San Martino è una poesia di Giosuè Carducci e fa parte della raccolta Rime nuove del 1887.
La poesia si riferisce all’11 novembre, San Martino, giorno in cui nella tradizione Italiana, soprattutto quella contadina, si festeggia la fine di un anno di lavoro e si spillano le botti per assaggiare il primo bicchiere di vino novello.
La poesia ci trasporta nella festività dei contadini, negli ambienti domestici dell’epoca, nell’atmosfera autunnale, tra la nebbia che avvolge gli alberi spogli e le nubi rossastre che creano quella malinconia tipica dell’autunno. Infine con il cacciatore sull’uscio di casa che osserva gli uccelli neri nel cielo che migrano, ci racconta l’inquietudine e i pensieri tristi che volano lontano al tramonto come quegli uccelli.
La poesia San Martino di Giosuè Carducci
La nebbia a gl’irti colli
Piovigginando sale,
E sotto il maestrale
Urla e biancheggia il mar;Ma per le vie del borgo
Dal ribollir de’ tini
Va l’aspro odor de i vini
L’anime a rallegrar.Gira su’ ceppi accesi
Lo spiedo scoppiettando:
Sta il cacciator fischiando
Su l’uscio a rimirarTra le rossastre nubi
Stormi d’uccelli neri,
Com’esuli pensieri,Nel vespero migrar.
Giosuè Carducci, 1883
Foto: Quadro di Charles Ephraim Burchfield, Birds in Flight (Uccelli in volo), 1917
3 commenti
Che piacere rileggere questa poesia!
La portai all’esame di quinta elementare! 🙂
Eh si anche a me ha riportato a galla ricordi di scuola. Ho spulciato il tuo blog, davvero molto carino.
Grazie mille! 🙂