Le Sette Sorelle. La ragazza del sole è il sesto capitolo di una serie di sette romanzi scritti da Lucinda Riley, pubblicato in Italia nel 2020, da Giunti e tradotto da Elena Contini. Electra scoprirà la storia travagliata della sua famiglia e l’importanza di lottare per coloro che ami.
Sette stelle, sette sorelle, sette libri per sette storie, la sesto storia è quella di Electra, che vi porterà dai grattacieli di New York alle magnifiche pianure del Kenya degli anni ’40, aggiungendo un altro tassello per ricostruire il mistero di questa saga.
“Il cielo era incredibile: nero come l’inchiostro e immenso sopra di me. Come sempre quando guardavo le stelle, cercai le Sette Sorelle, le trovai e cominciai a contarle. Ne individuai sei, la settima riuscivo a vederla solo di rado. Una volta Pa’ mi aveva spiegato che in alcune culture Electra – cioè io – era considerata la sorella perduta delle Pleiadi… pensai che in effetti mi ero sempre sentita la sorella perduta fra noi sei. Anche se Pa’ non era mai riuscito a trovare la settima.”
Trama del libro “ La ragazza del sole”
Electra D’Aplièse è una delle modelle più famose del mondo, bellissima, ricca e desiderata, al mondo esterno sembra essere la donna che ha tutto, ma dietro l’immagine glamour si cela una donna fragile, che fatica a reggere lo stress e le pressioni di un ambiente in cui contano solo le apparenze.
Electra è la più giovane delle sorelle e mentre tutte le altre sembrano aver superato la morte del padre e trovato la felicità, lei si sente sempre più persa e sola. il poco controllo che già ha sulle sue emozioni è scosso dalla morte di suo padre, Pa Salt, il miliardario che ha adottato le sue sei figlie da tutto il mondo.
“Pensai alla lettera di Pa’ dimenticata chissà dove nel mio appartamento newyorkese… Non l’avevo aperta, forse l’avevo proprio persa, e in tal caso non avrei mai avuto la possibilità di sapere niente del mio passato. Forse il legale di Pa’, Hoffman – o “Hoff”, come lo chiamavo io – poteva illuminarmi… E ricordai anche i numeri sulla sfera armillare che secondo Ally indicavano le coordinate del nostro luogo di nascita. Di colpo ritrovare la lettera di Pa’ mi parve la cosa più importante del mondo”
L’unico modo per andare avanti è anestetizzare il dolore, rifugiandosi in alcol e droghe, specialmente da quando è stata mollata dal suo fidanzato. Mentre le persone intorno a lei temono per la sua salute, Electra riceve una lettera da una sconosciuta che afferma di essere sua nonna, che sta cercando di entrare a far parte della sua vita, si tratta di Stella Jackson, noto avvocato impegnato nella difesa dei diritti umani.
“Io sono cresciuta in una famiglia mista, da bambina nera con un padre bianco e sorelle ciascuna di origine diversa.»
«E stai cercando di capire dove collocarti» disse Stella. «Come te, anch’io sono cresciuta a cavallo tra mondi diversi. Alcuni potranno considerarlo un privilegio, e per molti aspetti è così. Però si arriva a un punto in cui non ci si sente a casa da nessuna parte.»”
Nel 1939, Cecily Huntley-Morgan arriva in Kenya da New York per curare un cuore spezzato. Stando con la sua madrina, un membro del famigerato set di Happy Valley, sulle rive del bellissimo lago Naivasha, incontra Bill Forsythe, un famigerato scapolo e allevatore di bestiame con stretti legami con l’orgogliosa tribù Maasai. Ma dopo una scoperta scioccante e con la guerra che incombe, Cecily ha poche opzioni. Salendo nella Wanjohi Valley, è isolata e sola. Finché non incontra una giovane donna nel bosco e le fa una promessa che cambierà per sempre il corso della sua vita. . . .
“a neonata che appena pochi giorni prima aveva a stento la forza di stringere le labbra intorno alla tettarella si era tramutata in un esserino vorace, che segnalava il proprio appetito con un urlo capace di svegliare i leoni sull’altopiano –, eppure non si era mai sentita tanto felice e appagata in tutta la sua vita.”
Recensione
La storia di Electra è coinvolgente e mi ha sorpresa, provavo una certa antipatia per questo personaggio quando l’ho incontrato nei libri precedenti. Come sempre, la struttura del romanzo alterna momenti del passato della famiglia della sorella protagonista con gli eventi del presente. La parte del passato, in particolare, risulta molto intrigante, anche dal punto di vista della ricostruzione storica, mentre alcune digressioni mentali nella narrazione del presente danno un po’ fastidio.
La scrittura descrittiva dà vita alle immense distese del Kenya, dipingendo con maestria il contrasto tra i mesi caldi e secchi e i periodi piovosi, rendendo tangibile la straordinaria fauna selvatica attraverso descrizioni realistiche e vivide. I suoi personaggi, altrettanto curati e sfaccettati, affrontano con determinazione le sfide che la vita pone loro sul cammino. Il punto debole di questo libro, ma direi dell’intera serie, sono i dialoghi, li trovo un po’ forzati ed irreali.
L’autrice non ha paura di trattare temi seri nei suoi libri, come dimostrato anche in questo volume in cui si affrontano questioni quali la dipendenza, il pregiudizio, il razzismo e il suicidio. Inoltre, i personaggi vivono in prima persona gli avvenimenti storici della colonizzazione del Kenya da parte degli inglesi e del movimento per i diritti civili, offrendo al lettore uno sguardo autentico e coinvolgente su tali eventi.
Finalmente si scopre un indizio molto interessante, che aiuta nell’unire insieme i punti verso il mistero che avvolge Pa Salt.
Il mito di Elettra
Elettra è un personaggio della mitologia greca ed una delle Pleiadi, figlie di Atlante e di Pleione. Elettra, insieme a due delle sue sorelle, fu amata da Zeus; dalla loro unione nacque Dardano, il capostipite della dinastia di Troia, il quale abbandonò la terra in cui la Pleiade l’aveva dato alla luce per recarsi in Troade. Il figlio secondogenito che ebbe da Zeus era Iasione, il quale da adulto fu amante della dea Demetra.
L’ Electra delle Pleiadi originali era un tipo che si dava parecchio da fare ed era molto fertile: tra i suoi figli ci sono Iride, dea dell’arcobaleno, e Dardano, fondatore di Troia. Secondo alcuni miti lasciò la sua casa nei cieli per assistere alla caduta di Troia, e quella vista la straziò al punto da offuscare la sua luce, infatti, se la cercate nel firmamento notturno, scoprirete che Electra è una delle stelle meno luminose delle Pleiadi.
Curiosità su “La ragazza del sole”
Dopo la colonizzazione del Kenya, il governo britannico offrì appezzamenti di terra fertile nella Wanjohi Valley a ricchi aristocratici inglesi. Il primo fra questi fu Hugh Cholmondeley, terzo Barone di Delamere, che divenne amico dei capi Masai e apprese da loro come coltivare il suolo kenyano. Personaggio eccentrico, con le sue feste stravaganti e le sue battute di caccia divenne il capostipite di un modo di vivere sontuoso, adottato poi dai coloni successivi, che fruttò a quel luogo l’appellativo di “Happy Valley”.
Il Muthaiga Club a Nairobi, fondato nel 1913, divenne il punto di incontro dei coloni e la sede di tutte le feste libertine della Happy Valley. Il periodo di maggiore attività erano le settimane prima di Natale, con un menù a base di pink gin prima di pranzo, gin fizz all’ora del tè, cocktail al tramonto e whisky e champagne che scorrevano a fiumi per tutta la notte.
Chi era Kiki Preston
Kiki Preston e suo marito condidevano la passione per la caccia ed erano famosi per la loro generosa accoglienza: tra i loro ospiti figuravano attori come Gary Cooper e personalità come Winston Churchill, il Primo ministro britannico. Conosciuta come “la ragazza dalla siringa d’argento”, era sempre rifornita di cocaina e morfina, che assumeva pubblicamente. Ebbe molti amanti, tra cui il principe George, Duca di Kent, allora quarto nella linea di successione al trono britannico. Correva voce che avesse avuto un figlio da lui.
La vita di Kiki fu interrotta da una tragedia: nel 1946 si lanciò dalla finestra della sua camera allo Stanhope Hotel di New York.
Chi era Alice de Janzé
Alice de Janzé era una ricca ereditiera di Chicago, divenne contessa sposandosi con un aristocratico francese. Entrambi si dimostrarono amanti dello stile di vita edonistico in voga nella Happy Valley. Alice e il marito divorziarono dopo una lunga serie di tradimenti da parte di lei. In seguito ebbe una turbolenta relazione con Raymund de Trafford, che culminò in una violenta scenata alla Gare du Nord, a Parigi. Alice scoprì che lui non l’avrebbe mai sposata e allora gli sparò e poi rivolse l’arma contro se stessa. Sopravvissero tutti e due e nel 1928 convolarono a nozze, per divorziare poco dopo. Quando il suo amante, Josslyn Hay, conte di Erroll, fu ucciso nel 1941, Alice mise fine alla sua vita suicidandosi.
Chi era Lady Idina Sackville
Lady Idina arrivò in Kenya nel 1923 con il suo nuovo marito, Josslyn Hay, otto anni più giovane di lei. Organizzarono le feste più oltraggiose, con i migliori cocktail e le migliori droghe, nudità e scambi di coppie. I due divorziarono nel 1930. Idina si sposò altre quattro volte. Era cugina della poetessa Vita Sackville-West, figura che ritroviamo nel terzo libro della serie delle sette sorelle “La ragazza nell’ombra”.
Chi era Josslyn Hay, conte di Erroll
Dopo il divorzio con Idina, Lord Erroll ebbe numerose relazioni con diverse signore dell’Happy Valley, Alice de Janzè compresa. Il breve matrimonio con una ereditiera inglese gli permise di abitare nella magnifica dimora della moglie sul lago Naivasha.
Nel 1940 una nuova coppia arrivò a Nairobi: Lord Jock Delves Broughton e Diana, la giovanissima ed elegante moglie. Poco dopo Lord Erroll e Diana ebbero una tresca che non si preoccuparono di tenere nascosta. Il 23 gennaio del 1941 i due ammisero la loro relazione davanti a Jock che concesse il divorzio a Diana e brindò alla loro salute di fronte a tutti i commensali del Muthaiga Club.
La mattina dopo Lord Erroll fu trovato morto nella sua auto, ucciso da un colpo di pistola alla testa.
Jock fu incriminato dell’omicidio, e anche se fu dichiarato innocente, il caso non fu mai risolto. Nella mie ricerche, mi sono imbattuta in vari sospettati, molti puntano il dito contro Alice, che potrebbe aver lasciato una confessione nel suo biglietto di addio.
Oggi i Masai vivono nella Rift Valley e nelle zone circostanti, ma essendo di discendenza nomade, le vecchie generazioni si sono diffuse in tutto il Kenya e in Tanzania. I guerrieri Masai, chiamati morans, sono noti per la loro forza e astuzia. Dall’indipendenza del Kenya, nel 1963, i Masai hanno dovuto subire una ulteriore riduzione delle loro terre destinate all’agricoltura, a programmi di redistribuzione e utilizzate come riserve di caccia. I governi di Kenya e Tanzania hanno cercato di convincere i Masai ad abbandonare il nomadismo e a stabilirsi in zone designate.
Quando nel 1865 fu abolita la schiavitù negli USA, negli Stati del Sud furono introdotti i “Black Codes”, leggi che limitavano la libertà della popolazione afroamericana nelle scuole, nelle prigioni, nei cimiteri, nei teatri, e perfino alle fontane e alle cabine telefoniche.
Il Civil Rights Act fu approvato nel 1964 e rappresentò un cambiamento fondamentale: nessun lavoratore poteva essere discriminato per razza, colore della pelle, sesso, religione e nazione di origine. Civil Rights Act aprì la strada alla NAACP per combattere legalmente ogni tipo di ingiustizia basata sulla discriminazione.
Incipit del libro “La ragazza del sole”
1
«Non ricordo dov’ero o cosa stavo facendo quando ho saputo che mio padre era morto.»
«Okay. Se la sente di approfondire?»
Restai a fissarla. Seduta sulla poltrona di pelle, Theresa mi ricordava il ghiro assonnato al tè del Cappellaio Matto o un altro dei suoi bizzarri amichetti. Batteva di continuo le palpebre dietro gli occhialini rotondi e aveva le labbra sempre imbronciate. La gonnellona di tweed nascondeva due gambe di tutto rispetto, e anche i capelli non erano male. Avrebbe potuto essere carina, se avesse voluto, ma sapevo che a lei interessava soltanto apparire intelligente.
«Electra? L’ho persa di nuovo.»
«Sì, scusi. Avevo la testa da un’altra parte.»
«Pensava a ciò che ha provato alla notizia della morte di suo padre?»
Quello che stavo pensando non potevo certo dirglielo, perciò annuii con convinzione. «Sì, esatto.»
«E?»
«Niente da fare. Non riesco a ricordare.»
«Sembra arrabbiata per la sua morte, Electra. Perché?»
«Io non sono… non ero arrabbiata. Cioè, non lo ricordo. Sul serio.»
«Non riesce a ricordare cos’ha provato in quel momento?»
«No.»
«Okay.»
Scribacchiò una frase sul suo taccuino, probabilmente qualcosa del tipo: «Ha rimosso la morte del padre». Era la diagnosi del mio ultimo strizzacervelli, ma in realtà quella morte non c’era stato verso di “rimuoverla”. Con gli anni però avevo imparato che, appena scovata una causa plausibile per il mio casino mentale, gli analisti ci affondavano i denti, proprio come un topolino in una fetta di formaggio, e continuavano a insistere finché anch’io mi dichiaravo d’accordo e li accontentavo raccontando un mucchio di balle.
«E cosa prova per Mitch?»
Se avessi dato voce ai miei pensieri, Theresa si sarebbe attaccata al telefono per avvertire la polizia che c’era una pazza a piede libero, decisa a far saltare le palle a una delle rock star più celebri al mondo. Perciò mi limitai a un sorriso mellifluo.
«Quella faccenda è risolta. L’ho superata.»
«Era molto arrabbiata con lui l’ultima volta che ci siamo viste, Electra.»
«Sì, ma adesso sto bene. Davvero.»
«Ottima notizia. E come va con l’alcol? Il problema è un po’ più sotto controllo?»
«Sì» mentii di nuovo. «Adesso però devo andare. Ho una riunione.»
«Ma siamo solo a metà della seduta…»
«Lo so, è un peccato, ma che vuol farci? È la vita.» Mi alzai e andai alla porta.
«Magari riesco a infilare un altro appuntamento nei prossimi giorni. Parli con Marcia prima di uscire.»
«Lo farò, grazie» la rassicurai, mentre accostavo già la porta. Superai ad ampie falcate la scrivania di Marcia, la segretaria, e raggiunsi l’ascensore. Arrivò quasi subito e durante la discesa serrai gli occhi – detestavo i luoghi chiusi – e appoggiai la fronte calda sul rivestimento di marmo, fresco e liscio.
Gesù, pensai, ma cos’ho che non va? Neanche alla mia analista riesco a dire la verità!
È che ti vergogni troppo per confessarla… e comunque lei non capirebbe, risposi a me stessa. Probabilmente vive in un’ordinata villetta come tante insieme al marito avvocato, e in cucina ha un frigorifero coperto da buffe calamite e dai disegni dei loro due adorabili marmocchi. Oh, aggiunsi tra me salendo nel retro della mia limousine, e scommetto che in salotto, sopra il divano, hanno appeso la gigantografia di una vomitevole foto di famiglia, con l’intero quartetto in identiche camicie di jeans.
«Dove la porto, signorina?» chiese lo chauffeur dal citofono interno.
«A casa» ringhiai, afferrando una bottiglietta d’acqua dal minibar e richiudendolo subito per non lasciarmi tentare da alternative più alcoliche. Erano le cinque passate e io avevo un mal di testa atroce, che nessun analgesico era riuscito a placare. La festa della sera prima doveva essere stata notevole, anche se ricordavo ben poco. Maurice, il mio nuovo migliore amico stilista, era in città ed era passato a bere un paio di drink con alcuni dei suoi compari newyorkesi, che a loro volta ne avevano invitati altri… Non ricordavo di essere andata a letto, e mi aveva sorpresa, al risveglio, trovarmi accanto uno sconosciuto. Uno sconosciuto bellissimo, però, e, dopo esserci divertiti ancora un po’ tra le lenzuola, eravamo passati alle presentazioni ufficiali. Il tizio si chiamava Fernando, e aveva lavorato come fattorino in un negozio Walmart a Philadelphia finché, qualche mese prima, il responsabile acquisti del reparto abbigliamento lo aveva notato e gli aveva girato il contatto di un’agenzia di modelli a New York. Si era detto disponibile a farmi da cavaliere al primo red carpet utile, ma io sapevo per esperienza che l’offerta era interessata: un solo scatto al mio fianco avrebbe catapultato la carriera di Mr Walmart nel firmamento dello star system, perciò mi ero liberata di lui il prima possibile.
Dunque, Electra, cosa sarebbe successo se avessi ammesso la verità con la Signora Ghiro? Se le avessi confessato che ieri sera avevi una tale quantità di alcol e coca in corpo che saresti andata a letto con Babbo Natale senza pensarci due volte? Che il motivo per cui non riesci proprio a tollerare il pensiero di tuo padre non è la sua morte, ma la consapevolezza di quanto si sarebbe vergognato di te… quanto si vergognava di te già allora?
Almeno quand’era vivo potevo nascondergli quel che combinavo, mentre adesso Pa’ Salt era come diventato onnipresente; avrebbe potuto essere nella mia stanza da letto, la sera prima, o persino nella limousine, in quel preciso momento…
Cedetti e afferrai una mignon di vodka, scolandola tutta d’un fiato per dimenticare la delusione che avevo letto in faccia a Pa’ l’ultima volta che l’avevo visto.
La serie delle Sette sorelle è composta da
Le sette sorelle (The Seven Sisters) (2014)
Ally nella tempesta (The Storm Sister) (2015)
La ragazza nell’ombra (The Shadow Sister) (2016)
La ragazza delle perle (The Pearl Sister) (2017)
La ragazza della Luna (The Moon Sister) (2018)
La ragazza del Sole (The Sun Sister) (2019)
La sorella perduta (Missing Sister) (2021)
Atlas. La storia di Pa’ Salt (The Story of Pa Salt) (2023)