Il mondo sottosopra di Massimo Polidoro, pubblicato da Piemme (PickWick), per la prima volta nel 2019 e ristampato nel 2021 con un capitolo in più sul Covid.
Il famoso divulgatore scientifico in questo saggio ci introduce al mondo ambiguo del complottismo e delle fake news attraverso diverse angolazioni: da parte del manipolatore, del manipolato e dell’esperto.
Un testo fondamentale per capire gli inganni della società in cui viviamo, un vero e proprio antidoto, un kit di sopravvivenza all’irrazionalità dilagante. Bufale, cospirazioni, propaganda.
“A tutti i giovani divulgatori
che con la loro passione
avvicinano le nuove generazioni
a una mentalità scientifica e basata sui fatti.
Che la forza sia con voi.”
Inizia con questa dedica il libro per condurci in un mondo assurdo ma spaventosamente reale, svelando i meccanismi psicologici e sociali che si celano dietro le ossessioni e le credenze, sempre più spesso pericolose, che la società globalizzata e social contribuisce a diffondere l’inganno e destando forte preoccupazione.
Il Covid? Non esiste. I vaccini? Provocano l’autismo. Le scie degli aerei? Veleno per alterare il clima. Gli attacchi dell’11 settembre? Una messinscena degli americani. La Luna? Non ci siamo mai andati. La Terra? È piatta. Ciò che fino a ieri era considerato da tutti vero e accertato all’improvviso viene messo in discussione, mentre in molti ambiti della vita i fatti perdono sempre più valore a favore di credenze irrazionali, pregiudizi e cospirazioni.
Dalla Donazione di Costantino, il più grande falso dell’antichità, ai Protocolli dei Savi Anziani di Sion, dai complotti demo-pluto-giudaico-massonici fino alle recenti teorie negazioniste sui cambiamenti climatici, il mondo è da sempre pervaso da innumerevoli ricostruzioni “alternative” e deliranti farneticazioni. Fake news, bufale, propaganda estrema e complottismo sono i protagonisti incontrastati di una gigantesca confusione di massa in cui la verità è diventata un mero punto di vista.
Ma perché, ancora oggi, milioni di persone credono a così tante fandonie? Quanto hanno contribuito il web e i social network alla smodata diffusione di bugie a livello planetario? In che modo la politica sfrutta a proprio vantaggio questa ostentata ignoranza? E la scienza, che fine ha fatto?
“«La credulità è oggi un male più grande di quanto lo fosse un tempo, perché oggi è molto più facile diffondere informazioni false.» È una frase che sembra descrivere perfettamente i tempi in cui viviamo, eppure l’ha pronunciata il filosofo Bertrand Russell nel 1922, quando non solo non esisteva internet ma nemmeno la televisione era stata inventata e solo i giornali e, soprattutto, la radio iniziavano a essere sempre più diffusi.
La differenza principale rispetto al passato, dunque, è che oggi, grazie al web e, in particolare, ai social media come Facebook, Twitter o a forum come Reddit o 4chan, le notizie false tendono a diffondersi in maniera globale come mai era successo prima, superando i tradizionali confini locali e raggiungendo strati sempre più ampi di popolazione. Questa diffusione è particolarmente rapida, il che rende più complesso poterla fermare attraverso una smentita, che arriva comunque in ritardo e non riesce quindi a contrastare con piena efficacia la notizia falsa.”
Massimo Polidoro è un giornalista, scrittore e divulgatore scientifico, segretario nazionale del CICAP, lo seguo da un po’ sul suo canale di YouTube, ma non avevo ancora letto nulla, così incuriosita ho colto l’occasione della nuova edizione di questo libro. Prima l’ho ascoltato in audiolibro e poi l’ho acquistato in cartaceo e riletto potendo sottolineare le parti che mi interessavano, sarebbe tutto da sottolineare!
“Impariamo dunque l’arte del dubbio e, come incoraggiava a fare Carl Sagan nel suo ultimo libro, diventato il suo testamento filosofico, insegniamo ai nostri figli il metodo scientifico: in un mondo infestato dai demoni dell’oscurantismo, del pregiudizio e della disinformazione, conseguenza inevitabile della nostra umanità, questo potrebbero essere tutto ciò che ci separa dal buio che ci circonda.”
Parte da lontano evidenziando come i complotti non siano frutto dell’era moderna, ma questo fenomeno è riconducibile a tempi antichi, ci accompagna in un excursus storico sulle fake news del mondo antico, facendo notare come spesso la diffusione di notizie false insegue sempre gli interessi di qualcuno.
Cerca di capire perché crediamo tanto facilmente a quello che leggiamo sul web senza farci troppe domande. Perché il nostro cervello è pigro dice, e quindi senza dover ricercare una spiegazione plausibile accetta quella più semplice e immediata.
Si lascia guidare dai pregiudizi e credenze per bisogno di rassicurazione contro paure ancestrali. Si lascia trasportare dal giudizio e dell’opinione della maggioranza, che il più delle volte sono infondati. Le bugie sono certamente più rassicuranti di scomode verità. Cerca di andare a fondo su quello che la psicologia ci può dire circa i meccanismi mentali che governano le nostre decisioni. Ci parla della libertà di insultare, degli odiatori di professione, degli attacchi alla scienza, delle origini del complottismo e perché ci piacciono le cospirazioni. In tutto questo percorso scopriremo tanti fatti di cronaca che, almeno per sentito dire, conosciamo, scoprendo molte realtà interessanti e documentate.
Dalla caccia alle streghe, allo scandalo Watergate, ai satanisti, alle sette, al Pizzagate, all’assassinio del Presidente kennedy, allo sbarco sulla Luna, all’inquinamento da scie chimiche, ai vaccini che causano l’autismo, al terrapiattismo, Di Bella, Hamer e Panzironi che convincono i malati ad allontanarsi dalla medicina tradizionale per curare patologie gravi con rimedi prodigiosi, ai complotti di Big Pharma, gli interessi dei vari George Soros e Bill Gates. Insomma c’è tanta carne al fuoco. Una lettura estremamente interessante che consiglio decisamente.
“«Ogni volta che accettiamo in maniera passiva le informazioni, condividendo un post, un’immagine, un video, senza prima avere verificato, contribuiamo ad aumentare il rumore e la confusione. L’ecosistema è ora così inquinato che dobbiamo assumerci la responsabilità di controllare in maniera indipendente ciò che vediamo online»”
Bugie rassicuranti e verità scomode
I vaccini? Provocano l’autismo. Le scie degli aerei? Veleno per alterare il clima. Gli attacchi dell’11 settembre? Una messinscena degli americani. La Luna? Non ci siamo mai andati. La Terra? È piatta.
Ciò che fino a ieri era considerato da tutti vero e accertato all’improvviso viene messo in discussione, mentre in molti ambiti della vita i fatti perdono sempre più valore a favore di credenze irrazionali, pregiudizi e teorie della cospirazione.
Stiamo precipitando in un mondo dove ogni cosa è sottosopra e la verità è solo un punto di vista in mezzo a tanti?
Siamo entrati in una fase in cui le fandonie, oggi ribattezzate “fake news”, sono all’ordine del giorno. False notizie diffuse per speculare sui bisogni e i timori dei più deboli, per attaccare i propri avversari politici, per alimentare i propri pregiudizi o per screditare chi è portatore di verità scomode rendono sempre più difficile riuscire a distinguere il vero dal falso.
Bugie, truffe e propaganda non sono certo una novità, ma oggi, grazie al web, le notizie false tendono a diffondersi in maniera globale come mai era successo prima, superando i tradizionali confini locali e raggiungendo strati sempre più ampi di popolazione.
Tale diffusione, ed è questa un’importante novità rispetto al passato, è particolarmente rapida, il che rende più complesso poterla fermare attraverso una smentita, che arriva comunque in ritardo e non riesce quindi a contrastare con piena efficacia la notizia falsa. Ma qual è l’effetto reale di questa disinformazione dilagante? Ed è davvero solo colpa del web e dei social media?
Un altro elemento importante da considerare è dato dal modo in cui funziona la nostra mente, che in certe condizioni contribuisce inevitabilmente a rendere più credibili certe affermazioni. La ricerca di conferme alle proprie convinzioni, il bisogno di rassicurazioni e altri errori cognitivi tendono a renderci particolarmente suscettibili a tutto ciò che è coerente con il nostro modo di pensare, anche se va contro ogni evidenza.
Chi nega il riscaldamento globale, dunque, non discute le prove scientifiche che lo dimostrano, ma forse lo rifiuta perché teme possibili regolamentazioni più strette sui commerci, sull’industria e sul proprio stile di vita. Chi crede al creazionismo non contesta l’evoluzione a causa di nuove prove scientifiche, ma probabilmente lo fa perché sente messe in discussione le sue convinzioni religiose.
Tuttavia, la corsa verso le credenze irrazionali occupa sempre più spazio nelle discussioni pubbliche. C’è, per esempio, chi pensa che la diffusione di false notizie possa avere alterato importanti equilibri elettorali, come quelli che hanno portato gli Stati Uniti a eleggere presidente Donald Trump o la Gran Bretagna a votare a favore della Brexit.
Terroristi, assassini e invasati giustificano attentati e massacri richiamando assurde teorie del complotto, alimentate da spregiudicati venditori di inesistenti minacce. Come vedremo sono gli stessi che, con le loro farneticazioni, inducono gente suggestionabile a molestare e finanche ad aggredire le famiglie delle vittime di tali attentati per dimostrare che si tratterebbe solo di montature e in realtà nessuno sarebbe morto. Perché? Per il timore che qualche nuova legge riduca la possibilità per i cittadini di possedere e usare armi.
Anche gli attacchi alla scienza si moltiplicano, al punto che vengono messi in discussione fatti accertati come il pericolo derivante dal riscaldamento globale, fenomeno su cui c’è il consenso del 97% degli studi scientifici sul clima e nessun dubbio che stia già provocando effetti devastanti sul nostro pianeta. Oppure c’è il rifiuto dei vaccini da parte di chi è convinto, incoraggiato da uno studio dimostratosi una frode, che sarebbero legati all’insorgere dell’autismo: un rifiuto che nel 2015 ha fatto crollare la copertura vaccinale in Italia all’85%, provocando un’epidemia di morbillo che ha causato 5.000 casi e 4 decessi.
Si assiste alla messa sotto accusa in tribunale di scienziati che non avrebbero “previsto terremoti” (qualcosa che per ora è impossibile fare) o che sono incolpati di avere creato epidemie a scopo di lucro. O, ancora, si vedono ricercatori screditati da chi ha interesse a nascondere scoperte ritenute deleterie per i propri affari e altri costretti a circolare con la scorta a causa di minacce di morte generate da falsità sul loro conto.
E ancora, sempre più persone si avvicinano a teorie che fino a poco tempo fa sembravano confinate a minoranze stravaganti: da quelli che credono che la terra sia piatta a chi pensa che il cancro sia il frutto di “pensieri sbagliati”, da chi sostiene che l’uomo sarebbe il prodotto di esperimenti genetici di civiltà extraterrestri a quelli convinti di potersi nutrire di sola luce, da chi immagina che il pianeta sia governato da una razza di lucertole extraterrestri “mutaforma” a chi invece crede che tutti i mali sulla Terra siano opera del miliardario ebreo George Soros, da chi è sicuro che gli extraterrestri arriveranno a salvarci a quelli convinti che il mondo in cui viviamo sia solo una finzione come nel film Matrix.
Miti, credenze, illusioni, paranoie, bugie per le quali non c’è il minimo straccio di prova, ma a cui in tanti si aggrappano alla ricerca di risposte che non solo la scienza ma nemmeno la spiritualità sembra più in grado di offrire.
Ecco allora che in molti ambiti, a partire dalla politica, si preferisce rifiutare i fatti che vanno contro ciò a cui vogliamo credere, e si accettano evidenti falsità, pur di non rischiare di mettere in discussione il nostro sistema di valori. Si preferiscono le bugie rassicuranti e si rifiutano le verità scomode. Ma perché succede?
Il viaggio che stiamo per intraprendere nelle pagine che seguono ci porterà a infilarci un po’ alla volta nella tana del Bianconiglio, l’ingresso da cui Alice passa per entrare nel “Paese delle meraviglie”, per farci sprofondare sempre più giù nel pozzo del verosimile, dell’improbabile e dello smaccatamente falso, fino a scoprire un mondo che sembra per davvero capovolto.
Faremo questo viaggio armati di due strumenti imprescindibili: il primo è il “lume della ragione”, la fiammella della razionalità da tenere sempre accesa nel buio generato da pregiudizio, ignoranza, superstizione e odio, e il secondo è il “rasoio di Occam”. Chiamato così in onore del monaco francescano del XIV secolo Guglielmo di Ockham, questo principio afferma che, quando esistono spiegazioni alternative per uno stesso evento o fenomeno, conviene partire dalla più semplice, eliminando tutte quelle ipotesi che non sono strettamente necessarie, per poi eventualmente perfezionarla gradualmente, perché in questo modo si può costruire una conoscenza basata su idee fondate e non su speculazioni. Oppure, più brevemente si può dire che «a parità di fattori la spiegazione più semplice è da preferire».
È solo tenendo i piedi ben saldi per terra e verificando con attenzione le affermazioni, per valutare quanto si avvicinano ai fatti che descrivono, che si può sperare di tenere desta la ragione, impedendo, come ammoniva il pittore spagnolo Francisco Goya, che il suo sonno generi mostri.
Cercheremo così di capire perché ci lasciamo sedurre da storie incredibili ma accattivanti e perché ci facciamo incantare da imbonitori, ciarlatani e, in generale, da chiunque prometta spiegazioni e soluzioni semplici per fatti e problemi estremamente complessi.
Qualcuno ha definito la nostra l’epoca della post-verità, anche se come vedremo la post-verità era già viva e vegeta duemila anni fa. Il nostro viaggio forse non ci darà risposte definitive, ma cercheremo comunque di trovare qualche punto fisso per capire che cosa stia succedendo oggi nel mondo, se davvero la follia regni sovrana e che cosa, comunque, conduca tante persone intelligenti a credere all’incredibile.
Al termine del nostro viaggio prenderemo in esame una serie di suggerimenti pratici per cercare di riconoscere e smascherare fandonie, inganni e bufale di ogni tipo, imparando a ragionare come scienziati ma, soprattutto, sviluppando il proprio senso critico, fondamentale strumento capace di fornire forse l’unico vero antidoto al dilagare dell’ignoranza e del pregiudizio.