La fiamma nel buio è un thriller dello scrittore statunitense Michael Connelly, pubblicato in Italia da Piemme, il 3 Marzo 2020, con protagonisti i detective Harry Bosch e Renée Ballard, che tra bugie e verità danno la caccia ad un assassino che sembra impossibile da catturare.
“Ballard ora si occupava dei casi che richiedevano la presenza di un detective durante il turno di notte, ma in precedenza aveva lavorato per la Omicidi al quartier generale della polizia in centro, seguendo i casi speciali. La tendenza del dipartimento a chiudere un occhio sulle molestie e la misoginia diffusa nei ranghi aveva causato il suo trasferimento all’ultimo spettacolo, ma le sue capacità investigative non ne avevano risentito. Bosch se n’era accorto e se n’era servito, quando le loro strade si erano incrociate l’anno prima. Avevano deciso di lavorare ancora insieme a dei casi, in modo non ufficiale e tenendosi al di sotto del radar del dipartimento. Bosch era in pensione e ormai un esterno, non più tenuto a rispettare regole e procedure. Ballard non era in pensione, ma il turno di notte la rendeva quasi invisibile. Tutta la sua esperienza alla Omicidi le diceva che quello era un caso impossibile: una rapina per ottanta dollari, quasi trent’anni prima, finita con un proiettile.”
È un giorno triste, per Harry Bosch, quello del funerale dell’ex poliziotto John Jack Thompson. Un uomo che ha dedicato quarant’anni di vita al LAPD, ma soprattutto un maestro per molti giovani detective alle prime armi. Uno di questi era stato proprio Bosch, che adesso, appoggiato al suo bastone dopo l’operazione al ginocchio che ha subito, osserva da lontano il gruppetto convenuto al cimitero, pensando alle cose che ha imparato da lui. Ad esempio, a capire quando qualcuno sta mentendo durante un interrogatorio. John Jack sapeva riconoscere un bugiardo. Non se n’era mai fatto scappare uno. Ma quando si avvicina a Margaret, la moglie di Thompson, Bosch non si aspetta di scoprire che, anche dalla tomba, John Jack abbia un altro bugiardo da incastrare. Un caso irrisolto di vent’anni prima, l’omicidio di un ragazzo ritrovato senza vita in un vicolo frequentato da spacciatori. Un caso che John Jack si era portato in pensione con sé, trafugando il fascicolo dagli archivi del LAPD. Bosch decide di occuparsene. E c’è una sola persona, dentro la polizia, che può aiutarlo: Renée Ballard. Così, tra un crimine e l’altro del suo turno di notte “l’ultimo spettacolo”, come lo chiamano i poliziotti losangelini, Renée farà di nuovo coppia con Bosch per riaprire piste sepolte da anni di bugie. Perché tutti i bugiardi, prima o poi, fanno i conti con la verità.
“Bosch si sedette in silenzio nella fila in fondo all’aula del dipartimento 106. Il suo ingresso fu notato solo dal giudice, che gli rivolse un breve cenno di saluto. Erano trascorsi anni dall’ultima volta, ma in passato Bosch aveva portato molti casi davanti al giudice Paul Falcone. E lo aveva svegliato in più di un’occasione, per farsi approvare un mandato di perquisizione nel cuore della notte.
Dietro il leggio accanto ai tavoli della difesa e dell’accusa Bosch vide il suo fratellastro, l’avvocato Mickey Haller, intento a interrogare un testimone a discarico. Bosch aveva seguito il caso online e sui giornali e sapeva che quel giorno marcava l’inizio di un processo in cui la difesa aveva una missione apparentemente impossibile.”
Le recensioni sono per la maggior parte tutte positive, anzi i fan dello scrittore sostengono che sia meglio del precedente. Non resta che leggerlo e farci una nostra opinione.
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BOSCH
Bosch arrivò in ritardo e dovette parcheggiare in una stradina del cimitero lontana dal funerale di John Jack Thompson. Attento a non calpestare nessuna tomba, attraversò due sezioni zoppicando, con il bastone che affondava nel terreno soffice, finché vide un gruppo di persone. Per la sepoltura del vecchio detective c’erano solo posti in piedi e Bosch sapeva che il suo ginocchio non avrebbe retto, a sole sei settimane dall’operazione. Si ritirò nella sezione chiamata Garden of Legends e si sedette su una panca di cemento che faceva parte della tomba di Tyrone Power. Era una vera e propria panchina, in fondo, non gli sembrò di mancare di rispetto all’attore accomodandosi lì. Da bambino, sua madre lo portava a vedere i film di Power ogni volta che li davano nei cinema specializzati in classici. Lo ricordava pieno di fascino nella parte di Zorro e in quella dell’imputato in Testimone d’accusa. Era morto d’infarto sul lavoro, durante le riprese di un duello in Spagna. Morire mentre fai quello che ami non era un brutto modo di andarsene, Bosch l’aveva sempre pensato.
Il funerale di Thompson durò una mezz’ora. Bosch era troppo lontano per udire ciò che veniva detto, ma poteva immaginarlo. John Jack, come lo chiamavano tutti, era un brav’uomo. Quarant’anni di servizio nel Los Angeles Police Department, prima in divisa, poi come detective. Aveva arrestato molti delinquenti e aveva insegnato a farlo a tanti più giovani di lui.
Uno dei quali era Bosch. Da novellino, più di trent’anni prima, si era trovato a lavorare in coppia con quella leggenda della Divisione Hollywood. Tra le altre cose, John Jack gli aveva insegnato come riconoscere i segni di una menzogna durante un interrogatorio. Lui riusciva sempre a capire quando qualcuno mentiva, e diceva che ci vuole un bugiardo per riconoscerne un altro, ma non aveva mai spiegato a Bosch come avesse raggiunto quella conclusione.
Erano stati partner solo per due anni, perché Bosch si era dimostrato un allievo di talento e John Jack lo aveva lasciato andare per addestrare una nuova recluta della Omicidi, tuttavia maestro e studente erano rimasti in contatto negli anni. Bosch aveva fatto un discorso alla festa d’addio di Thompson, raccontando di una volta che, mentre lavoravano a un caso di omicidio, John Jack aveva fermato il furgone di un fornaio dopo averlo visto passare con il semaforo ormai arancione. Bosch gli aveva chiesto perché avevano interrotto la ricerca dell’indiziato per un’infrazione stradale di poco conto. Thompson aveva risposto che lui e sua moglie Margaret avevano degli invitati a cena, quella sera, e doveva portare a casa il dolce. Era sceso dall’auto, si era avvicinato al furgone e, mostrando il distintivo al conducente, lo aveva informato che aveva appena commesso una violazione da due crostate alla ciliegia. Tuttavia, da uomo giusto qual era, alla fine gliene aveva scontata una ed era tornato in macchina con il dessert per la cena.
Quelle storie, così come la leggenda di John Jack Thompson, erano sbiadite nei vent’anni in cui si era goduto la pensione, ma intorno alla sua tomba c’era una discreta folla e Bosch riconobbe molti uomini e donne con cui aveva lavorato al LAPD. Probabilmente anche il ricevimento a casa di John Jack dopo la sepoltura sarebbe stato affollato, e sarebbe durato fino a notte.
Bosch aveva perso il conto dei funerali di detective in pensione a cui aveva partecipato. La guerra di logoramento stava ormai avendo la meglio sulla sua generazione. Ma quel funerale era di alto livello, c’erano la guardia d’onore ufficiale del LAPD e i suonatori di cornamusa. Era un riconoscimento alla posizione che John Jack aveva occupato nel dipartimento. Le note tristi di Amazing Grace echeggiavano nel cimitero e oltre il muro di cinta che lo divideva dagli studi della Paramount.
La bara fu calata nella fossa, le persone cominciarono a tornare verso le loro auto. Bosch si diresse verso Margaret, che era rimasta seduta, con una bandiera piegata in grembo. Gli sorrise vedendolo.