La magia del ritorno è un romanzo di Nicholas Sparks, pubblicato in Italia a giugno 2020. Si parla di resilienza e rinascita, verità che cambiano il corso del destino e sentimenti capaci di riportarci a casa: quel luogo magico dove il cuore trova pace.
“Il cielo d’aprile era limpido, la temperatura intorno ai ventuno gradi e una lieve brezza portava il profumo dei fiori. Le sanguinelle e le azalee in giardino erano fiorite da un giorno all’altro e fiancheggiavano il vialetto di ghiaia che si snodava davanti alla casa di mio nonno alla periferia di New Bern, nel North Carolina, una casa che avevo appena ereditato.
E io, Trevor Benson, medico convalescente e veterano invalido di professione, stavo spargendo palline di naftalina ai piedi della veranda anteriore, contrariato dal fatto che non fosse quello il modo in cui avevo immaginato di passare la mattinata. Il problema di occuparsi delle faccende di casa era che non sapevi mai quando avresti finito, dal momento che c’era sempre qualcosa in più che andava fatto… e chissà se poi valeva la pena sistemare la vecchia abitazione.”
Per Trevor Benson, i più bei ricordi d’infanzia sono legati alle estati trascorse a New Bern, nel North Carolina, dove il nonno gli ha insegnato a pescare, a prendersi cura delle api, e ha provato a spiegargli cosa vuol dire innamorarsi. È a lui che il nonno, recentemente scomparso, ha lasciato in eredità la vecchia casa di legno accanto al fiume, ed è proprio lì che Trevor decide di trasferirsi temporaneamente prima di iniziare una nuova vita. Rimasto gravemente ferito in Afghanistan, ha infatti dovuto abbandonare la professione di chirurgo e trovare una nuova strada. Se i segni sul corpo sono quasi spariti grazie a una lunga serie di interventi, nulla può cancellare però le ferite dell’anima.
In quell’estate sospesa tra un capitolo e l’altro della sua esistenza, due incontri inattesi giungono a sorprenderlo: quello con Callie, una ragazzina inquieta e sfuggente che sa qualcosa sulle circostanze misteriose della morte di suo nonno, ma è restia a dirgli la verità; e quello con Natalie, una giovane ed enigmatica poliziotta per la quale Trevor sente nascere un sentimento profondo, ma che sembra avere paura d’amare.
Avvolto da una rete di segreti che non riesce a districare, Trevor decide di fidarsi dell’istinto, come gli consigliava sempre il nonno, e intraprende così una ricerca che lo porterà a cogliere il significato più profondo dell’amore e del perdono e lo ricondurrà al centro esatto del suo cuore. Perché a volte, per andare avanti, è necessario ritornare al punto in cui tutto è cominciato.
“SO che vi state chiedendo come fosse possibile che un tizio che negli ultimi due anni e mezzo si era sentito un relitto mentale ed emotivo potesse pensare di diventare psichiatra. Come potevo aiutare qualcuno se non sapevo neppure che direzione avrebbe preso la mia vita?
Ottime domande. Per quanto riguarda le risposte… cavolo, non le ho. Forse non sarei mai riuscito ad aiutare nessuno. Ma sapevo che le mie opzioni erano piuttosto limitate.”
Prologo
2019
LA chiesa assomiglia a una cappella alpina, di quelle che si possono trovare sulle montagne intorno a Salisburgo, e la frescura all’interno è invitante. Siamo in agosto, qui al Sud le temperature sono soffocanti e, come se non bastasse, porto giacca e cravatta. Di solito non è il mio stile, perché mi sento scomodo e poi, come medico, ho imparato che i miei pazienti mi danno più retta se sono vestito sportivo, come loro.
Sono qui per un matrimonio. Conosco la sposa da più di cinque anni, anche se dubito che lei mi considererebbe suo amico. Pur essendo rimasti in contatto per più di un anno dopo la sua partenza da New Bern, il nostro rapporto da allora si è limitato a qualche messaggio di tanto in tanto, a volte su iniziativa sua, a volte mia. Tra noi però esiste un legame innegabile, nato da eventi accaduti anni fa. A volte ho difficoltà a ricordare l’uomo che ero quando le nostre strade si sono incrociate per la prima volta, ma penso che sia normale, no? La vita ci offre infinite possibilità di cambiare direzione e, lungo il cammino, di crescere e mutare; quando guardiamo nello specchietto retrovisore, cogliamo istantanee di noi in alcuni momenti della nostra vita che stentiamo a riconoscere.
Alcune cose non sono cambiate – per esempio, il mio nome – ma ho trentasette anni e ho appena iniziato una nuova carriera, che non avevo mai preso in considerazione nei primi trent’anni della mia esistenza. Un tempo mi piaceva suonare il pianoforte, però ora non lo suono più; pur essendo cresciuto in una famiglia amorevole, è tanto tempo che non vedo nessuno dei miei. C’è un motivo per questo, ma ne parlerò più avanti.
Oggi sono semplicemente felice di essere qui e di essere arrivato in tempo. Il mio volo da Baltimora era in ritardo e la fila per ritirare l’auto a noleggio era lunghissima. Non sono entrato per ultimo, ma la chiesa è già piena per più di metà, così trovo un posto nella terza fila dal fondo, dove mi siedo facendo del mio meglio per passare inosservato.
I banchi davanti a me sono occupati da donne con acconciature che uno si aspetterebbe di trovare al Kentucky Derby, stravaganti composizioni di nastri e fiori di cui le capre andrebbero ghiotte. L’idea mi fa sorridere e mi ricorda che al Sud capita spesso di scivolare in un mondo che sembra esistere soltanto qui.
Guardandomi intorno, la vista dei fiori mi fa pensare alle api. Le api hanno fatto parte della mia vita dacché ne ho ricordo. Sono creature notevoli e meravigliose, che mi interessano da sempre. Ultimamente mi occupo di più di dieci arnie – molto meno impegnative di quanto potreste immaginare – e sono giunto alla conclusione che le api si prendono cura di me così come di chiunque altro. Senza di loro la vita umana sarebbe praticamente impossibile, dato che ci garantiscono gran parte delle nostre scorte di cibo.
C’è qualcosa di incredibilmente meraviglioso nell’idea che la vita che conosciamo possa ridursi a qualcosa di tanto semplice come un’ape che vola di fiore in fiore. Credo dunque che il mio hobby part-time sia importante nel grande schema delle cose, ma mi rendo anche conto che è stato il fatto di occuparmi delle arnie che mi ha portato qui, in questa chiesetta di paese, lontano dagli orizzonti di casa mia. Ovviamente la mia storia – come ogni bella storia – è fatta anche di eventi e circostanze e altre persone, compresi due vecchi ai quali piaceva passare il tempo seduti sulle sedie a dondolo davanti a una bottega nel North Carolina. Soprattutto, è la storia di due donne diverse, anche se una all’epoca era appena una ragazzina.
Sono il primo a sostenere che, quando qualcuno racconta la sua storia, lo fa in modo da apparire una grande star. Probabilmente commetterò lo stesso errore, ma vorrei precisare che gran parte degli avvenimenti continuano a sembrarmi accidentali, e nel corso del mio racconto vi prego di non dimenticare che non mi considero affatto un eroe.
Per quanto riguarda la fine della storia, presumo che questo matrimonio ne sia una sorta di coronamento. Cinque anni fa non avrei saputo dire se la conclusione di questo intreccio di eventi sarebbe stata felice, tragica o dolceamara. E adesso? Francamente ho ancora più dubbi, dal momento che sono venuto qui chiedendomi se la storia possa in qualche modo riprendere esattamente da dove si era interrotta.
Per capire ciò che intendo, dovrete viaggiare indietro nel tempo insieme a me, e rivisitare un mondo che, nonostante tutto quello che è accaduto negli anni successivi, continua a sembrare a portata di mano.