La poesia Ulisse viene composta da Umberto Saba nel 1945-1946 e viene pubblicata nel 1948 nella raccolta Mediterranee, confluita poi nel Canzoniere.
Saba come Ulisse, è approdato nella sua Itaca, ha trovato se stesso, ma il suo spirito ribelle guarda da lontano per poi riprendere nuovamente il mare verso la terra di nessuno che è il suo regno.
Ulisse
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
Umberto Saba
La poesia racconta la storia di Ulisse, il leggendario eroe greco che cercava di tornare a casa dopo la Guerra di Troia, ma si sofferma sulla sua solitudine e disperazione mentre affronta il mare e la sua vita senza fine.
Ulisse, seduto su una spiaggia deserta, guarda il mare e riflette sulla sua vita e le sue sofferenze. Saba utilizza l’immagine del mare per rappresentare la natura infinita del tempo e dell’esistenza, mentre la figura di Ulisse rappresenta la solitudine dell’uomo di fronte all’infinito. Ulisse ricorda i suoi amici e compagni morti durante il suo viaggio e la sua disperazione per non poter fare nulla per salvarli.
E’ una poesia profondamente malinconica che riflette sulla natura effimera dell’esistenza umana e sulla solitudine dell’uomo di fronte alla vastità dell’universo.