Le cure della casa è un romanzo di Stefania Bertola, pubblicato il 19 ottobre 2021 da Einaudi. Racconta la storia di Lilli che va alla ricerca della sua migliore amica d’infanzia mentre cerca di realizzare il sogno di fare la casalinga, e farsi accettare da parenti ed amici.
“Cammino veloce, il mattino dopo, tirandomi dietro il carrellino della spesa. Credo di essere l’unica donna sotto i settanta a girare col carrellino. A me piace. È comodo, non mi importa se fa anziana. Tanto si vede, che non sono anziana: ho ancora tutti i capelli del mio biondo cenere naturale, oggi ravvivati da una ciocca indaco. Sono magra, porto degli anfibi neri e una giacca di pelle rosso fuoco. Cioè, si vede proprio che non sono anziana, da una certa distanza sembro addirittura giovane. E poi il mio carrellino non è smorto come i suoi colleghi, è di un bellissimo azzurro cielo che grida al vento la sua allegria. Vado al supermercato di quartiere, per la spesa media, non cosí piccola che basti la borsina di tela ripiegata che porto sempre con me, non cosí grande da aver bisogno della macchina. E mentre cammino veloce, rifletto su come rintracciare Noemi. Ci penso in forma di scheda, perché non sono una da pensieri caotici e creativi, il mio è un cervello a righe, e coi margini.”
Le cure della casa – Trama
Tutti la chiamano Lilli ed il suo un sogno segreto, è fare la casalinga, cosa incomprensibile agli occhi del marito e della madre. Lilli ha quarantotto anni, ha appena perso il lavoro ma per fortuna zia Mariangela le ha lasciato un’insperata fonte di reddito. Ora che la sua colf si è licenziata è il momento migliore per realizzare il sogno inconfessabile di dedicarsi anima e corpo alle cure della casa? Il marito Francesco non si capacita, l’amica Cecilia alza le spalle, la figlia Iris ride, la madre inorridisce, ma Lilli osserva beata se stessa pulire la cucina, ammucchiare spugnette multicolori, inventare definitive sistemazioni di quel mondo a parte e sempre provvisorio che è la dispensa. Perché gli aspirabriciole non aspirano né le briciole né nient’altro? Cosa si nasconde nella Jungla Nera del frigorifero? Come evitare che gli spaghetti una volta aperti scappino da tutte le parti? Per quale arcano motivo nel cambio di stagione dell’armadio è indispensabile la naftalina? Perché le pattine sono improvvisamente scomparse dalla circolazione? A queste e altre domande Lilli cerca di rispondere e fa in modo che tutto questo sapere non vada perduto, annotando su un quaderno i consigli pratici da tramandare alla figlia in forma di schede.
Ma c’è una domanda a cui non riesce a trovare la risposta: dov’è finita la sua amica delle elementari, la bambina con cui aveva condiviso l’organizzazione domestica dei Cicciobello? Noemi sembra scomparsa nel nulla, e Lilli s’improvvisa detective con l’aiuto di vecchie compagne, contesse, giornalisti e altri alleati estemporanei. Il tutto mentre anche suo marito ha un progetto pericoloso, sua figlia che da un giorno all’altro minaccia di abbandonare gli studi per darsi all’uncinetto e la sua amica che rischia di diventare madre di tre figli complicati. Ma Lilli è un osso duro e non si dà per vinta, è una casalinga guerriera, e tutti se ne accorgeranno.
“Ed è in quel momento che mi viene l’idea.
Farò un quaderno di faccende domestiche per Iris. Sí sí sí. Come quello delle ricette che la nonna ha fatto per me, e che consulto quando voglio cucinare qualcosa che strappi una reazione. Una serie di schede che le serviranno un giorno, quando invece di una camera avrà una casa, e invece dei coinquilini una famiglia. E quel giorno glielo consegnerò, e lei lo aprirà e in prima pagina troverà la voce… AMMONIACA”
Le cure della casa – Le recesioni
Le recensioni che ho trovato su questo libro sono molto positive, tutte concordano su una lettura di piacevole intrattenimento, la maggior parte assicurano molti sorrisi, l’ironia non sembra mancare, anzi spesso anche un sarcasmo pungente, una storia divertente, ma non banale. Dimenticate l’amore romantico, quello resta nell’ombra, ma apprezzerete il sentimento di amicizia che avvolge tutto il libro. Non resta che leggerlo.
1. Sfida infernale
A noi due, casa.
Siamo sole, adesso. Una di fronte all’altra, come Gary Cooper e quell’altro in Mezzogiorno di fuoco.
A metterci in questa condizione da sfida infernale è stato il mondo del lavoro. Il mondo del lavoro dà, il mondo del lavoro toglie.
A me ha tolto, e non una volta sola. Prima mi ha tolto un solido impiego come addetta al personale in una ditta tessile che produceva filati di alta qualità, e adesso continua a produrli ma sotto un padrone coreano. Non so se anche la nuova addetta al personale sia coreana, ma se lo è spero che i sindacati le facciano passare tormenti abissali.
Rimasta a casa, ho investito la liquidazione nel negozio di borse fatte con le cerniere lampo della mia amica e socia Cecilia. Una bella botteguccia in centro, che nelle due terse vetrine presentava piccole tracolle fatte con cerniere lampo colorate cucite insieme, grandi tracolle idem, portamonete idem, bustine idem eccetera eccetera. Era un gran bel colpo d’occhio, contavamo di avere un successo clamoroso e aprire quanto prima una sede a Roma, Milano, e forse Dubai.
Eppure, non so perché, nella nostra città non si è manifestato entusiasmo nei confronti delle borse fatte con le cerniere lampo, e Zip! ha chiuso dopo un anno e tre mesi.
Cosí, eccomi: disoccupata e pochissimo tenente.
Intanto, mentre mostrava i denti a me, il mondo del lavoro sorrideva dolcemente a Daniela. Daniela, la signora che per vent’anni si è presentata a casa mia il martedí e il giovedí alle 9 di mattina, e fino a mezzogiorno puliva pavimenti, bagni, tende, forno, piastrelle, soprammobili. Faceva il grosso, e il piccolo me lo sbrogliavo io, come e quando potevo.
Ma mentre passava energica lo straccio in casa mia, Daniela aveva un sogno, un sogno chiamato PORTINERIA. Da sempre, Daniela aspirava a diventare portinaia, e ogni volta che si liberava un posto in uno dei pochi stabili dei quartieri residenziali ancora muniti di guardiola, lei si precipitava a proporsi. Ma finora niente, erano sempre altre le fortunate che conquistavano il minialloggio con lavaggio scale. Questa volta, però, Daniela ha fatto strike, e in corso Re Umberto, edificio primi Novecento con bovindo negli appartamenti angolari, è stata convocata proprio lei.
Bye bye, Daniela. Oggi è venuta per l’ultima volta, e mentre dalla finestra la guardo allontanarsi senza rimpianti, diretta alla sua nuova vita, penso che non la sostituirò.
Ce la vediamo noi due, casa. Io e te, da sole.
Non ho voglia di prendere una sconosciuta e metterla al corrente dei miei segreti domestici. Una che guardi nei miei cassetti, osservi il disordine della dispensa, valuti le condizioni degli spazzolini da denti e orripili di fronte alle piramidi di Cheope, Chefren e Micerino che si innalzano nel mio cesto dello stiro.
Ah sí, perché stirare l’ho sempre fatto io. Non è un’attività che pratico spesso, ma è comunque riservata a me.
E tutto sommato quei 300 e passa euro al mese piú contributi preferisco averli in tasca, e convertirli in libri, sciarpe, creme antirughe e biglietti per il cinema. Visto che non lavoro piú, risparmio, e poi chissà come mi farà bene al fisico sfaticare in casa qualche ora al giorno. Il mio giro vita tornerà agli antichi splendori, i glutei svetteranno, le braccia terranno ancora lontani per anni e anni i temuti bargigli. O barbigli? Come si chiamano, quei cosi dei tacchini?