Amo la mia vita è un romanzo rosa scritto da Sophie Kinsella, pubblicato il 27 ottobre 2020 da Mondadori. Una commedia romantica e divertente che affronta il tema delle false aspettative e dei compromessi necessari in amore. Perché chi hai davvero di fronte non è mai come pensavi fosse e soprattutto come lo volevi tu.
“per tutto il tempo la delusione mi cresceva dentro, pesante, calda, una pietra. Avevo sperato. Avevo proprio sperato. Non so neanche bene cosa sperassi, di preciso. Solo… qualcosa di buono. Sì, qualcosa di buono.
Perché il fatto è questo. Puoi tagliare tutti i fiori ma non puoi impedire l’arrivo della primavera. Non mi importa quello che dicono, non puoi. Salta fuori. Non si lascia reprimere. È sempre lì, presente, nel profondo, dormiente, in attesa.“
Ava vive a Londra, ha tre amiche del cuore e un compagno speciale, il suo beagle Harold, un cane molto vivace e disubbidiente che ne combina di tutti i colori. Non ha ancora trovato l’anima gemella e, dopo una lunga serie di incontri a dir poco insoddisfacenti, capisce che la ricerca di un partner online non fa per lei. Ava ha in mente mille progetti per la sua vita, le piace “ampliare i suoi orizzonti” anche se in realtà non sa quale strada prendere. Di fatto si guadagna da vivere scrivendo i bugiardini dei farmaci, è iscritta a un corso di aromaterapia e ha iniziato un suo romanzo, però non è molto ispirata. Decide perciò di partecipare a un corso di scrittura in Puglia dove conosce un uomo bello e misterioso da cui è irresistibilmente attratta. Tra i due scocca la scintilla, ma decidono di non chiedersi nulla delle loro rispettive vite, nome compreso. Alla fine di questa romantica avventura scoprono con gioia di essere entrambi diretti a Londra e cominciano a frequentarsi, ed è così che hanno inizio le sorprese… Ava avrà trovato l’uomo giusto o è solo un abbaglio?
“In tutta la vita non mi ero mai immersa così profondamente in qualcosa. Ho passato sette giorni alla settimana a pensare, a scrivere, a passeggiare e a guardare il cielo. Ho scoperto che si può stare non so quanto a guardare il cielo.”
1
Sto per suonare il campanello quando sento arrivare un messaggio e la mia testa è subito invasa da una serie di possibilità.
Qualcuno che conosco è morto.
Qualcuno che conosco ha vinto alla lotteria.
Sono in ritardo a un appuntamento che ho dimenticato. Merda.
Sono stata testimone di un crimine e adesso devo fare una deposizione molto precisa e dettagliata su qualcosa che non ricordo affatto. Merda.
La dottoressa ha dato un’occhiata alla mia cartella. (Perché? Mistero.) E ha trovato qualcosa. “Guarda, non preoccuparti, però…”
Qualcuno mi ha mandato dei fiori e la mia vicina li ha ritirati.
Qualcuno di famoso ha twittato qualcosa che devo assolutamente vedere. Oooh. Cosa?
Ma quando prendo il telefono scopro che è un messaggio di Seth, un tipo con cui sono uscita la settimana scorsa. Quello che in tutta la serata non ha detto niente. Niente.
Di solito gli uomini hanno il problema opposto. Vanno avanti per ore a parlare di se stessi e dei loro brillanti risultati e poi quando state pagando, ognuno per sé, dicono, come per un improvviso ripensamento: “E tu cos’è che fai?”. Ma Seth mi ha fissata in silenzio con quei suoi occhi troppo vicini mentre io blateravo nervosa a proposito della vellutata di zucca.
Cosa vorrà? Un altro appuntamento. Accidenti. Mi viene una fitta allo stomaco solo all’idea, e questo è un segnale preciso. Una delle regole principali della mia vita è: ascolta il tuo corpo. Il tuo corpo è saggio. Il tuo corpo sa.
Benissimo. Lo scaricherò con dolcezza. Sono davvero brava a mollare le persone.Ciao Ava. Ci ho pensato e ho deciso che non posso portare avanti la nostra relazione.
Oh. Ecco. Sì.
Appunto.
Lancio uno sguardo esasperato al cellulare. Lo so che Seth non può vedermi, ma ho una specie di teoria secondo cui in qualche modo è possibile trasmettere le emozioni attraverso il telefono.
(È una teoria di cui non ho mai parlato a nessuno, perché ho scoperto che un sacco di gente ha una mentalità molto ristretta, perfino le mie amiche.)Forse quando è arrivato il messaggio hai pensato che volessi uscire di nuovo con te, in questo caso mi spiace di aver infranto le tue speranze.
Le mie speranze? Speranze? Ma chi si crede di essere?
Vorrai sapere perché.
Cosa? No. Non voglio sapere perché, grazie lo stesso.
Cioè, me lo immagino.
No, ritiro. Non ne ho idea.
E comunque perché dovrei immaginarmelo? Chi ha voglia di indovinare perché qualcuno non vuole più uscire con lui? Neanche fosse un quiz alla tivù con domande tipo: “È per il mio alito?”.
(Non è per il mio alito. Qualunque cosa sia, non è per quello.)Temo di non poter uscire con una che pensa che la vellutata di zucca abbia un’anima.
Cosa?
Fisso il telefono in preda alla furia. Mi ha completamente fraintesa. Non ho affatto detto che la vellutata di zucca ha un’anima. Ho detto semplicemente che dovremmo considerare con una mentalità molto più aperta l’interazione tra fisicità e spiritualità. Infatti ci credo. Dovremmo farlo.
Come se mi leggesse nel pensiero, Harold uggiola con partecipazione e mi sfrega il naso sulla gamba. Visto? Se questo non dimostra che nel mondo tutto è connesso, allora cosa?
Vorrei rispondergli: “Mi spiace di non essere abbastanza limitata per la tua misera visione della vita”. Ma questo gli farebbe pensare che ho letto i suoi messaggi, cosa che non ho fatto.
Cioè, sì, l’ho fatto, ma il punto è che li sto già cancellando dalla mia mente. Andati. Seth chi? Uscire? Come?
Ecco.
Suono il campanello e poi apro con le mie chiavi. È quello che facciamo tutte, in caso Nell abbia un attacco. È passato un bel po’ dall’ultimo ma saltano sempre fuori quando meno te li aspetti, quei vigliacchi.