Il fuoco della vendetta è un romanzo d’avventura scritto da Wilbur Smith, insieme a Tom Harper, pubblicato nel mese di marzo 2020, da HarperCollins. Un nuovo capitolo della saga dei Courtney, l’affascinante mondo di ambientazione marinaresca tra il sei e settecento e che abbraccia generazioni differenti. In ordine cronologico il libro si colloca dopo “Orizzonte”. I nuovi rampolli della famiglia alle prese con la conquista dei mercati, una famiglia divisa dalla guerra. Un nuovo eroe nato dalla tragedia e un legame destinato a durare tutta la vita.
“L’imminente pericolo che lo costringeva a fuggire da casa sua con i familiari aveva liberato sensazioni che fino ad allora la pace aveva lasciato sonnecchiare. Cosa c’era di più importante della famiglia?”
1754. Nati e cresciuti a Madras, Theo Courtney e sua sorella Connie sono sempre stati inseparabili, ma la tragica morte dei genitori li separa bruscamente. Theo, tormentato dai sensi di colpa, cerca il riscatto arruolandosi nell’esercito britannico e combattendo nella Guerra franco – indiana. Connie, convinta di essere stata abbandonata dal fratello, dopo aver subito ogni sorta di abusi e angherie da chi avrebbe dovuto proteggerla, riesce infine a fuggire in Francia e a farsi accettare nell’alta società parigina. Ma ancora una volta si ritrova alla mercé di uomini crudeli e senza scrupoli, la cui sete di potere e di gloria finisce per condurla suo malgrado sul fronte nordamericano della Guerra dei sette anni. Quando le loro strade si incontrano di nuovo, i due fratelli si rendono conto che la vendetta e la redenzione che entrambi stanno disperatamente cercando potrebbero costare loro la vita… Una nuova generazione di Courtney lotta per la libertà in un susseguirsi di dolorose tragedie e grandi passioni, atti di eroismo e orribili tradimenti, che portano il lettore nel cuore pulsante della Guerra franco-indiana.
Fort St George, Madras, India, 1754
I due ragazzi si arrampicarono sul muro per poi lasciarsi cadere nel giardino. L’aria della sera era pervasa dal profumo estivo di fiori di gelsomino e dell’olio di cocco che bruciava nelle lanterne. Lunghe ombre li tennero nascosti mentre si avvicinavano furtivi alla villa.
Erano fratello e sorella. La ragazza, la primogenita, portava i lunghi capelli biondi sciolti sulla schiena, anche se presto, data l’età, le sarebbe stato richiesto un maggior decoro. Il sole indiano le aveva reso la pelle dorata. Aveva le curve di una donna, ma un morbido viso da ragazzina, pieno di malizia.
«Perché siamo venuti qui, Connie?» le chiese lui. Pur avendo un anno meno della sorella era più alto, cosa di cui andava molto fiero. Era di corporatura robusta e stava cominciando già ad assumere l’aspetto dell’uomo che sarebbe diventato. Aveva capelli rossi arruffati, vivaci occhi castani e un incarnato più scuro di quello della sorella, di un color bronzo, che poteva farlo passare per indiano come per europeo.
Constance si accovacciò dietro un’anfora di terracotta. «Mr Meridew ha organizzato una riunione. Per soli uomini.»
«Ma sarà la festa più noiosa del mondo» si lamentò Theo. «Vecchi che parlano del prezzo del cotone per tutta la sera.»
«Non sono venuti per parlare d’affari. Ho saputo dalla mia acconciatrice, che l’ha saputo dalla sorella, la cui cugina fa la cuoca nella villa, che Mr Meridew ha ingaggiato una compagnia di giovani ballerine di natch. Mi hanno detto che sarà un evento così scandaloso che in pratica gli uomini non hanno parlato d’altro per tutta la settimana.»
«Vuoi entrare di nascosto per vedere cosa fanno?»
«Tu no?»
«Certo, ma…» Theo non era un codardo, però era dotato di senso pratico. Per esperienza personale sapeva che se fossero stati colti in flagrante sarebbe stato lui il bersaglio della rabbia paterna.
Gli occhi verdi di Constance scintillarono. «Ti sfido» dichiarò. «Si dice che le ballerine di natch siano le donne più belle del mondo. Presto sarai maggiorenne, non sei curioso di vedere i misteri delle forme femminili?»
Theo deglutì. La sorella era vestita secondo la moda indiana, fasciata da un sari dai colori accesi drappeggiato sulle spalle. Aveva imparato alla perfezione a destreggiarsi con la complessità dell’indumento, che le aderiva ai contorni del corpo consentendole una totale libertà di movimento. Sotto non portava niente, eppure poteva vantare un vitino più sottile di molte donne che si strizzavano in corsetti rigidissimi e busti di stecche di balena. I suoi giovani seni gonfiavano il tessuto.
Per lui la biancheria intima femminile rappresentava un mistero più intricato delle equazioni algebriche che il suo insegnante ormai sull’orlo della disperazione cercava di fargli capire, ma non poteva fare a meno di notare i cambiamenti avvenuti nella sorella negli ultimi due anni. Inoltre quel modo di parlare così diretto lo metteva a disagio. Theo sapeva che le donne non dovevano dire cose del genere.
«Oppure hai paura?»
Connie lo guardò con aria di scherno e lui inghiottì i propri dubbi. Non riusciva mai a resistere alla sorella, nonostante la quantità di volte in cui l’epilogo delle loro avventure lo aveva visto chinato in avanti nello studio paterno.
«Vado io per primo» annunciò, baldanzoso.