Natale sul mare e altri scritti di Joseph Conrad, pubblicato da Elliot, un volume che, oltre al racconto di natale, raccoglie alcuni degli articoli e appunti di Joseph Conrad scritti negli ultimi anni della sua vita, nei quali si rintraccia quella malinconia che lo accompagnò, messo di fronte ai grandi cambiamenti in atto nell’arte della navigazione e all’inevitabile declino di un mondo a lui caro.
“Esistono differenti generi di Natale in mare, da quelli belli a quelli mediocri, per arrivare fino a quelli assolutamente atroci”
Il racconto autobiografico “Natale sul mare”, scritto nel 1923, raccoglie vari episodi vissuti durante le festività trascorse in nave anziché in famiglia, tra i saluti distaccati degli ufficiali il mattino del giorno di festa, l’eccezionale scambio di doni tra imbarcazioni che si affiancano, i barili pieni di giornali e fichi secchi, e infine la gioia nel non dover pensare all’acquisto dei regali, pratica troppo convenzionale per un lupo di mare.
Joseph Conrad è considerato uno tra i più importanti scrittori moderni in lingua inglese, nonostante l’inglese fosse soltanto la sua terza lingua, dopo quella polacca e quella francese, infatti è stato capace di ricreare in maniera magistrale atmosfere esotiche e riflettere i dubbi dell’animo umano nel confronto con le terre selvagge.
Sebbene molte delle sue opere siano pervase da elementi romantici, è stato precursore della letteratura modernista. Iniziò a scrivere dopo una vita passata in marina, sia francese che britannica e i suoi scritti ci parlano di questa sua passione per il mare e l’avventura della navigazione, le sue opere ci trasmettono quella voglia che l’uomo ha di conoscere, di avventurarsi oltre la zona di confort.
“La terra è un palcoscenico, e sebbene conoscere l’esatta configurazione possa rivelarsi un vantaggio addirittura per comprendere la stessa rappresentazione, al centro di tutto ci sarà sempre il dramma dello sforzo umano, con una predominante passione espressa nell’azione esterna che marcia, forse inconsapevole, verso il successo o la sconfitta, all’inizio spesso indistinguibili l’uno dall’altra.
Di tutte le scienze, la geografia è quella che ha origine nell’azione e, cosa ancora più importante, nell’azione avventurosa, del tipo che fa colpo sulle persone sedentarie abituate a dilettarsi con sogni di avventure rischiose, come i prigionieri che da dietro le sbarre sognano tutti i pericoli e le fatiche della libertà, cara al cuore dell’uomo.”
Nel primo racconto, da cui prende il titolo il libro, ci narra come tiepido fosse lo spirito natalizio vissuto in mare, scopriremo che scatta comunque un certo senso di solidarietà con le imbarcazioni che si incontrano e la voglia di donare quello che si ha.
Gli scritti successivi parlano di altri argomenti come la curiosità che porta l’uomo ad esplorare, accennando a Cristoforo Colombo a James Cook, da Tasman a sir John Franklin. Poi ci racconta della bellezza della “La Torrens”, una nave su cui è stato imbarcato e come per lui sia stato un onore lavorarci. Poi continua con altri scritti dove ci parla sempre dell’avventura del navigare, anche con i sacrifici che comporta.
“L’alba del Natale del 1879 è stata bella. Il sole ha cominciato a risplendere verso le quattro sulla fosca distesa dell’oceano meridionale al 51 ° parallelo, e poco dopo abbiamo avvistato una vela davanti a noi. C’era poco vento, ma il mare era grosso. Ho prontamente augurato buon Natale al mio capitano. Aveva l’aria ancora assonnata ma affabile. Gli ho comunicato l’avvistamento della vela in lontananza e mi sono arrischiato a esprimere l’opinione che ci fosse qualcosa di strano.”
Sembra un libro da regalare per natale, ma io non lo consiglio per questo scopo, dell’atmosfera natalizia c’è poco o niente. Mentre lo consiglio a chi ha la passione della navigazione, a chi vuole scoprire un Conrad inedito e ironico e vuole aprire la mente a varie riflessioni sulla natura e sull’importanza della conoscenza.
Sul piano teologico il Natale è la più grande occasione di felicità concessa all’umanità peccatrice, ma questo suo aspetto è così grande e maestoso che la mente umana si rifiuta di contemplarlo durevolmente, forse a causa della propria piccolezza, cosa per cui certo non può essere biasimata. Preferisce concentrarsi sull’osservanza dei riti che di solito si concretizzano in uno scambio di cordialità e nei festeggiamenti, come per esempio il fare regali e il mangiare i dolci tipici del periodo. Sarebbe meglio specificare subito che dal punto di vista convenzionale lo spirito natalizio in mare è piuttosto scarso. Mancano le occasioni, ma pure le materie prime. Certo, l’equipaggio riceve un dolce di qualche genere, e quando il capitano fa la sua prima comparsa sul ponte, l’ufficiale di diana lo accoglie con un «Buon Natale, capitano» solo timidamente amichevole.
La differenza di grado rende inappropriato qualunque altro tipo di effusione. Di Norma può aspettarsi di ricevere in risposta un “Altrettanto” di una cordialità ben misurata. Ma non sempre.
Una mattina di natale di molti anni fa …