Il 25 aprile l’Italia festeggia la Liberazione dall’ oppressione e dalla tirannia del nazifascismo, simbolicamente la data del 25 aprile 1945, fu scelta nel 1949 per segnare la fine della seconda guerra mondiale, in realtà la guerra continuò fino ai primi di maggio. Questa ricorrenza viene anche chiamata festa della Liberazione, il popolo italiano si è guadagnato la libertà sul campo al costo di un prezzo altissimo, compiendo sacrifici inenarrabili.
Ogni anno il Presidente della Repubblica e le le massime cariche dello Stato aprono le celebrazioni con la deposizione di una corona di alloro sull’ Altare della Patria, al sacello del Milite Ignoto in ricordo dei caduti e dei dispersi italiani nelle guerre. Anche quest’anno a causa della pandemia le piazze saranno vuote ma il popolo troverà modi alternativi per festeggiare, per farsi sentire, per non dimenticare, per esserci e per resistere.
La Resistenza italiana, detta Resistenza partigiana fu l’insieme dei movimenti politici e militari che si opposero al nazifascismo. Il movimento di Resistenza è animato da forze eterogenee, diverse tra loro per orientamento politico e impostazione ideologica, spesso anche opposte (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici, demolaburisti, unite tuttavia dal comune obiettivo di lotta contro il nazifascismo, per la liberazione del paese dal nemico straniero e da quello interno, dando vita, nel 1943, al Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Parteciparono alla lotta militari e civili, persone di ogni età, ceto sociale, sesso, religione, provenienza geografica e politica.
Questo per ricordare a tutti quelli che non vogliono partecipare a questa ricorrenza con la scusa di non schierarsi tra fascisti e comunisti che i partigiani non furono solo comunisti.
Essere antifascisti non significa essere di sinistra, ma significa essere dalla parte della democrazia e nella Costituzione Italiana e chi pensa che il 25 aprile sia divisivo, ha ragione, divide chi crede in questo da chi non ci crede. I fascisti non dovrebbero esistere secondo la nostra Costituzione sulla quale politici e forze armate giurano. Ma invece ritornano in politica con gli stessi ideali del nonno Duce, insieme a tanti episodi di odio, razzismo, violenza. Lo sdoganamento del fascismo che sta avvenendo nel nostro paese, e non solo, non dovrebbe passare inosservato, loro dicono “il fascismo non esiste più”, invece il fascismo esiste e va combattuto sempre.
Ed io Festeggio, festeggio la libertà di festeggiare e per la libertà di chi non vuole farlo, festeggio la libertà di poter esprimere qualsiasi opinione, di leggere ciò che voglio, di votare, di abbracciare qualsiasi religione o nessuna, di non dover rendere conto del mio orientamento sessuale, festeggio per il fatto che indipendentemente dal colore della mia pelle, dalla mia etnia posso essere ciò che sono e che tutti hanno diritto alla vita. Festeggio perché per i suddetti motivi non sarò licenziata, picchiata, punita con l’olio di ricino, deportata e uccisa. Festeggio il coraggio di chi, sacrificando la propria vita, ci ha permesso di festeggiare la libertà, festeggio per i nuovi partigiani che continuano a custodire e difendere questa libertà, che restano vigili e che lottano per non far dimenticare.
«Chi fa politica non può ignorare la storia. Deve averla studiata. Con ognuna di queste dichiarazioni chi ha dato la vita muore una volta di più. Non penso solo ai partigiani, ma anche ai militari italiani, morti di stenti, malattie, in un campo di concentramento, pur di non aderire alla Repubblica Sociale».
Liliana Segre
Come disse il Presidente della Repubblica: “La resistenza ha ridato dignità all’ Italia e va ricordata insieme ai suoi valori, specie in un periodo in cui riaffiorano rigurgiti di autoritarismo, di negazionismi, di indifferenza rispetto ai fondamentali diritti della persona, di antisemitismo, ha saputo ricostruire e offrire alle nuove generazioni una patria libera e pacificata”.
«Il fascismo non è un’opinione come le altre è un crimine»
Giacomo Matteotti, assassinato dai fascisti nel 1924 dopo aver denunciato in Parlamento i brogli elettorali e le ruberie del nascente regime.
“Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica. Sembra assurdo quello che dico, ma è così: il fascismo a mio avviso è l’antitesi delle fedi politiche, il fascismo è in contrasto con le vere fedi politiche. Non si può parlare di fede politica parlando del fascismo, perché il fascismo opprimeva tutti coloro che non la pensavano come lui.”
Sandro Pertini
Per i morti della resistenza
Qui
Vivono per sempre
Gli occhi che furono chiusi alla luce
Perché tutti
Li avessero aperti
Per sempre
Alla luce
Giuseppe Ungaretti (Nuove, 1968-1970)
La norma fondamentale contro la possibile ricostituzione del Partito fascista si trova nella XII disposizione transitoria e finale della Costituzione entrata in vigore il primo gennaio del 1948:
«È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista».
Il primo comma, il divieto di riorganizzazione, viene considerato definitivo, mentre il secondo, avendo già prodotto il suo effetto, è ritenuto transitorio.
Nel 1952 il Parlamento decise di attuare quanto previsto dal primo comma della XII disposizione transitoria, sostituendo regole provvisorie in materia che erano state varate dall’Assemblea costituente nel 1947 e che scadevano alla fine del 1952. Camera e Senato approvarono una legge che portava il nome di Mario Scelba, all’epoca ministro dell’Interno. La legge colpisce la ricostituzione del Partito fascista, l’apologia del fascismo e l’esaltazione pubblica di principi fatti e metodi del fascismo.
La legge Mancino del 1993 integra la legge Scelba prevedendo l’aggravante della discriminazione razziale. Colpisce chiunque propagandi idee basate sulla superiorità, sull’odio razziale etnico, nazionale o religioso e istiga a compiere atti violenti basati su questi principi. La legge vieta la creazione di gruppi che propagandano l’odio razziale.
Bella Ciao
Mi son alzato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
Una mattina mi son alzato
E ho trovato l’invasorO partigiano, portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
O partigiano, portami via
Ché mi sento di morirO partigiano
Morir
Ciao, ciao
Morir
Bella ciao, ciao, ciao
O partigiano
O partigianoBella ciao, ciao, ciaoE se io muoio da partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellirE seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao
E seppellire lassù in montagna
Sotto l’ombra di un bel fiorO partigiano
Morir
Ciao, ciao
Morir
Bella ciao, ciao, ciao
O partigiano
O partigiano
Fonti interessanti:
https://www.ilpost.it/2012/04/25/le-prime-pagine-sul-25-aprile-1945/
http://www.cultura.rai.it/webdoc-25aprile/index.html#welcome