Quantum. Il primo caso del capitano Calli Chase è un thriller politico scritto da Patricia Cornwell, pubblicato in Italia il 26 novembre 2019, da Mondadori.
Ci viene presentata una nuova eroina insolita, una cibernetica all’avanguardia e una posta in gioco astronomicamente alta. Uno strano suicidio collegato a una missione spaziale, in “Quantum”, mette in crisi tutto il team degli investigatori incaricati di far luce sul caso.
“Non saprei dire con certezza quando il tunnel centenario venne sigillato come una tomba.
Forse quando iniziò a essere raffigurato come una struttura senza nome in corpo 8 sulle mappe di servizio del sito, quelle che nessuno guarda mai. Piena di tubature per il vapore ad alta pressione e altre parti meccaniche, a un certo punto la sezione del tunnel denominata ufficialmente 1111-A venne chiamata in codice “Yellow Submarine”.
«Mai ufficialmente o per iscritto» sto spiegando al maggiore della polizia della NASA Fran Lacey, mentre la poveretta arranca dietro di me giù per la buia scala ripida. «Potrebbe essere successo fra la metà e la fine degli anni Settanta» aggiungo, come se lei mi stesse ascoltando o gliene importasse. «Sono arrivata a questo risultato incrociando i dati e facendo dei calcoli.»”
Trama del libro “Quantum”
Alla vigilia di una missione spaziale top secret, il capitano Calli Chase si rende conto che nei tunnel sotterranei del centro di ricerca della NASA qualcosa non va. Pilota della NASA, ingegnere aerospaziale e investigatrice specializzata in cybercriminalità, Calli sa bene che una tempesta incombente, unita a un guasto nei sistemi di sicurezza, può fornire la copertura perfetta per un sabotaggio, con conseguenze fatali.
Ma il pericolo è persino peggiore: tracce di sangue secco nei sotterranei, un badge di sicurezza mancante, uno strano suicidio tutto fa convergere i sospetti sulla gemella di Calli, Carme, scomparsa in missione da giorni. Nel disperato tentativo di evitare la catastrofe e riabilitare l’immagine della sorella, il capitano Chase deve mettere in campo tutte le sue conoscenze e affrontare un passato familiare doloroso.
Mentre il tempo sta per scadere, Calli si rende conto che fallire significa mettere la parola fine non solo a un importante programma spaziale ma alla sicurezza di un’intera nazione.
“Solo perché non è qui, di fronte a te, non vuol dire che non esista. E il fatto che non sia lì, non significa che non ci sia.”
Purtroppo le recensioni sono quasi tutte negative, ha deluso anche i fan dell’autrice che tanto hanno amato Key Scarpetta. Sono recensioni che parlano di un libro inconcludente, dove molte delle pagine andrebbero sfoltite per i troppi termini tecnici, informatici e gli infiniti acronimi. I personaggi sembrano non credibili come anche i dialoghi.
La protagonista poi non ha suscitato particolare simpatia, è stata paragonata più ad un supereroe che ad un detective per il modo surreale in cui affronta le situazioni. Il finale non esiste, è lasciato aperto per il secondo volume. Non riesco a pensare ad un giallo senza colpevole. Come sempre mi viene voglia di leggerlo per verificare le recensioni lette, chissà magari un giorno.
Incipit del libro “Quantum”
Tre anni prima…
La luce è accecante. I condotti d’aerazione sono troppo piccoli e troppo alti sulle pareti rivestite di metallo.
Sono angosciata e in preda alla nausea, mi costringo ad andare avanti. Tento di riprendermi. L’aria calda è quasi irrespirabile, le finestre danno a est. Non ho mangiato niente.
Rovesciandosi, la tazza ha formato una pozza di caffè nero attorno al piatto dei bagel, alle ciotole del formaggio spalmabile e del burro. Il piano della cucina in pietra è screziato di rosso. Cola, cola oltre il bordo. Cola sul pavimento sporco e appiccicoso.
«Oddio, oddio…!»
Sono distratta, confusa, sul punto di svenire. Afferro altri tovaglioli di carta. Consapevole delle evidenti debolezze. Anche se sono in preda al panico. Sono le stesse di prima. Se solo avessi fatto attenzione. Se solo avessi tenuto conto dei dati. Orario. Stagione. Altitudine. Latitudine e longitudine rispetto all’equatore. Lucernari. Vetrate. Condizioni atmosferiche.
Nessuna equazione. Nessun algoritmo per prevedere cosa aspettarmi quando sarei emersa dalla mia quotidianità fatta di deprivazione sensoriale. Essere disponibile e amichevole a prescindere dalle richieste che mi vengono fatte. O da quando mi vengono fatte. O da come mi sento.
Sono qui per servire. Inutile minacciare le solite punizioni: disonore, retrocessione, lavori forzati, carcere.
«Dio, Dio, ti prego, sbrigati…»00:00:00:00:0
L’orologio alla parete segna un altro minuto. Un altro minuto passato a ficcare tovaglioli di carta insanguinati nella spazzatura, a osservare quel macello.
Non avevo previsto niente di simile, quando mi sono presentata al mio turno di servizio… esattamente 21 minuti fa… guardo i secondi scorrere sull’orologio digitale a cristalli liquidi verdi tra la bandiera americana e quella dello Space Command sulle aste di legno lucido… mi guardo intorno, con l’acqua che tamburella nel lavandino.
Quattro minuti da quando ho mandato il messaggio. Dick sta arrivando. Si è già mosso.
«Sbrigati, sbrigati, oddio…!»
Il cuore mi martella nelle orecchie, assordante, e non fa che peggiorare le cose mentre tento di pulire. Il sangue impregna lo strofinaccio da cucina avvolto attorno alla mia mano destra, che tengo stretta a me come un’ala spezzata. Sudo, tremo, batto i denti.
«Oddio, oddio…!»
Era una cosa semplicissima, da fare a occhi chiusi.
Stupida.
Un favore che non richiede un grado particolare, preparazione o addestramento speciali. Niente su cui ragionare più di tanto. Ne ero felice. Lusingata, non avevo esitato a ubbidire. Per la verità, mi ero offerta volontaria.
Stupida!
Nessun favore resta impunito. E nemmeno una buona azione. La strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. E io non avrei mai immaginato una cosa del genere. Aspetto dietro la porta chiusa, l’orecchio teso a cogliere segnali dell’arrivo di Dick.
Mentre pulisco il frutto del disastro che avrei potuto evitare, se non fossi stata in modalità riposo, da non confondersi con la modalità sicura: decisamente non la mia.