece fortuna trovando il modo di uccidere più persone possibili, più rapidamente di quanto non si sia mai fatto prima, è morto ieri”.
Nobel fu profondamente scosso dalla condanna di questo necrologio prematuro, tanto che incominciò a temere come sarebbe stato ricordato dai posteri. Fermo nella decisione di apparire come un generoso filantropo e non come uno spietato industriale, decise di destinare il 94% della sua immensa fortuna all’istituzione di un premio da attribuire a chi rende «i maggiori servizi all’umanità» nei campi della chimica, fisica, medicina, letteratura, o nel favorire relazioni pacifiche tra i popoli della Terra, fu così che nacque il premio Nobel, a partire dal 1901.